Maggio 2020: Laurie Anderson – BIG SCIENCE (1982)

Big science

 

Data di pubblicazione: 17 aprile 1982
Registrato a: The Hit Factory (New York)
Produttore: Laurie Anderson & Roma Baran
Formazione: Laurie Anderson (voce, vocoder, organo, percussioni, tastiere, violino, marimba), Roma Baran (basso, armonica, tastiere, organo), Perry Hoberman (effetti sonori, flauto, sassofono, cornamuse, cori), Bill Obrecht (sassofono), Peter Gordon (clarinetto, sassofono), David Van Tieghem (batteria, rototom, timpani, marimba, percussioni)

 

Lato A

 

                                   From the air
                                   Big science
                                   Sweaters
                                   Walking & falling
                                   Born, never asked

 

Lato B

 

                                   O Superman
                                   Example #2
                                   Let X=X
                                   It tango

 

Di solito non sono dove penso di essere
(Laurie Anderson)

 

Una delle figure più importanti dell’avanguardia sonora, Laurie Anderson è stata cantante, performer, autrice di suggestivi spettacoli multimediali e figura di spicco di nuovi concetti sonori del pop degli anni ’80. I suoi interessi spaziavano dalle arti figurative alla composizione, dalla poesia alla fotografia, dall’elettronica al canto, incasellandoli in una dimensione creativa che non pochi hanno definito “sperimentale”. Questo le ha aperto la possibilità di varie collaborazioni con grandi artisti come Brian Eno, Peter Gabriel, Philip Glass, Dave Stewart, Jean Michel Jarre, Bob McFerrin, John Zorn, William S. Borroughs, Wim Wenders e Lou Reed. Con quest’ultimo ha avuto una lunga relazione sentimentale, sfociata nel matrimonio celebrato 12 aprile 2008 in Colorado.
La sua formazione sonora risale ai primi anni ’70, impegnandosi da giovane violinista come artista globale, rielaborando in modo del tutto originale un nuovo concetto di musica minimale. E sarà appunto un singolo minimalista come O Superman che le permetterà di ottenere l’attenzione di pubblico e critica, nonché una consacrazione totale come artista poliedrica e particolarmente espressiva. O Superman lancerà sul mercato il suo disco d’esordio Big science, pubblcato nel 1982, e si può tranquillamente definire un album denso di poesia e tecnologia, oltre che strutturato su un concetto del tutto nuovo del modo di fare musica, fatta di effetti vocali, trasformismo sonoro e anima robotica.
Apre il disco la stramberia percussionista di From the air, pezzo che nasconde una personalità pop rock, con batteria e puntelli di sassofono che ne incastrano le declamazioni della Anderson. Un pezzo che ottiene un certo fascino dall’avanguardia sonora già avviata precedentemente dai Talking Heads o Ultravox, ma che qui si fa più raggelante, glaciale. Prosegue una tenebrosa title-track, aperta da ululati e tappeti sonori fatti di sintetizzatori e organo, per poi procedere alternando recitativi a melodie medievali, e con delle percussioni che le conferiscono una sinistra aura etnica, procedendo su alcune strade battute da Brian Eno con le sue musiche per ambienti. Un pezzo di una solennità urbana e anche religiosa, assolutamente meraviglioso. Si procede con Sweaters, un pezzo di stranianti cornamuse e con Walking & falling, sospesa tra recitativo e atmosfere drammatiche. Chiude il primo lato l’umanesimo tecnologico di Born, never asked, aperta ancora una volta da uno spoken, e sorretta da puntelli sintetici, marimba, oltre che da un violino decisamente struggente.
Il secondo lato invece si apre con la già citata O Superman, sorretta da un loop robotico che ne costituisce insieme tanto l’ossessione quanto il gancio melodico. La voce è filtrata dal Vocoder, ci sono intermezzi di voci di segreterie telefoniche, ed in generale si avverte un recitativo freddo, gelido, eppur così carico di anima, un’anima che definiamo “robotica” e sperimentale. Si prosegue con Example #22, carica di vocalizzi demenziali, riferimenti a inquietanti voci paranormali registrate su nastro, e una ricca strumentazione sonora, fatta di violino, flauto, sassofono, clarinetto e fisarmonica. Let X=X torna un po’ verso le atmosfere robotiche di O Superman, anche se preferisce l’aspetto più umano, preferendo la voce pulita e non filtrata, se non per pochi puntelli, e una musicalità più variopinta, dove marimba e battiti di mani hanno un posto di prim’ordine, oltre ad un trombone che irrompe sul finale. Ed è questo che la lega con la conclusiva It tango, facendone praticamente un unico pezzo, sprofondando nel nonsense e nell’enigma.
Big science è un vero e proprio capolavoro della musica elettronica e dell’avanguardia sonora, aprendo di fatti le porte a tutta una generazione di dandy elettronici in giro per il mondo durante tutti gli anni ’80. E nel corso della sua carriera, Laurie Anderson ha saputo sempre coniare nuove forme espressive di un’arte destinata a restare per sempre!

 

Nella sua carriera Laurie Anderson ha incorporato la performance art, la musica, le parole, il video e tanto altro ancora, in una modalità neo romantica ancora afflitta da incursioni nella techno, nel jazz, nell’elettronica minimale
(Brian Howe)

 

Maggio 2020: Laurie Anderson – BIG SCIENCE (1982)ultima modifica: 2020-05-21T10:24:00+02:00da pierrovox

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