Luglio 2020: Frank Sinatra – MY WAY (1969)
Data di pubblicazione: Marzo 1969
Registrato a: Western Studio A (Hollywood)
Produttore: Don Costa & Sonny Burke
Formazione: Frank Sinatra (voce), Don Costa (arrangiamenti, direttore d’orchestra)
Lato A
Watch what happens
Didn’t we
Hallelujah, I love her so
Yesterday
All my tomorrows
Lato B
My way
A day in the life of a fool
For once in my life
If you go away
Mrs. Robinson
“Il meglio deve ancora venire”
(Frank Sinatra)
Cos’altro si può dire ancora su Frank Sinatra che non sia stato ancora detto? Di fronte ad un monumento simile basterebbe ricordare il solo nomignolo che lo contraddistinse, per dare sintesi della sua straordinaria abilità: The Voice! Frank Sinatra era la Voce. Anche se in America era conosciuto con diversi altri nomignoli, questo era quello che rappresentava al meglio il suo personaggio carismatico, la sua leggenda, la sua eterna giovinezza.
Figlio di una famiglia italiana, con padre di origini siciliane e madre di origini liguri, immigrata negli Stati Uniti per fuggire dalla povertà, e cercare fortuna, sin da ragazzo Frank non nasconde un interesse particolare per il canto. Comincia a fare tutta una serie di lavori saltuari, e quando capisce che la sua voce poteva permettergli delle fortune, inizia a lavorare come cantante, offrendosi per piccoli spettacoli in piccoli locali del New Jersey. In particolare voleva emulare uno dei suoi miti, Bing Crosby, che spesso gli capitava di ascoltare per radio, e cercare di emozionare la gente esattamente come Bing faceva con lui. Alla metà degli anni ’30 inizia ad esibirsi con un piccolo gruppo, lavorando dovunque gli capitasse, e spesso con paghe da fame, per poi cominciare ad ottenere contratti più interessanti.
Nel 1939 registrò la sua prima canzone, All or nothing at all, avvalendosi della collaborazione dell’orchestra di Harry James, e questo non fu che il primo passo di una carriera che divenne col tempo folgorante e impressa nella memoria di tutti. Ad oggi Sinatra risulta essere uno degli artisti più prolifici e venduti di tutti i tempi, oltre che mito vero e proprio di tutta una serie di generazioni. Nonostante alcuni lati oscuri della sua personalità, che porteranno diversi ad accusare ambigui rapporti con la mafia, Frank Sinatra era un personaggio popolare e amatissimo, carismatico e affascinante, doti che ha saputo mantenere fino al termine dei suoi giorni.
Scegliere quindi quale opera possa meglio rappresentarlo è un’impresa talmente ardua da rasentare l’impossibile, poiché in ognuna Sinatra ha saputo distillare gocce di grandezza. Ci convince quindi una delle sue interpretazioni più celebri e fortunate: My way di Paul Anka, che diventerà uno dei suoi cavalli di battaglia. In questa interpretazione abbiamo di tutto: classe, carisma, atteggiamento da crooner, sensualità e solennità. Nessuno come Sinatra ha saputo interpretare questo pezzo con così grande classe! Eh si che di personalità imponenti ve n’erano, da Elvis Presley a Nina Hagen, da Mirelle Mathieu a persino Sid Vicious. Ma Frank Sinatra li batte tutti. Qui dimostra apertamente che il titolo “The Voice” non glielo può togliere nessuno!
Ma questo pezzo bellissimo diede anche l’opportunità di registrare un album di cover, assieme al produttore-arrangiatore Don Costa. E non pochi sostengono che questo disco rappresenti l’apice della loro collaborazione. Frank Sinatra qui si cimenta con le opere di grandissimi artisti, prendendo in prestito le loro canzoni, e girandole sul suo stile personalissimo e riconoscibile, mantenendo una personalità che non teme i confronti con gli originali, e anzi dando a quelle canzoni una personalità decisamente diversa.
Apre il disco Watch what happens di Norman Gimbel, Michel Legrand e Jacques Demy, con un tono jazz-swing che fa pensare al tema di New York New York, e mantenendosi su una solennità tipica da locali anni ’30 della Grande Mela, e alla vita di città. Segue una delicata versione di Didn’t we di Jimmy Webb in sospensione tra ascendenze jazz e armonie orchestrali. Dopo questa Sinatra si cimenta con una versione jazzata di Hallelujah, I love her so di Ray Charles, senza misconoscerle l’afflato soul dell’originale. Arriva poi il momento di rivedere in chiave orchestrale, con atmosfere melodrammatiche, la celeberrima Yesterday dei Beatles, riproposta qui con un arrangiamento diametralmente opposto alla struttura acustica dell’originale. Il pezzo però non perde la sua particolare brillantezza, anzi, la voce di Sinatra ne conferisce un’aura soul decisamente marcata e sensuale. I grandi sanno fare propri i grandi pezzi! Chiude il primo lato All my tomorrows di Sammy Cahn e Jimmy Van Heusen, qui riproposta con arrangiamento cinematico hollywoodiano.
Il secondo lato si apre con la title-track di cui abbiamo già parlato, e procede con la dolcezza pianistica di A day in the life of a fool, con delle tonalità melodiche dolceamari che avvicinano Sinatra a Scott Walker. Del jazz della West Coast invece subisce la fascinazione For once in my life di Ron Miller e Orlando Murden. Si torna nuovamente sulle sponde di Scott Walker con un’intensa versione di If you go away di Jacques Brel. Si chiude con una vigorosa versione jazzata di Mrs Robinson di Simon & Garfunkel.
Questo disco, come detto, rappresenta al meglio il carisma di Sinatra, assieme a tante altre gemme sparse nella sua lunga carriera, e conferma che pur appartenendo ad una generazione piuttosto lontana, Sinatra è stato un uomo che ha saputo parlare a diverse generazioni, senza perdere un briciolo della sua freschezza. Frank Sinatra ci lascerà il 14 maggio del 1998, stroncato da un infarto. Soffriva da tempo di salute, e aveva fatto il suo ritiro dalle scene già da due anni. Dalla leggenda però non si allontanerà più!
“Il Big Bang della pop music mi ricorda che tutto ha a che fare col momento, una tela fresca e veloce su cui non bisogna lavorare più di tanto. Mi chiedo cos’avrebbe pensato Frank del tempo che ho passato assieme alla mia band per finire gli album, lui con la sua famosa insofferenza nei confronti di produttori e direttori artistici – di chiunque, a dire il vero – troppo affaccendati a bazzicare nei paraggi. Vivere appieno quel minuscolo puntino di tempo dopo che si è premuto il pulsante RECORD è ciò che lo rende eterno. Se, come Frank, canti una canzone come se non potessi cantarla mai più. Se, come Frank, canti una canzone come non hai mai fatto prima”.
(Bono)