Reduce da un brutto infortunio a “Pechino Express”, ammette di aver sofferto per l’abbandono obbligato. Se non si fosse fatta male, probabilmente sarebbe arrivata lontano. «Non lo so se avrei vinto, ma sarei arrivata fino alla fine. Mi sono allenata per cinque mesi da quando mi hanno detto che avrei partecipato e poi sono stata 5 giorni e 50 giorni a letto… È tutto vero ed è faticosissimo». Grazie al suo temperamento, ha trasformato il riposo in un’occasione di lavoro: «Sono stata costretta a fermarmi e mi è servito anche perché ho scritto 14 canzoni a letto. Mi sono creata un piccolo studio e ho fatto un album perché, altrimenti, a letto diventavo matta».
A “Pechino Express” ha lasciato la sua migliore amica, una delle poche persone con cui ha un rapporto autentico: «Con Vera Gemma è tutto vero. Ci conosciamo da quando eravamo ragazzine. Io ho due amiche e sono tutte e due amiche d’infanzia, Vera e Angelica. Queste amicizie sono rimaste perché avendo cominciato a lavorare molto presto ho visto cambiare le persone vicino a me… Sono diventata solitaria e mi sono tenuta stretta le mie amiche Angelica e Vera».
Poi svela di aver trascorso l’infanzia sui libri: «Leggevo soprattutto per attirare l’attenzione di mia madre. Era una grande lettrice ed era un modo per condividere qualcosa… Ero una bambina difficile perché volevo molte attenzioni», svela la Argento. Il rapporto con la famiglia è stato particolare. L’attrice racconta dei David di Donatello vinti senza che i genitori l’accompagnassero o manifestassero soddisfazione. «Mio padre è un uomo preciso per cui i premi sono come le critiche. L’importante è fare il lavoro».
Poi la carriera, il cinema e quelle accuse a un gigante dell’industria hollywoodiana. Asia Argento è tra le attrici che hanno ispirato il movimento “Metoo”. Grazie alla sua denuncia e a quella di altre attrici, Harvey Weinstein è stato condannato per stupro e violenza sessuale: «Diceva vado in bagno e tornava in accapatoio. Sempre con questo modus operandi. lo ha fatto a centinaia di donne dagli anni Ottanta».
Oggi addossare la colpa ai colpevoli, com’è giusto che sia, senza contestare le vittime è più semplice, ma c’è ancora tanta strada da fare: «Mi hanno chiamato prostituta e mi hanno chiesto perché non ho denunciato prima. Quest’uomo minacciava che non avrei più lavorato. Io come Angelina Jolie e tante altre abbiamo aspettato il momento in cui ha vacillato e non poteva più farci del male. Forse non lo avrei mai raccontato se non fossi stata chiamata da un giornalista. Nel cinema se ne parlava».
Weinstein è stato condannato pochi giorni fa: «Ero con una mia amica, anche lei tra le donne che lo hanno conosciuto. Eravamo nervose, aspettavamo la sentenza. Mettiamo via i telefono e ci facciamo un massaggio, ma non riuscivamo a rilassarci. Siamo uscite da lì ed è uscita la condanna. Ora finalmente è in una delle prigioni più terribili del mondo. Si chiama karma. Quando l’ho saputo ho pianto, ero un misto di emozioni, siamo andate a brindare. Non ho mai provato una cosa del genere».
Infine, sulla vita sentimentale, ricorda la perdita del compagno Anthony Bourdain, morto suicida: «Io ci avevo parlato la sera prima, non aveva dato segni di depressione. Lui mi è stato molto vicino, quando se n’è andato mi è mancata la terra sotto i piedi. Non saprò mai cosa è successo. Penso sempre a lui, ci parlo. Non ho più avuto nessuno a parte un flirt di tre giorni con Fabrizio Corona. Era un bravissimo affabulatore, ce l’ha la dote… Ora il mio tempo lo passo soprattutto con i miei figli. Sono fortunata, sono persone fighe».