Gennaio 2020: Keith Jarrett – THE KÖLN CONCERT (1975)

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Data di pubblicazione: 1975
Registrato a: Opera House (Colonia)
Produttore: Manfred Eicher
Formazione: Keith Jarrett (pianoforte)

 

Tracklist

 

                        Part I
                        Part II a
                        Part II b
                        Part II c

 

 

Per me la comunicazione normale è comunicazione mistica
(Keith Jarrett)

 

C’è una sequenza molto bella, dove la musica e le immagini entrano in perfetto connubio, e senza parole alcune, lasciandosi trasportare, da una parte dall’espressione delle immagini, dall’altra dall’improvvisazione della musica, entrano dentro l’anima come una lama, esprimendo sentimenti che le parole sarebbero incapaci di comunicare. La sequenza è contenuta nel film Caro diario di Nanni Moretti, ed è quella che chiude la prima parte, In vespa, con Moretti che gira in lungo e in largo per Roma, e sul finale si chiede il perché lui non sia mai andato a visitare il luogo in cui fu ucciso Pier Paolo Pasolini. E così imbraccia la sua vespa, e si reca all’Idroscalo di Ostia, proprio lì, dove il poeta e pensatore fu ucciso brutalmente. Si assiste ad un lungo percorso pieno di immagini assolate e aride, e la musica di Keith Jarrett sottolinea con triste malinconia la tetra realtà di un Paese che ha ucciso i suoi profeti, e ora vive chiuso nella sua mediocrità. Non a caso il monumento che dovrebbe ricordare Pasolini è lasciato lì, solo, in mezzo al degrado più totale.
Nanni Moretti non ha avuto bisogno di commentare quelle scene, ma si è lasciato trasportare dalla musica. Ha lasciato che questa parlasse, ed esprimesse tutto il suo sentimento. E la musica era il primo movimento del Koln concert, esibizione nata da un’improvvisazione del pianista di origini ungheresi all’Opera House di Colonia il 24 gennaio 1975.
Definire questo disco è un album di una bellezza scarna, minimale, paradisiaca. Un album che esprime tutto il calore umano di cui è capace. Una registrazione nata da un’improvvisazione estemporanea, jazz nella sua natura più autentica, che doveva “andarsene proprio così come era venuta”, come ebbe a dire il suo autore. Tant’è vero che alcune parti di queste esibizioni sono quasi impossibili da trascrivere, poiché completamente fuori dal tempo metronomico, sfuggenti. Ed è questa naturalezza tanto spontanea che gli conferisce quell’aura di grezza e incantata bellezza. E forse è stato proprio questa bellezza a indurre Nanni Moretti a scegliere questa esibizione come sfondo a quelle immagini. Un animo bello come quello di Pasolini andava celebrato con tanta bellezza. E senza fare rumore alcuno.
Quella sera del 24 gennaio 1975, Keith Jarrett, che si era formato con Miles Davis e Charles Lloyd, fu come investito da una particolare magia, che trascinava le sue dita lungo la tastiera del pianoforte, e faceva sprigionare da lì tutta una serie di note che componevano qualcosa di assolutamente irripetibile. Acuti e bassi che colpiscono all’anima come la nenia di una sirena ammaliante, un turbinio scintillante, un richiamo ancestrale e surreale, fuori dal tempo. C’è spazio per l’amore, per la gioia, per la tristezza. C’è spazio per tutto quello che si chiama vita in queste note.
E la tecnica riconoscibilissima di Jarrett è uno dei marchi profondi di questa musica che non consuma, che non si ferma all’apparenza, ma che penetra in profondità, nelle giunture dell’anima. Non il manierismo stucchevole di un qualunque Giovanni Allevi e di tutto quel filone filo classicheggiante, ma l’espressione più autentica di una musica che scaturisce vigorosamente dal cuore, e che senza far rumore prende la vita, senza lasciarla più.

 

La storia ci insegna che la grande musica non ha limiti definiti né di tempo né di spazio, così come l’arte, in genere, è immortale
(Corrado Speziale)

Gennaio 2020: Keith Jarrett – THE KÖLN CONCERT (1975)ultima modifica: 2020-01-13T07:56:38+01:00da pierrovox

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