Gennaio 2021: Subsonica – MICROCHIP EMOZIONALE (1999)

Microchip emozionale

 

Data di pubblicazione: 26 agosto 1999
Registrato a: Casasonica (Torino)
Produttore: Subsonica
Formazione: Samuel Romano (voce), Max Casacci (chitarre, cori), Boosta (tastiere, cori), Enrico Matta (batteria), Pierpaolo Peretti (basso)

 

Tracklist

 

                        Buncia
                        Sonde
                        Colpo di pistola
                        Aurora sogna
                        Lasciati
                        Liberi tutti
                        Strade
                        Discolabirinto
                        Il mio dj
                        Il cielo su Torino
                        Depre
                        Perfezione

 

 

Bastava uscire la notte, entrare in uno dei tanti club di Torino,
tendere un orecchio e restare sistematicamente folgorati
da qualcosa di innovativo
(Max Casacci)

 

Il cielo su Torino… Il titolo di uno dei pezzi svela quale era la situazione musicale in Italia nella seconda metà degli anni ’80, e come questa ha contribuito ad introdurre nuovi elementi sonori nel pop/rock italiano. Se Firenze era la città dell’innovazione per il rock degli anni ’80, Torino di sicuro lo diventò negli anni ’90, fatta dai suoi centri sociali, dei club, e dell’impegno politico, che trovava vie del tutto preferenziali nell’ondata “emozionale” che la musica è capace di trasmettere. I Subsonica saranno gli alfieri, oltre che i fieri portatori di tutto quel carico di innovazione. La loro proposta musicale prevedeva la contaminazione del rock con le varie influenze dance degli anni ’90, attingendo tanto dal trip-hop dei Massive Attack quanto alla house più comunemente definita “commerciale”, il tutto miscelandolo con una forza espressiva originale ed energicamente esplosiva.
Una delle menti più influenti di questo progetto, partito nel 1996, sarà il chitarrista Max Casacci, indiscutibilmente una delle menti più aperte e innovative del rock alternativo italiano, che vantava un’esperienza del tutto imponente negli Africa Unite. Sarà lui ad attrarre attorno a sé una manica di bravi ragazzi, anch’essi talentuosi e con alle spalle importanti esperienze: il primo sarà appunto Samuel Romano, che assieme ad un suo amico, Davide Dileo, più comunemente conosciuto come Boosta, suonava negli Amici di Roland. A questi due aggiungeranno anche il batterista Enrico Matta, detto Ninja, che aveva suonato per i Karamamma e altre formazioni minori, oltre ad aver suonato come turnista per Ornella Vanoni, e Pierpaolo Peretti, detto Pierfunk, che aveva potuto collaborare con Marcella Bella e Loredana Berté. Costui lascerà la band nel 1999, ma proseguirà parallelamente il progetto attraverso i Motel Connection di Samuel Romano. Come nome della band, Samuel Romano pensò a Sonica dei Marlene Kuntz, mentre Max Casacci pensò a Subacqueo. Alla fine si optò per una sorta di unione delle due parole, tirando fuori Subsonica appunto.
Nel 1997 venne pubblicato l’omonimo disco d’esordio, spaziando tanto tra la psichedelia dei primi Pink Floyd all’elettronica dei Chemical Brothers, riflettendo fantascienza, ideologia e cantautorato svisato. A questo periodo risale una bizzarra reinterpretazione di Per un’ora d’amore dei Matia Bazar, registrata e riproposta dal vivo sotto consiglio della stessa Antonella Ruggiero, che tra le altre cose la usò per il suo album Registrazioni moderne. L’album li proietta in una dimensione di minore nicchia, e gli permette una certa visibilità. Da lì in poi non si può far altro che crescere e puntare a qualcosa di maggiore impatto. Ed è così che le promesse contenute nel loro magnifico disco d’esordio, si materializzano nel celebratissimo Microchip emozionale, uscito sul finire dell’estate del 1999, e che rappresenta la vera e propria consacrazione della band torinese.
