Aprile 2018: Genesis – SELLING ENGLAND BY THE POUND (1973)

Selling England by the pound

 

Data di pubblicazione: 12 ottobre 1973

Registrato a: Island Studios (Londra)

Produttore: Genesis & John Burns

Formazione: Peter Gabriel (voce, flauto, oboe, percussioni, cori), Phil Collins (batteria, percussioni, voce), Steve Hackett (chitarra elettrica, chitarra classica), Mike Rutherford (chitarre, basso, sitar), Tony Banks (piano elettrico, pianoforte, organo, mellotron, sintetizzatori)

Lato A

Dancing with the moonlight knight

I know what I like (in your wardrobe)

Firth of fifth

More fool me

Lato B

The battle of Epping Forest

After the ordeal

The cinema show

Aisle of plenty

La musica è il più formidabile mezzo di comunicazione

tra gli uomini

(Peter Gabriel)

Una delle band icona del progressive rock, quella corrente musicale che ha avuto la sua evoluzione verso la fine degli anni ’60 indicando la progressione del rock partendo dalla sua matrice blues, cercando di raggiungere un livello di complessità e varietà sia compositiva che melodica, oltre che armonica e stilistica decisamente superiore. Insomma l’obiettivo di questo genere era quello di elevare il rock da semplice intrattenimento allo stato di arte colta, visiva, condita di forbiti elementi letterari e di una varietà stilistica decisamente ricca. Non a caso i suoi detrattori ne rimproveravano la complessa seriosità.

Ma al di là delle beghe critiche e stilistiche, non si può certo negare al rock progressivo di aver saputo segnare il rock britannico, teutonico e persino italiano, in maniera netta. I Genesis quindi sono una delle band icona di questo genere (etichetta peraltro condivisa da altre band come Caravan, King Crimson, Yes o i Pink Floyd post Barrett), invisi ai punkettoni ma adorati e presi a modello di tutti coloro che hanno voluto seguire il corso del progressive.

Il gruppo nasce sul finire degli anni ’60 in una cittadina nei pressi di Londra, aventi come nucleo principale Tony Banks, Peter Gabriel, Anthony Phillips, Mike Rutherford e Chris Stewart. Questi ragazzi si fondevano dopo aver militato separatamente in due gruppi diversi: gli Anon e i Garden Wall. Nel primo vi figuravano Rutherford e Phillips, abili e fantasiosi chitarristi. Nel secondo Banks e Gabriel, oltre al batterista Stewart. Il loro primo passo è un pallido esempio di folk bucolico con ambizioni avanguardistiche: From genesis to revelation. Album fiacco e non di certo indimenticabile, che voleva far leva su una sorta di concept dalle tematiche religiose.

Da qui iniziano i vari percorsi che porteranno anche i vari cambi di personale all’interno della line up del gruppo. Ma con Trespass il cambiamento comincia a farsi più maturo, cominciando a far emergere le linee più peculiari delle sonorità che li hanno resi importanti. Gli album successivi, Nursery cryme e Foxtrot evidenziano in maniera ancora più netta le varie potenzialità della band: melodie enfatiche, intermezzi classicheggianti, progressioni ritmiche, crescendo epico, in netta controtendenza con l’aspetto più ribelle del rock’n’roll degli anni ’60 o dell’hard rock che gli faceva da contraltare. A queste poi si condivano degli elementi scenici sorprendenti durante gli spettacoli dal vivo.

Maturità estetica ed estensione melodica che trova maggiore adattamento alla fluidità più “pop” in Selling Enlgand by the pound, uno degli album icona di tutto il progressive anglosassone (e lo era di certo anche il precedente Foxtrot). Questo disco è un vero e proprio affresco di elaborazione musicale e costruzione di paesaggi sonori assolutamente suggestivo, magari esprimendo un certo barocchismo rock, evitandone però l’eccesso stucchevole. Le sue impalcature sonore sono allo stesso tempo complesse e articolate, dotate di grande ritmo e di estasi pura. Ritmo e stasi che si ravvisano negli otto minuti di Dancing with the moonlight knight, aperto dal canto enfatico e solitario di Peter Gabriel, per poi perdersi in un abisso sonoro travolgente e straniante. Il testo, scritto dallo stesso Gabriel, fu ispirato da un manifesto del Partito Laburista inglese, che con tale espressione voleva denunciare la svendita dell’Inghilterra. In I know what I like troviamo un Phil Collins in grande spolvero, che con la sua ritmica echeggiata e alcune percussioni vagamente etniche regge una melodia accattivante e immediata. Mentre Firth of fifth vede in grandissimo spolvero un immenso Tony Banks, con la sua introduzione pianistica travolgente che porta all’esplosione epica del brano, per poi incupirsi nel mezzo, con tanto di sussurri di flauto, cadenze pianistiche, atmosfere vagamente medievali, per poi ritornare ad avvinghiarsi su un crescendo mozzafiato, e richiudere col tema melodico principale. Assolutamente uno dei pezzi forti dell’intero disco. Chiude il primo lato l’acquerello acustico di More fool me, cantato da Phil Collins.

Il secondo lato si apre con la marcetta militare di The battle of Epping Forest, per poi incattivirsi su un vortice di tecnicismi raffinati. Gli segue lo strumentale e struggente After the ordeal, dal vago sapore rinascimentale. The cinema show parte tenue e sognante per poi evolversi su un tappeto vagamente psichedelico, e cambiare decisamente registro, mostrandosi come un dramma nervoso, arricchito dai vari ricami barocchi. L’album è chiuso dalla melodia circolare dell’evocativa Aisle of plenty, che riparte proprio da Dancing with the moonlight. Tutto questo rende Selling England by the pound un album magnifico, denso di classicismo e poesia sognante, come anche ben rappresentato dal dipinto in copertina, opera della pittrice inglese Betty Swanwick. I Genesis proseguirono il loro percorso con l’altrettanto magistrale The lamb lies down on Broadway, canto del cigno di Peter Gabriel con i Genesis, che subito dopo abbandonerà il gruppo per iniziare una carriera da solista densa di esperimenti etnici e sofisticati, incidendo capolavori assoluti di cui presto ci occuperemo. Da qui in poi inizierà un tremendo percorso in discesa che avrà i suoi fasti economici a discapito di quelli artistici, quando il deus ex machina diventerà Phil Collins, che delegherà la visionarietà del gruppo ad un melenso pop rock da classifica, patinato e inconcludente, fino a quando anche lui se ne stuferà definitivamente lasciando a piedi Rutherford e Banks, gli ultimi a credere nei Genesis, visto che Steve Hackett lascerà il gruppo dopo Wind and wuthering.

Al di là di tutto comunque i Genesis hanno rappresentato un’epoca, molto importante, e il loro contributo nella storia del rock non certo secondario. I loro dischi restano capolavori massimi della fantasia letteraria e delle varie architetture sonore che mente umana potesse concepire.

Aprile 2018: Genesis – SELLING ENGLAND BY THE POUND (1973)ultima modifica: 2018-04-26T15:32:42+02:00da pierrovox

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