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Sogni perduti

Questo post prende spunto da un episodio accaduto giusto ieri.

Decido di accompagnare la mia compagna nella passeggiata pomeridiana di Frida. In questi mesi ci siamo divisi i turni, io esco la mattina, lei quando può, quando i turni lavorativi lo permettono, esce il pomeriggio. Ieri più o meno alle 18:00, come anticipato, decidiamo di uscire tutti insieme.
La passeggiata sarà tranquilla e proseguirà tranquilla fino ad un certo punto.

Un gruppetto di ragazzini, tra i 10 e i 13 anni si mette in mezzo alla strada e inizia a gesticolare mentre le auto (alcune ad elevata velocità) si avvicinano, causando, come potete immaginare, una pericolosa tensione negli automobilisti che redarguiscono il gruppetto ad ogni passaggio.

Imperterriti e indifferente ai rimproveri, il gruppetto continua con il pericoloso gioco.
Ad un certo punto intervengono i passanti, compresa la mia compagna, che rimproverano i ragazzini e impongono di smettere quel gioco stupido e pericoloso, come risposta gli adulti ricevano insulti e scherno, alcuni ragazzini si rinvolgono alla mia compagna e ad un’altra donna definendole “puttane”.

Sono stato a poco da prendere a calci in culo quei ragazzini, ci siamo trattenuti (io e altri passanti) per evitare problemi.

Questo episodio mi ha fatto riflettere su un evidenza, molti genitori, a mio parere, non hanno idea di come siano e come si comportano i loro figli fuori e peggio, probabilmente, non gli importa.
Penso ai professori i tanti che in questi anni hanno subito atti violenti senza poter reagire, mi sono sentito come loro, non perché non potessi reagire, ma perché le conseguenze nell’affrontare poi i genitori, potrebbero essere, anche, peggiori rispetto a mollare una sberla ad un ragazzino.

Un altro episodio nella lunga lista che vede giovani comportarsi in maniera non educata, si archivia anche questo, altro non si può fare.

Mi sento come un ripetitore che continua e continua senza mai fermarsi a inviare lo stesso segnale.
I contenuti si stanno ripetendo sempre più spesso, ad un certo punto ci si stanca e si vuole cambiare, voltare pagina.
Sinceramente non saprei di che altro parlare.

Rimuginando mi è venuto in mente un libro della mia infanzia.

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Il libro Cuore.
Ricordo abbastanza bene, ancora oggi, le storie raccontate e i protagonisti: la maestrina dalla Penna Rossa, Franti, Lorenzo Garrone, Carlo Nobis, ecc. ecc.

Non posso non fare un confronto tra questo romanzo e quello scritto da Roberto Saviano, La paranza dei bambini.
Qualcosa si è perso, non so cosa, ma qualcosa si è perso. Come si è passati dall’impugnare un tamburino all’imbracciare un mitra?

Voglio esser sincero fino in fondo, mostrare i miei reali pensieri. Sinceramente, non m’importa della sorte di questi ragazzini, non riesco a provare empatia, se una delle auto avesse per un malaugurato errore messo sotto il gruppetto, non sentirei, forse, nulla.
Sto diventando cinico e mi sto semplicemente assuefacente al male che circola attorno a noi?

Per fortuna sono solo pensieri, la mente che esplora il lato oscuro (cit.).
Forse quel che si è perso, è la capacità d’immaginare la realtà e nell’immaginarla comprenderla.
Capacità che si è persa nel passaggio da un’arte a l’altra. Il quesito da chiedersi è qual è differenza esiste tra leggere un libro e guardare un film?

“Trovo la televisione molto educativa: appena qualcuno l’accende vado in un altra stanza a leggere un libro.”
Groucho Marx

E di poco ore fa (per lo meno quando scrivo) la scomparsa di Milan Kundera.

Un buon scrittore è una ricchezza per tutti, la sua scomparsa un’occasione persa per tutti.

Genitori che ti trasmettono l’amore per la lettura, un dono unico.

In questo non sono stato fortunato. Né mia madre, né mio padre sono stati lettori, da piccolo sono stato messo davanti alla tv, la soluzione moderna ed economica della babysitter, niente è meglio della tv per tenere buoni i bambini e purtroppo desensibilizzarli.
Conseguenza ho letto meno di quel che dovrebbe leggere un buon lettore, e dire che nella mia odissea artistica ho sperimentato anche la scrittura, partorendo tre libri, la cui sorte è stata purtroppo quella d’essere rifiutati da tutte le cose editrici che l’hanno letti, non è un bel periodo, neanche, per l’editoria.
Uno però me lo sono auto pubblicato, nessun idea dovrebbe rimanere nel cassetto.
Nessun sogno rimanere in fondo al cuore.

