Nessuna prova su chi ha effettivamente postato quei messaggi sui sociali e quindi Wanda Nara va assolta. In altre parole «non vi è la prova certa dell’identità del soggetto che ha pubblicato su Twitter e su Facebook i messaggi con il numero di telefono, la mail, la password della posta elettronica del calciatore argentino Maxi Lopez e, dunque, la sua ex moglie Wanda Nara eve essere assolta per non avere commesso il fatto».
Lo scrive il giudice Paola Bulgarelli nelle motivazioni del verdetto con cui, lo scorso 29 ottobre, ha assolto dall’accusa di trattamento illecito di dati la 32enne, ora moglie e manager del capitano dell’Inter Mauro Icardi.
Il giudice cita, infatti, la Cassazione che, giudicando su un caso analogo dello scorso anno, ha valutato «fondamentale e imprescindibile» ai fini della condanna l’accertamento dell’ indirizzo Ip, ovvero l’etichetta numerica che identifica in modo univoco un dispositivo. Come si legge nelle motivazioni della sentenza, non è stata sufficiente la prova, acquisita durante il dibattimento, della fotocopia dell’immagine del profilo Twitter di Wanda Nara «con una foto (per altro poco visibile), pur alla luce dei contrasti tra gli ex coniugi di cui tuttavia, data la notorietà dei soggetti, non vi era di certo mistero».