Febbraio 2020: Gang of Four – ENTERTAINMENT! (1979)

Entertainment

 

Data di pubblicazione: 25 settembre 1979
Registrato a: The Workhouse, Old Kent Road (Londra)
Produttore: Andy Gill, Jon King & Rob Warr
Formazione: Jon King (voce), Dave Allen (basso), Hugo Burnham (batteria), Andy Gill (chitarra)

 

Lato A

 

                        Ether
                        Natural’s not in it
                        Not great men
                        Damaged goods
                        Return the gift
                        Guns before butter

 

Lato B

 

                        I found that essence rare
                        Glass
                        Contract
                        At home he’s a tourist
                        5.45
                        Anthrax

 

 

I Gang of Four sono stati la prima rock che mi ha fatto
venir voglia di impazzire, ballare, scopare e sentire come se fossi
parte di qualcosa di veramente cool
(Flea)

 

La fine degli anni ’70 vide l’esplosione, soprattutto nei territori albionici, della cosiddetta new wave, ossia una nuova ondata di suoni ossessivi e crepuscolari, cupi e molto tenebrosi. Prendendo spunto dalla furia iconoclasta del punk, si cercava ancora di più di incedere in un nichilismo esasperato e in una dimensione di decisa perdita di speranze. Ma questa nuova ondata genererà tutto un filone che finirà per generare qualcosa destinato a rimanere nella storia del rock. E nell’Inghilterra attraversata dagli anni caldi del punk rock, ecco giungere direttamente da Leeds un gruppo del tutto originale e atipico, che pur prendeva spunto da questa nuova ondata musicale: i Gang of Four. La loro particolare attitudine di saper miscelare ritmi funky e dub con l’urgenza provocatoria del punk li resero una specie di band antesignana del genere, tanto da divenire ben presto una specie di punto di riferimento costante per band tanto diverse tra loro, quanto accomunate da una speciale passione per la sperimentazione e la fusione: si pensi ai R.E.M. o ai Red Hot Chili Peppers. Ed in particolare tutto questo corredava una speciale propensione alla passione politica di stampo marxista.
Siamo nella seconda metà degli anni ’70 quando Jon King ed Andy Gill danno vita al gruppo, influenzati particolarmente dal punk e invaghiti della critica sociale neomarxista che proveniva dalla Scuola di Francoforte. In particolare un viaggio negli Stati Uniti li porterà a New York, e li permetterà di incontrare band come Television o Ramones, che eserciteranno un clamoroso fascino sui due giovanotti. Ed è più o meno da qui che partono i Gang of Four, forti di uno stile cromatico fantasioso, impegno politico e provocazione. Chitarre impazzite, bassi pulsanti e un cantante che balla come un ossesso impressionano particolarmente l’ambiente, tanto che John Peel sarà uno dei primi a trasmetterli alla radio. Mettiamoci anche il buon successo riscontrato dall’ep Damaged gods, si capisce sin da subito che si ha a che fare con dei grandi e non solo con un gruppetto di giovani di belle speranze.
E infatti il primo album è un botto vero e proprio. Entertainment! giunge nel 1979, esattamente nell’anno di London calling dei Clash, di Y del Pop Group, di Unknown pleasures dei Joy Division, di Three imaginary boys dei Cure, dimostrando, proprio come quelli, di avere la stoffa della pietra miliare di un genere che ormai aveva superato la fase della definizione, e dettava le regole del rock.
Apre le danze la marziale e spettrale Ether, sostenuta da oscure geometrie disegnate da un basso pulsante, ossessivi e nevrotici riff di chitarra, che in qualche modo fanno presagire quello che da lì a poco invaderà le strade irlandesi con le oscenità pagane dei Virgin Prunes. Seguono le discordanze metalliche di Natural’s not in it, pervasa da un funk nero pece e glaciale. Not great man invece si sofferma su tematiche storiche, disegnando scenari piuttosto grigi e puntando ad un certo revisionismo, perché “non ci sono uomini deboli sui libri di storia”. La ritmica ricorda il tribalismo metropolitano dei Talking Heads, e le scariche elettriche delle chitarre le conferiscono una personalità nevrotica. Damaged gods invece sposa velleità particolarmente danzerecce, soffermandosi però sulla cosiddetta mercificazione del sesso. Return the gitf si avvale di una pulsazione ritmica che tanto da a pensare alla discomusic, e che presto farà da scuola per la Radio Free Europe dei R.E.M. Guns before butter chiude il primo lato, e in qualche modo fa pensare a The guns of Brixton dei Clash, solo che qui si avverte maggior senso di minaccia, laddove il tono reggae cercava di smussare dal punto di vista sonoro gli assalti ribelli e violenti del testo.
Il secondo lato si apre alla grande con l’irresistibile pop funk di I found that essence rare che riflette sull’illusione collettiva lanciata dalla televisione e dalla società dello spettacolo, Glass invece si innalza funkeggiante e furiosa aprendosi alle visioni dadaiste dei Devo. La critica politica ed economica si fa feroce e sarcastica nella sottoproletaria Contract, mentre At home he’s a tourist colpisce a suon di riff dissonanti e irregolari. Nella pulsante 5.45 (l’orario del té) si prendono in giro gli usi e i costumi della borghesia inglese, e si chiude con le distorsioni chitarristiche di Anthrax, un dichiarato omaggio a Jimi Hendrix.
“Agit-Pop” qualcuno ha chiamato la musica del Gang of Four, facendo leva soprattutto sulla portata politica della loro proposta. Ma esattamente come i Velvet Undeground prima di loro, i Gang of Four sono stati una band molto influente nel corso della sua carriera, e anche dopo, a partire dai già citati Red Hot Chili Peppers o R.E.M. per proseguire con i Minutemen o i Fugazi, o di recente con Franz Ferdinandi o Bloc Party.
Purtroppo la scarsa vena di dischi come Hard porterà la band alla decisione di sciogliersi, salvo poi riunirsi nuovamente negli anni ’90, ma senza mai recuperare gli antichi fasti che li hanno portati a diventare uno dei gruppi più importanti di tutta la storia del rock. Nel 2008 poi Dave Allen e Hugo Burnham decidono di abbandonare definitivamente baracca e burattini per dedicarsi a progetti personali, lasciando spazio agli altri due superstiti che produrranno album buoni come Content e What happens next, ma che paiono una sfocata fotocopia di ciò che furono i fasti del passato. Fasti che non solo furono importanti dal punto di vista artistico, ma che li resero anche degli importanti portavoce di tutti gli operai sottopagati dell’Inghilterra industriale.

 

Entertainment! ha spazzato via tutto ciò che era venuto prima. I Gang of Four sapevano suonare, ed io ho rubato molto da loro
(Michael Stipe)

 

Febbraio 2020: Gang of Four – ENTERTAINMENT! (1979)ultima modifica: 2020-02-03T17:21:07+01:00da pierrovox

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