Sogni la conclusione perfette a questo post, iniziato con un gruppo di ragazzini privo di sogni.

Buona giornata a tutti.

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Dolcezza

Non serve, poi, una grande ed esagerata prova, un’eclatante manifestazione per dimostrare affetto, per dimostrare amore.

Possono bastare, un paio d’uova, un pò di farina, qualche spruzzata di limone, un pizzico di burro e tanta frutta.
Con la giusta combinazione di movimenti e manipolazioni, si può dare forma a qualcosa di sensibilmente dolce.

La dolcezza! E quando mi ricapita di citarlo:

“Amor che nella mente mi ragiona
cominciò egli a dir si dolcemente
che la dolcezza ancor dentro mi suona.”

Danta Alighieri

 

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Ieri è stato il compleanno della donna che amo. Questo dolce cuore, è stato il mio regalo culinario.

La forma era scontata, il cuore parlava.

La superficie non è perfetta, ma non lo poteva, mai, essere. La mia anima è cucita, attraversata da mille cicatrici, lo sono anche le mie creazioni. Imperfette esternazioni d’un fragile equilibrio.

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365 giornate dedicate al cuore

Ieri ho concluso il mio pensiero ricordando quel che le donne subiscono e sopportano quotidianamente, un preludio a questa giornata, dedicata alle vittime di femminicidio.

Richiamare il tema può banalmente esser spontaneo, farsi belli, cercare il compiacimento (hai miei tempi si diceva “fare gli splenditi”), è un egoismo acquisito, un attributo che è comune in luoghi virtuali come questo, ciò non toglie, però, il fatto che la libertà d’esprimere la propria voce è una conseguenza tutto sommato positiva, nonostante le voci che non hanno diritto o non sono capaci di esprimersi con cognizione.

Riprendendo da dove ho lasciato ieri, oggi continuo la mia riflessione aggiungendo al “Cuore”, il “Rispetto”.

“Ho bisogno di provare per mia madre il rispetto che si prova per un ideale”, l’ha scritto Anna Frank.

Cito questa frase per richiamare la figura della madre. Figura fondamentale nella formazione del carattere del bambino,

Avevo iniziato a scrivere quello che avete appena letto più o meno alle 12:00, ho interrotto per pranzare, pensando di concludere dopo pranzo.

Sinceramente, non mi è più venuto il desiderio di scrivere.

Ha l’intera giornata che ascolto o leggo: testimonianze, appelli, proclami, ecc. ecc. su questa giornata.

Appelli e proclami tutti sacrosanti, ci mancherebbe.
Ma quanta ipocrisia c’è in tutto quello che ho ascoltato e letto.
Si condanna (giustamente) l’uomo che usa violenza sulla donna arrivando anche ad uccidere e poi si discute cinicamente sull’inviare armi, che di morti ne fanno anche di più.

Non mi va di scrivere come ho detto, non ci perdo, dunque, altro tempo.

Ribadisco la totale avversione alla violenza.
Sia essa verso donne, uomini, bambini, disabili o animali.
Tutto il resto sono solo vuote parole.

Sapete che vi dico? Riprendo, ma facendo un collage. Avete presente? Lo facevamo a scuole, per lo meno io. Alle media, ricordo ancora il nome dell’insegnante di ed. artistica; Adragna.
Un vecchietto, per lo meno a me sembrava tale, curvo e dalla voce rauca.
Un collage dei bellissimi commenti (una parte) che ho ricevuto sul cuore:

“vivere … dove ti porta il cuore”. PASSANDO dal cuore tutte le linfe vitali.
Io sono cuore, tu sei cuore, penso al cuore! Sentirlo pulsare, TUM, TUM, TUM, pensa ai bambini poggiati sul seno. Ed è festa Perché il cuore è se stesso.  noi.”

https://www.youtube.com/watch?v=57zZeRiowDM

Buon week and

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Cuori

Come ho precisato all’inizio di questo nuovo viaggio, scrivo quel che mi passa per la testa al momento o quel che l’interazione con gli utenti (per fortuna utenti dalla grande sensibilità e poetica) mi ispira.

Il tavolo su cui poggia il mio Pc è attaccato al muro, sopra di esso ci sono degli scaffali che contengono libri.
Leggo i titoli ogni volta che alzo la testa.
Alcuni sono letture strane nate da un particolare periodo.

Non so se capita o è capitato anche a voi di appassionarvi ad un argomento e per il periodo che esso vi culla in testa, approfondirlo, leggendo e ricercando documenti e notizie?

