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Lumi nel buio

Banalmente, oggi, scrivo del tempo.
Da pochi giorni è giunto il freddo, sembrava non dovesse arrivare mai l’inverno, invece è arrivato.
Portando con sé: Pioggia, vento e neve.

Mi giro verso la finestra e il cielo è grigio, le nuvole si rincorrono e nel loro moto diventano pittori. Grigio che sfuma su grigio, celeste che timidamente si posa su un verde, oramai, invecchiato. Il pavimento del balcone è lucido e le sagome dell’aloe e del geranio si specchiano come vanitose regine di bellezza. L’acqua ancora sosta, dopo la pioggia.

Tutto è, malinconico.
Ma non triste, potrebbe esserlo, ci sono i motivi per esserlo.
Il ciclo delle stagioni scandisce il cambiamento e finché esiste immutabile e inarrestabile questo cambiamento, c’è speranza.

Mi vengono in mente le parole di un’amica virtuale, che lamentandosi di scrivere sempre di sventure (la parola è esagerata ma suona bene 🙂 in un mondo cattivo è facile monopolizzare e incupire i contenuti di un spazio letterario) urla: Sti cazzi!!! Dove è scritto che devo scrivere per rallegrare gli altri? Hai ragione.
Quante volte ho condiviso malinconie e paure? 🙂 Cari amici!
Se non tormento voi!!! Chi devo tormentare? 😀

Ho scritto molto di me dei miei problemi e tormenti, ricevendo sempre gentilezza e comprensione, di questo ho sempre ringraziato e sempre ringrazierò.
Potrei pensare che il gruppo di utenti che mi scrive, a cui io poi scrivo, sia palesemente formato da individui con grandi problemi interiori. Vi prego non vi offendete 🙂
Sapete quale altro sinonimo usare per definire questi problemi?
Sensibilità.
Credo che, se non si sia toccato con mano il dolore e la sofferenza non si possa strappare all’oscurità la sensibilità e farne una torcia d’accompagnare alla speranza.
Il dono lasciato dal dolore è, può essere, se si riesce a leggere il male per quel che è: la sensibilità.
E dove un occhio guarda con sensibilità, un fiore può sbocciare, una speranza può nascere.

Volendo poteva accadere che un gruppo di persona sedute ad un ristorante si alzasse e unite accerchiassero una donna in difficoltà, quel muro di sensibilità poteva aver la forza di fermare il destino scritto da un uomo (un vile), che ha visto come unica strada la morte di quella donna. Peccato non sia accaduto.

Il ciclo delle cose, passa, è inevitabile, attraverso la morte.
Finche, però, alcuni sceglieranno la dipartita di altri individui, finché ci sarà un vigliacco, pronto a decidere quando un altro essere umano deve morire, la speranza pronunciata dalla bocca di qualunque uomo o donna ha il sapore del sangue.

 

candela

Ho iniziato con il tempo e ho finito con il sangue. Sarò strano?
Le belle parole ci stanno, son belle d’ascoltare, però i bei fatti sarebbero meglio.

Buona domenica a tutti.

 

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Cuori

Come ho precisato all’inizio di questo nuovo viaggio, scrivo quel che mi passa per la testa al momento o quel che l’interazione con gli utenti (per fortuna utenti dalla grande sensibilità e poetica) mi ispira.

Il tavolo su cui poggia il mio Pc è attaccato al muro, sopra di esso ci sono degli scaffali che contengono libri.
Leggo i titoli ogni volta che alzo la testa.
Alcuni sono letture strane nate da un particolare periodo.

Non so se capita o è capitato anche a voi di appassionarvi ad un argomento e per il periodo che esso vi culla in testa, approfondirlo, leggendo e ricercando documenti e notizie?

Tra questi testi strani c’è: Appunti di grammatica egiziana. Non grammatica moderna ma un testo sul linguaggio antico, in parole semplice: Geroglifici.
Oggi a volte me lo chiedo, perché l’ho comprato?
Accanto a questo libro ce n’è un altro che non è da meno: La scrittura cinese.
In realtà quel che mi affascinava era ed è, la rappresentazione grafica dell’idea. Pittogrammi, ideogrammi, sono sempre stati un mio pallino.

Un esempio: il Cuore.
La filosofia orientale e in particolare cinese afferma che tutte le attività mentali e sentimentali sono regolate dal cuore.
Questo è l’ideogramma attuale del cuore:

5

xīn

Ma fino al II secolo a.C. il carattere era ben diverso:

1

❤️

Non vi ricorda il simbolo che, oggi, usiamo nei messaggi o negli sms.


Nel tempo l’ideogramma è mutato raggiungendo alla fine la forma che avete visto sopra (la prima inserita).

Il cuore torna, sempre, nei nostri pensieri e discorsi, non se ne può fare a meno.

Un cuore innamorato può spostare le montagne, attraversare gli oceani, può accecare l’anima come nessun’altra luce può.
La cecità è un denominatore comune, perché anche un cuore spezzato, abbandonato, nutrito dalla più oscura tenebra (per citare un’opera a me cara) può spostare lapidi e attraversare sudari.

Un cuore trafitto dall’odio è un cuore che apre al mondo le sue fragilità, basta un attimo, una piccola fredda lama è il cuore smette di battere.

Un altro messaggio a cui tengo (a cui tutti sembrano tenere), ma la quotidianità sembra a volte affermare altro. Per quanto se ne parli, se ne scriva, per quanto si implori o urli.
Alcuni uomini sembrano esser sordi.

Femminicidio-6
Quando scrivo ed è protagonista il cuore, per quanto tengo la luce su di esso e sull’emozioni che esso genera e vive, non posso evitare di portare il pensiero anche al drammatico tema che ho appena ricordato, oggi, non mi limito al solo pensarlo.

Buona giornata a tutti i cuori che battono.