Febbraio 2023: John Cougar Mellencamp – SCARECROW (1985)

Scarecrow

 

Data di pubblicazione: 5 agosto 1985

Registrato a: Bellmont Mall Studio (Bellmont)

Produttore: John Mellencamp & Don Gehman

Formazione: John Mellencamp (voce, chitarra, armonica), Larry Crane (chitarre, cori), Kerry Aronoff (batteria, percussioni, cembali, cori), Mike Wanchic (chitarra elettrica, cori), Toby Myers (basso, cori), John Cascella (tastiere), Rickie Lee Jones (voce), Sarah Flint (cori), Laura Mellencamp (voce), Mimi Mapes (cori), A. Jack Wilkins (sassofono), Richard Fanning (tromba), Ry Cooder (slide guitar)

Lato A

Rain in the scarecrow

Grandma’s theme

Small town

Minutes to memories

Lonely ol’ night

The face of the nation

Lato B

Justice and indipendence ‘85

Between a laugh and a tear

Rumbleseat

You’ve got to stand for somethin’

R.O.C.K. in the U.S.A.

Non mi preoccupa avere una sensibilità pop.

Posso scrivere canzoni per adulti e non pensare ai ritornelli

(John Mellencamp)

L’America stava gridando a gran voce per un album tipo State of the nation da uno dei suoi portavoce più anziani nell’arena rock in quel periodo mentre Reagan si imbarcava nel suo secondo mandato come presidente. Con la disoccupazione che gettava milioni di dollari in un mucchio di rottami, i pignoramenti e la chiusura di fattorie ovunque, per non parlare delle sue invasioni straniere e delle sue sciabole al blocco sovietico, l’agitazione era alta e aveva bisogno di espressione. Ma chi poteva farlo?

Dylan era nella sua stasi post cristiana, Springsteen stava imparando passi di danza con una giovane Courtney Cox per la generazione di MTV, Neil Young era canadese e rocker più recenti come Bob Seger, Tom Petty e Bryan Adams (anche lui canadese) sembravano proprio non voler aver niente a che fare con la politica Ma arriva l’ora, arriva l’uomo e si è fatto avanti l’ex bel ragazzo diventato commentatore sociale John Mellencamp con questo fantastico album che per i miei soldi ha più che riempito la breccia.

Innanzitutto, il disco spacca, ferocemente. Il suono della batteria qui è quasi perfetto ed è la molla principale di praticamente tutte le canzoni. Inoltre, quasi tutte le canzoni hanno un accompagnamento di chitarra essenziale ma amplificato, con le tastiere aggiunte solo a un paio di tracce per una consistenza extra. A completare il tutto ci sono le voci impegnate, autorevoli, anche se a volte stanche del mondo, di Mellencamp.

Il primo lato in particolare lo mostra al meglio. I riff duri si contrappongono ai testi duri, specialmente le prime quattro tracce. Rain on the scarecrow solleva la prima zolla con una melodia che suona a metà tra Indian reservation dei Raiders e Something else di Eddie Cochran che stabilisce due punti di riferimento piuttosto buoni per quello che verrà dopo, i due grandi singoli Lonely ol’ night e l’inno Small town, e forse il pezzo forte dell’album, l’incredibile Minutes to memories.

Sul secondo lato si rilassa un po’ con il giocoso Rumbleseat e il celebrativo R.O.C.K. in the U.S.A. che inchioda il suo omaggio all’era Nuggets includendo un assolo di ocarina incluso in Wild thing dei Troggs.

Scarecrow è un album fantastico di un rocker sottovalutato, spesso all’ombra di tanti altri grandi artisti. Tuttavia John Mellencamp ha proseguito la sua carriera con dischi di grande impatto e poetici fino alla commozione

Febbraio 2023: John Cougar Mellencamp – SCARECROW (1985)ultima modifica: 2023-02-20T09:36:11+01:00da pierrovox

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