Tra questi testi strani c’è: Appunti di grammatica egiziana. Non grammatica moderna ma un testo sul linguaggio antico, in parole semplice: Geroglifici.
Oggi a volte me lo chiedo, perché l’ho comprato?
Accanto a questo libro ce n’è un altro che non è da meno: La scrittura cinese.
In realtà quel che mi affascinava era ed è, la rappresentazione grafica dell’idea. Pittogrammi, ideogrammi, sono sempre stati un mio pallino.

Un esempio: il Cuore.
La filosofia orientale e in particolare cinese afferma che tutte le attività mentali e sentimentali sono regolate dal cuore.
Questo è l’ideogramma attuale del cuore:

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Ma fino al II secolo a.C. il carattere era ben diverso:

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❤️

Non vi ricorda il simbolo che, oggi, usiamo nei messaggi o negli sms.


Nel tempo l’ideogramma è mutato raggiungendo alla fine la forma che avete visto sopra (la prima inserita).

Il cuore torna, sempre, nei nostri pensieri e discorsi, non se ne può fare a meno.

Un cuore innamorato può spostare le montagne, attraversare gli oceani, può accecare l’anima come nessun’altra luce può.
La cecità è un denominatore comune, perché anche un cuore spezzato, abbandonato, nutrito dalla più oscura tenebra (per citare un’opera a me cara) può spostare lapidi e attraversare sudari.

Un cuore trafitto dall’odio è un cuore che apre al mondo le sue fragilità, basta un attimo, una piccola fredda lama è il cuore smette di battere.

Un altro messaggio a cui tengo (a cui tutti sembrano tenere), ma la quotidianità sembra a volte affermare altro. Per quanto se ne parli, se ne scriva, per quanto si implori o urli.
Alcuni uomini sembrano esser sordi.

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Quando scrivo ed è protagonista il cuore, per quanto tengo la luce su di esso e sull’emozioni che esso genera e vive, non posso evitare di portare il pensiero anche al drammatico tema che ho appena ricordato, oggi, non mi limito al solo pensarlo.

Buona giornata a tutti i cuori che battono.

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Dialogo inaspetato

Post lungo, riflessivo, a tratti contorto, disturbante, forse, non adatto a questo ambiente, ma mi serviva un approfondimento a quel che avevo detto e scritto precedentemente.

Consiglio: Meglio non continuare a leggere, vi risparmiate 5 minuti di niente o troppo.
Poi, vuoi mettere quello che potete fare in 5 minuti?
Ad esempio: Ascoltare una canzone, qui, è un sempre verde.

Strano come la comunicazione riesca a diramarsi creando tante verità alternative, come ogni mente si concentri su un aspetto, rispetto ad un altro.

Alla fine, trovo vero paragonare tutto questo ad un diario interiore, che viene sbirciato, a volte persino spiato.

I commenti ricevuti, come sempre, mi hanno dato spunto per riflettere.

Se racconti in un certo modo, con un certo tono, con una certa assiduità, diventi quel modo, quel tono, quell’assiduità. Non c’è, però, verità in questo, perché non è, una la maschera che indossiamo, sono tante e tutte diverse.

Un dialogo immaginario tra me e me ha scaturito quel che definirei: Uno scostamento emotivo.

Riprendo il dialogo, l’idea è stata simpatica, ma stavolta cambio gli interlocutori.
Come spesso accade, io, sto a d’ascoltare, a subire.

Inconscio irrazionale (per gli amici “Cuore”): Come è possibile che non capisci quello che provo?

Inconscio razionale (per gli amici “Mente”):  Io non capisco? Io ho capito benissimo. Sei tu che non accetti la realtà.
Che metti in dubbio quel che faccio e penso, tutte le volte.
Io sono stata sempre accondiscende con te. Sono stata sempre presente nei tuoi momenti di sconforto a consolarti e spiegarti ogni gesto, ogni virgola.
Ora basta!
Io ho bisogno di spazio. Io ho bisogno di silenzio. Io ho bisogno di non sentire più le tue illogiche accuse, le tue illogiche esternazioni di prurito amoroso.

Cuore: Io, io, io, sempre io.
Non fai altro che pensare a te, solo a te. Se fosse, appunto, per te staremmo rinchiusi in studio a disegnare linee e cerchi.

Mente: E allora!!! Disegnare linee e cerchi è, bellissimo.
Pensi sei tu a gratificarlo con il tuo smielato sentimentalismo? No bello! Sono le mie derubricazioni, le mie intuizioni ad esaltarlo. Tu vieni dopo e non sempre porti gioie. Ti sei fissato con quel sentimento autunnale e non c’è stato verso di lascialo fuori dai miei affari. Malinconia qua, malinconia là.
È ora di dare un taglio a tutto questo.

Cuore: Sei un mostro!

Io: Guarda che, così, lo fai piangere.

