Giugno 2023: Richard & Linda Thompson – I WANT TO SEE THE BRIGHT LIGHTS TONIGHT (1974)
Data di pubblicazione: 30 aprile 1974
Registrato a: Sound Techniques (Londra)
Produttore: Richard Thompson & John Wood
Formazione: Richard Thompson (voce, chitarra, arpa, mandolino, flauto, piano, harmonium), Linda Thompson (voce), Timi Donald (batteria), Patt Donaldson (basso), John Kirkpatrick (fisarmonica), Simon Nicol (arpa), Brian Gulland, Richard Harvey (corno), Royston Wood, Trevor Lucas (cori)
Lato A
When I get to the border
The Calvary cross
Withered and died
I want to see the bright lights tonight
Down when the drunkards rolls
Lato B
We sing hallelujah
Has he got a friend for me
The little beggar girl
The end of the rainbow
The great Valerio
“Thompson è un musicista inquieto, attivo, rumoroso”
(Jude Rogers)
Richard Thompson aveva cominciato a muovere i primi passi nel mondo della canzone d’autore con i Fairport Convention, con i quali incise diversi grandissimi dischi, tra i quali meritano particolare menzione Unhalfbricking e Liege & lief. In questi album si definì al massimo una forma canzone, squisitamente britannica, densa di umori contrastanti, atmosfere plumbee e delicate armonie, che divenne uno dei punti di riferimento per qualsiasi struttura celtica nel mondo del rock. I Fairport Convention sono senza dubbio uno dei nomi più importanti della canzone rock degli anni ’60-’70, ma la carriera di Richard Thompson proseguì anche a fianco di Linda, che all’epoca era sua moglie, e anche con lei non mancheranno momenti di grande scrittura.
Tra tutti va ricordato I want to see the bright lights tonight, il secondo album del duo, pubblicato nel 1974, e che si può senza dubbio ritenere come un grande capolavoro, che poco ha da invidiare ai dischi maggiori con i Fairport Convention. L’album si compone di dieci canzoni, spaziando tra ballate folk d’altri tempi e importanti incursioni nel rock. Delicati sono gli intrecci vocali, carezzevoli gli arpeggi sulla chitarra, sul dulcimer, tanto da proiettare l’ascoltatore in una dimensione squisitamente al di fuori del tempo, in luoghi immaginari, tra la campagna inglese, con quel senso di pace inquieta, alimentata dal profumo della pioggia e della terra bagnata.