Febbraio 2021: Zucchero – BLUE’S (1987)

Zucchero - Blue's

 

Data di pubblicazione: 15 giugno 1987
Registrato a: Fonoprint/Umbi (Modena)
Produttore: Corrado Rustici
Formazione: Zucchero (voce, pianoforte), Giorgio Francis (batteria), Rosario Jermano (percussioni), Polo Jones (basso), Corrado Rustici (chitarra), David Sancious (tastiera, organo Hammond), Wayne Jackson (tromba, trombone), Andrew Love (sassofono), Clarence Clemons (sassofono tenore), Erik Daniel (sassofono soprano), James Thompson, Aida Cooper, Arthur Miles, Simona Pirone (cori), Coro di Voci Maschile della Chiesa Avventista (cori)

 

Lato A

 

                        Blue’s introduction
                        Con le mani
                        Pippo
                        Dune mosse
                        Bambino io, bambino tu (Legenda)
                       

Lato B

 

                        Non ti sopporto più
                        Senza una donna
                        Into the groove/Hey man
                        Solo una sana e consapevole libidine salva il giovane dello stress e dall’Azione                Cattolica
                        Hai scelto me

 

Il mio stile preferito è quello straccione
(Zucchero)

 

Ѐ un dilemma che per certi aspetti tormenta un po’ tutti gli appassionati di musica, ma quando si tratta di discutere su Adelmo Fornaciari, in arte Zucchero, spesso ci si divide tra chi lo considera un grande artista, innovativo e raffinato, capace di portare la musica italiana ben oltre i confini nazionali, e chi un gran paraculo, baciato da una fortuna infame, che gli ha permesso di vendere vagonate di dischi, stringere amicizie importanti nell’ambito del pop/rock internazionale, e vendersi come un grande artista, quando invece non è altri che un mediocre.
Si sa che i giudizi tagliati con l’accetta, sia in positivo che in negativo, rischiano di spaccare un po’ troppo il capello, e di non vedere sfumature importanti. E soprattutto quando si eccede nella demolizione, il rischio è quello di gettare via l’acqua sporca con tutto il bambino. Zucchero dubbio alcuno è stato un uomo fortunato, a farsi trovare al posto giusto nel momento giusto, ad incontrare le persone giuste, e ad imbeccare anche alcune melodie giuste, ma sarebbe oltremodo ingiusto non riconoscere che nell’ambito del pop italiano, il signor Fornaciari è stato un artista di tutto rispetto.
Dotato di una forte propensione per la musica americana, affascinato dal blues, dal gospel e dalla black music in particolare, Zucchero ha saputo coniare una formula pop italiana del tutto nuova e stimolante per il mainstream degli anni ’80, che si stava un po’ troppo livellando sull’elettronica di facile fruibilità e la new wave. Ma queste particolari intuizioni nascono da una lunga gavetta, che inizia dagli anni ’70, e lo porterà a Castrocaro e poi a Sanremo, fino poi ad incontrare Corrado Rustici, con il quale trova una sintonia perfetta per una fusione tra soul, blues e pop, e che troverà nel singolo Donne non solo un successo strepitoso, ma anche l’inizio di un percorso fortunato ed interessante. Non a caso nel 1986 esce l’album Rispetto, che segna esattamente l’inizio di una fase stimolante ed innovativa, con Fornaciari che tende sempre più ad emulare, tanto nelle pose, quanto anche nella formula stilistica, le sembianze di Joe Cocker, da sempre uno dei suoi miti più conclamati. E non solo: Zucchero diventa praticamente l’alternativa pop a Vasco Rossi, che in quegli anni si stava sempre più affermando.
Ma è con Blue’s, pubblicato all’inizio dell’estate del 1987, che Zucchero trova la quadratura giusta del cerchio, lasciando ai posteri quello che molti considerano addirittura il suo capolavoro. Blue’s è un album che vive di canzoni memorabili, dalla presa immediata, irresistibili, filtrate dalla sua passione per la musica americana, dal rhythm and blues al gospel. L’album vede poi la collaborazione di nomi eminenti della musica internazionale, tra i quali spicca appunto quello di Clarence Clemons, l’indimenticato sassofonista di Bruce Springsteen.
L’album viene introdotto da un coro gospel che cita testualmente “Solo una sana e consapevole libidine salva il giovane dallo stress e dall’Azione Cattolica” (tema riportato nell’omonimo pezzo in scaletta), per poi scivolare immediatamente nell’bluesy-pop di Con le mani, con i suoi espliciti riferimenti al rapporto fisico. Il brano vive di un’irresistibile fusione tra black music e pop, e in molti punti ricorda addirittura il Peter Gabriel di So. Il disco poi prosegue con Pippo, scritta a quattro mani con Gino Paoli. Il pezzo, autoironico e sarcastico, è un dialogo aperto con un amico, che approfitta della situazione sentimentale tormentata del cantante e corteggia la moglie (“Pippo, che cazzo fai?”), e si staglia con tutta la sua incontenibile anima soul. Segue poi l’estatico e disteso soul pop di Dune mosse, atmosferica e struggente, senza dubbio alcuno uno dei pezzi migliori di tutta la carriera di Zucchero. Si dice che ascoltandola, Miles Davis espresse il desiderio di interpretarla assieme al suo compositore. Desiderio che fu esaudito piuttosto presto. Il pezzo si lega poi con il reggae favolistico di Bambino io, bambino tu (Legenda), che chiude il primo lato.
Il secondo lato si apre con il tormentone di Non ti sopporto più, nel quale Zucchero torna a parlare della sua complicata situazione sentimentale. Si rivolge direttamente alla moglie con un testo inequivocabile. Un pezzo che dal punto di vista sonoro mette insieme Joe Cocker, Vasco Rossi e Madonna. Ma la riflessione prosegue con l’altro bluesy-pop di Senza una donna, questa estatica e distesa, e considerata tra le sue canzoni migliori. Dopo questa c’è l’intermezzo gospel di Into the groove, che anticipa Hey man. Giunge poi Solo una sana e consapevole libidine salva il giovane dallo stress e dall’Azione Cattolica, dove il cantante emiliano vorrebbe contrapporre la morale cattolica sull’affettività ad una visione piena di licenze. Il disco si chiude con l’acquerello malinconico di Hai scelto me.
Blue’s ottenne un successo enorme, tanto da diventare il disco italiano più venduto di tutti i tempi, scalzando La voce del padrone di Franco Battiato. Sarà superato dal suo Oro, incenso e birra, solo che da quel disco inizierà una fase calante che lo trascinerà direttamente nella parodia più conclamata, tra citazioni aperte ad altri artisti (alcuni al limite del plagio), pezzi banalissimi e dischi più che mediocri, quando va bene…
Ma di questo Zucchero qui non vogliamo parlare. Ci basta quello di Blue’s, che forse non era del tutto blues, ma era emozione, ritmo, divertimento e spensieratezza!

Febbraio 2021: Zucchero – BLUE’S (1987)ultima modifica: 2021-02-15T09:38:43+01:00da pierrovox

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