Settembre 2020: Suede – SUEDE (1993)

Suede

 

Data di pubblicazione: 29 marzo 1993
Registrato a: Master Rock Studios (Londra)
Produttore: Ed Buller
Formazione: Brett Anderson (voce), Bernard Butler (chitarre, piano), Mat Osman (basso), Simon Gilbert (batteria)

 

Tracklist

 

                        So young
                        Animal nitrate
                        She’s not dead
                        Moving
                        Pantomime horse
                        The drowners
                        Sleeping pills
                        Breakdown
                        Metal Mickey
                        Animal lover
                        The next life

 

 

Il lato glam del britpop
(Ondarock)

 

Prima ancora che i Blur e gli Oasis fossero, i Suede furono. Tutto ciò che chiamiamo “britpop”, e cioè quella corrente musicale che fiorì agli inizi degli anni ’90, cercando di riattualizzare melodie semplici ed efficaci del pop britannico degli anni ’60, mescolandole con le lezioni prese pari pari dalla new wave e dalle correnti pop di fine anni ’80, da Madchester allo Shoegaze, trovarono nei londinesi Suede gli antesignani più originali e seminali. I Blur e gli Oasis saranno tra i primissimi a beneficiarne, e a sviluppare quelle meravigliose idee, ma la semente buona verrà gettata dalle melodie semplici ed efficaci trovate dal giovane chitarrista Bernard Butler, mente creativa del gruppo, che dava forma e sostanza ai testi poetici e rabbiosi di Brett Anderson. Questa era la sostanza musicale che dava vita e linfa vitale ai Suede, indiscutibilmente uno dei gruppi più originali di tutta la scena pop britannica di sempre. In loro si condensavano tanto le melodie semplici dei Beatles, dei Kinks o degli Small Faces, quanto le evoluzioni intelligenti degli Smiths, degli Stone Roses o degli Happy Mondays, cercando di coniugare tanto l’aspetto melodico con quello dance, in una fusione di scoppiettante armonia. Ma i Suede non lasciavano in disparte nulla, e quindi l’aspetto marcatamente vintage sia della loro immagine, che della forma sonora, ricalcava anche quella natura glam di un certo pop inglese, cercando appigli da David Bowie e dai Roxy Music.
Purtroppo la scena in seguito gli sarà rubata dalle dispute milionare tra Blur e Oasis, tra infantili battaglie a suon di dispetti e frecciate, e singoli scalaclassifiche. Ma loro resteranno un punto di riferimento fermo, importante, seminale di tutta la storia del pop inglese, e su questo ci sono poche discussioni.
Pietra miliare autentica del genere, nonché capolavoro assoluto è proprio l’omonimo disco d’esordio, pubblicato nel marzo del 1993. L’Inghilterra si affacciava al nuovo decennio, dopo aver chiuso gli anni di ferro di Margaret Tatcher, e si sentiva nell’aria il bisogno di qualcosa di nuovo, di elettrizzante, che smuovesse l’ambiente e desse nuova vitalità al tutto. Ed è proprio il singolo apripista, Animal nitrate,  frantumato con il suo suono di chitarre recalcitranti, a tessere le trame di ciò che sta per arrivare. In realtà l’anno precedente avevano già potuto pubblicare il singolo di The drowners, poi inserita nel disco, che rivelava un animo glam, e un giro psichedelico alla Small Faces. Animal nitrate invece ripescava dalla storia del pop anglosassone, dai T. Rex a Bowie per giungere agli Stone Roses, e la veicolava verso nuove vie. In sostanza non scopriva nulla, ma gettava la semente per qualcosa destinato a maturare e a crescere. Il resto del disco invece si esprime magnificamente tra le chitarre scintillanti e vagamente psichedeliche del pezzo apripista So young, chiusa nel suo cinismo sferzante, ma nello stesso tempo coniugante lo spirito pop dei Primal Scream di Sonic flower groove e il glam rock di David Bowie, ma vi è spazio anche per le dense trame nebulose di She’s not dead, semplicemente bellissima nella sua ritmica irregolare, negli eleganti arpeggi delle chitarre, e nei tocchi soffici delle tastiere, e in un canto conturbante. Un’autentica perla! La folle leggerezza di Moving riaggancia la band agli Smiths dei primi anni ’80, tentando alambicchi sonori interessanti, che proiettino il pezzo in una dimensione futuribile. La lunga ballata Pantomime horse si dipana in un tappeto sonoro fatto di effetti, atmosfere vagamente psichedeliche, legami col pop anni ’80, e contorsioni chitarristiche sublimi. Sleeping pills richiama tanto i Culture Club, quanto prova un’ascesa sonora epica impressionante. Abbiamo ancora spazio per il languore nella lunga e densa ballatona Breakdown, cercando quella specie di incursione glam tra Ziggy Stardust e Bryan Ferry. Metal Mickey si dimena invece in esaltanti riff chitarristici in un ritornello meccanico, mentre Animal lover si muove con piglio spensierato, e si chiude con la pianistica ed estatica The next life.
Suede è un album importante, il primo passo non solo di una band, ma di un intero movimento. E come tutti i primi passi mostra inevitabilmente alcune lacune, non derivanti tanto da difetti intrinseci legati a mancanza di ispirazione o di talento, ma perché traccia delle linee che sono in attesa di evoluzione. Ma quell’evoluzione non può arrivare senza il punto cardine dato da quest’album, ed è qui che Suede si conferma di particolare importanza. Bellissimo nella sua “difettosa perfezione”. Importante come tutte le cose importanti. Non a caso gli farà seguito un maggior celebrato Dog man star, ma è con Suede che la storia si costruisce, è qui che vengono gettate le fondamenta del britpop.
Purtroppo le liti interne porteranno fuori quasi subito Bernard Butler, che lascerà la band ancora prima che venga pubblicato Dog man star. La band continua il suo percorso assoldando Richard Oakes e il tastierista Neil Codling. Il terzo disco, Coming up, sarà il loro album più venduto di sempre, ma inizierà anche un percorso in discesa, che li porterà allo scioglimento nel 2003. Si riuniranno nel 2010, e nel 2013 pubblicheranno in via del tutto gratuita sul loro sito Bloodsports, album carino e carico di tanta nostalgia. I Suede comunque furono una rivelazione, che non poté non portare quella ventata di novità che tutti si aspettavano, fatta di brutti ceffi, melodie efficacissime e tanta musica!

 

Settembre 2020: Suede – SUEDE (1993)ultima modifica: 2020-09-17T11:50:36+02:00da pierrovox

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