Mente: È tutta scena! A lui piace farsi compatire, per eghi come lui è meglio impietosire che convincere con i fatti. E il motivo di questo comportamento, è alla luce del sole? Semplicemente non è in grado di fare 2 + 2 senza commuoversi.
Sentimenti, emozioni, sensazioni.
Hanno rotto e hai rotto anche tu caro Cuore!!!

Cuore: Povero me!
Un calcolatore, ecco che cosa sei, un freddo e arido calcolatore. Pensi, pensi e pensi, senza fermarti al momento, al presente.
O sei nel passato, o sei nel futuro e questo mia cara Mente, non lo aiuta.
O credi davvero che la tua logica possa dare risposte a quel che sente? Sente, non pensa.
La verità è, che la tua bellezza è effimera, superficiale e come tale non da’ risposte, ma aggiunge quesiti a quesiti, dubbi a dubbi.
Sono io che trasformo le lacrime in momenti d’insegnamento, le paure in occasioni per salire in alto, sempre più in alto.
Senza di me, sarebbe solo.
Solo davanti ad un sorriso, solo davanti ad un tramonto, solo davanti ad un bacio.
Io sì è vero!!! Sono malinconia, sono paura, sono disperazione.
Ma sono anche gioia, sono coraggio, sono speranza.

Mente: Il tuo problema è, che sei convinto d’esser gioia, d’esser coraggio, speranza.
No! Tu sei istinto, un’informe accozzaglia di impulsi elettrici che si muove, grazie a me. Perché io giungo ad una scelta.

Cuore: Ecco!!! Ci mancavano le scelte, non sia mai non ne parli.
Scelte qua, scelte là.
Mai sentito il detto: Al cuore non si comanda o scelte d’amore.
Io scelgo e come se scelgo.
Io scelgo di restare, quando tu ti perdi tra le parole e i pensieri e giri e giri intorno al problema, rimuginando su cosa sia più conveniente: se restare o non restare, se andare o non andare, se, se, se. Mentre tu, stai fermo pensando e ripensando, io scelgo.

Mente: Tu scegli? Sei tu che non mi permetti di scegliere. Non appena arrivo ad una conclusione sento la tua voce che inizia a piangere, o lamentarsi, o impaurirsi. E lui come al solito si lascia impietosire.

Io: Non cominciamo, non tiratemi in mazzo.

Mente: E chi dovrei tirare in mezzo; Mister muscolo!!!

Inconscio carnale (per gli amici “Corpo”): Mo’ che centro io. Com’è che ogni volta che voi due litigate, ci devo, sempre, andare di mezzo io?
Ecco, sta iniziando a farmi male qualcosa.

Io: Pure a me.

Mente: Ecco, è arrivato l’ipocondriaco. Com’è possibile che ti fa sempre male qualcosa?

Corpo: Sono un tipo sensibile io.

Mente: Il tipo sensibile (notare il gesto della mano, tipo palmo in su).
È colpa tua, se facessi un pò di attività fisica, invece di stare, sempre, seduto davanti al pc o davanti al tavolo da pranzo a mangiare, non starebbe, sempre, in questo stato.

Io: Prima di tutto, non sto sempre a mangiare, e secondo…

Corpo: Scusa se t’interrompo, ma qual è stato? Non per vantarmi ma sono un figurino.

Io: Appunto!!! Secondo: Come ha detto il mio amico, qui, sono un figurino.

Mente: Un fico d’india vorrai dire!!!

Cuore: Ecco, sempre il solito. Perché devi attaccare sempre tutti?

Mente: Io non attacco nessuno, dico semplicemente la verità, io sono la verità.

Voce fuori campo: No, cara Mente, tu non sei la verità.
Tu sei la voce che separa le insicurezze dalla certezze. Il sentiero da seguire per esistere ed essere, come Cuore è il faro che illumina il sentiero. Senza di esso non ci sarebbe meta, non ci sarebbe scopo.

Cuore: Chi sei?

Voce fuori campo: Io sono Anima.

Ecco!!!
Questo dialogo è un esempio di come in realtà manipoliamo quel che sentiamo e pensiero, e lo faccio secondo un principio antico, vecchio come il mondo.
Quel principio che porta a compiacersi o dolersi, a d’attrarre o respingere.

Ora, non so che cosa ho scritto di preciso. Perché devo ammettere che ad un certo punto ho perso la bussola e sono andato a ruota libera.
Per qualcuno, probabilmente, tutto questo avrà un senso.
Io ho appena riletto e non c’ho capito un cazzo (scusate il termine).

Se tra voi c’è stato qualcuno tanto coraggioso da ultimare la lettura, mi faccia sapere se c’ha capito qualcosa 😀

Buon inizio di settimana.

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Basta, il prossimo post lo faccio sulle farfalle o le foglie.