Giugno 2021: The Residents – MEET THE RESIDENTS (1974)
Data di pubblicazione: 1 aprile 1974
Registrato a: San Francisco
Produttore: The Residents
Formazione: Wool (voce), Ruth Essex (voce), James Whitaker (piano), Pamela Wieking (voce), Philip Friehofner (oboe), James Aaron (chitarra, basso), Bobby Tagney (basso)
Lato A
Boots
Numb erone
Guylum Bardot
Breath and lenght
Consuelo’s departure
Smelly tongue
Rest aria
Skratz
Spotted Pinto Bean
Lato B
Infant tango
Seasoned greetings
N-ER-GEE
“Un grazie speciale ai Beatles, alla Apple Corp. Ltd
e alla Capitol per la loro impagabile assistenza”
(nelle note del libretto della ristampa del disco)
Non è possibile classificare i Residents. Non si può inserirli in un genere specifico. Le persone seguono sempre il percorso in cui si limitano a schiaffeggiarlo con un’etichetta “sperimentale” e scappano via. In realtà il loro è un genere unico, interamente classificabile e adattabile al proprio marchio di fabbrica. Un album come quello d’esordio, Meet The Residents, che sbeffeggia i Beatles sin dalla copertina, può essere fatto solo una volta in tutta la storia. Ci vogliono un sacco di suoni e temi familiari, ma li stravolge e li distorce finché non sono a disagio da ascoltare. Eppure c’è qualcosa di stranamente ipnotizzante tra quei solchi…
La prima cosa che fanno è calpestare duramente il piede del mondo della musica con la copertina del loro album iconico con i Beatles violati. Questo ha confuso le persone, un po’ come quello che facevano i Ramones mescolando i suoni dei gruppi femminili degli anni ’60 nel punk, prendendo il pop e storpiadolo con il loro suono fino a quando non si riesce nemmeno a capire la differenza. In un certo senso stanno dimostrando che quando sarà il momento, saranno altrettanto iconici e memorabili come loro. Oppure no, avrebbero anche potuto deturpare i Beatles solo per cazzeggiare sapendo che le persone avrebbero cercato di dargli un significato. Man mano che l’album va avanti, scava ulteriormente in quest’area di familiarità non familiare. L’album è entrato in qualche modo in una dimensione invisibile che lo fa sembrare per sempre senza tempo