A detta dello stesso Max Casacci, Microchip emozionale “mette in evidenza le due anime del gruppo. Da un lato, vivendo a Torino, c’è una realtà meccanica e tecnologica di cui la nostra musica risente molto. Accanto a questa esiste un elemento umanizzante qual è la melodia”. La propensione quindi è quella di cercare maggiore impatto con la melodia e la forma canzone più propriamente detta. E in questo, il secondo album dell’ensemble piemontese si manifesta come una scoppiettante miscela di sperimentazione sonora e tensione melodica.
Il disco viene aperto dalla scheggia di Buncia, per poi entrare subito nel groove sintetico di Sonde, con tanto di effetti sulla voce e un ritornello arioso e timidamente funky. Segue l’inno sadico di Colpo di pistola, forte di aggancio micidiale, oltre che di un tensione evidente tanto nel testo grondante cattiveria gratuita e in una struttura sonora di straordinario impatto. Aurora sogna invece svetta per un’anima sonora dance e funky di brillante efficacia, fatta di tappeti sonori sintetici, ritmi impazziti ed effetti sulle chitarre strabilianti. Dopo questa segue la ballata elettronica di Lasciati, che pare venire dritta dritta dal repertorio dei Massive Attack di Mezzanine, distesa e sensuale. Subito dopo segue l’assalto micidiale di Liberi tutti, scritta con Daniele Silvestri, esprimendo impegno sociale e rivendicazione di indipendenza contro tutto ciò che ingaggia la vita umana dentro le prigioni dell’omologazione e di “tutto ciò che uccide te e tutto ciò che è intorno”. Strade invece si riveste di una surreale atmosfera blacky, su un groove irresistibile e un andamento funky scintillante. Altro cavallo di battaglia del gruppo è senza dubbio la scatenata Discolabirinto, composta con i Bluvertigo, claustrofobia e sballata, senza dubbio echeggiante le sensazioni che si provano dei club torinesi, schiumanti dance e sballo. Il mio dj svetta nuovamente su sonorità funkeggianti, ed esplode con energia pop/rock. Il cielo su Torino si ammanta di sonorità atmosferiche, facendo quasi toccare con mano la nebbia piemontese e quel grigiore costante della città, oltre che descrivente la situazione che se ne può constatare. Abbiamo ancora spazio per le bizzarrie di Depre, e si chiude con il compendio di Perfezione, che riparte del tema di Buncia e attraversa nei suoi nove minuti quasi tutte le anime del disco. Ci fu poi una nuova pubblicazione del disco, dopo la partecipazione dei Subsonica all’edizione del Festival di Sanremo del 2000, che conteneva appunto il brano sanremese Tutti i miei sbagli, irresistibile e noir, oltre che ammantata di atmosfere thriller, e Albe meccaniche, dance e psichedelica, come certe cose dei Primal Scream.
Dopo questo disco, i Subsonica replicheranno con un altro album straordinario come Amorematico, che rifletteva sugli umori del nuovo millennio e i fatti di Genova del 2001, oltre che con colonna sonora del film Santa Maradona di Marco Ponti. Dopo questo disco lasciano la Mescal per approdare alla Emi, confezionando dischi spesso deludenti, eccezion fatta per il purtroppo sottovalutato L’elissi del 2007, come Terrestre, Eden e Una nave in una foresta. Si sa che la creatività non dura in eterno, e che fare a patti col proprio passato rischia di annebbiare il presente, e di questo loro ne sono pienamente consapevoli. Ma sappiamo anche che l’apporto dei Subsonica alla causa del pop/rock italiano, introducendo elementi di facile orecchiabilità, ma anche di complessa architettura sonora, fatta di anime meccaniche ed elettroniche, è stato incommensurabile. Una fascinazione “dalla quale non si può più uscire”.

 

I Subsonica restano con i piedi bel saldi sul terreno, e si preoccupano solo di resistere ad ogni tentazione che potrebbe inquinarne l’integrità e di coltivare con ogni mezzo una passione per la musica che è eufemistico definire incontenibile
(Federico Guglielmi)

 

Gennaio 2021: Subsonica – MICROCHIP EMOZIONALE (1999)ultima modifica: 2021-01-14T07:56:22+01:00da pierrovox

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