Credo che ogni tanto
bisognerebbe non pensare,
ma vivere.
Vivere di quei sorrisi spontanei,
dagli abbracci inaspettati.
Vivere di emozioni vere,
di quelle che s’infilano nelle ossa
e fan venire i brividi.
Credo che ogni tanto
bisognerebbe smettere di chiedersi
“Perché”
e buttarsi
per vedere cosa succede.
Ho girato il mondo per capire che
Quello che cercavo è già dentro di me
Tutta la vita chiusa dentro una valigia
Se vuoi dammi la mano e vieni con me
Sono io il tuo posto
Ti faccio fare un viaggio dentro di me
Ti mostro il mondo che nella realtà non c’è
Lasciamo tutti e…
bye bye
(Libera riduzione tratta dal testo del brano “Bye Bye” di Annalisa)
Sono attratto da lei e non ne so spiegare il motivo.
Annalisa (la cantante) le somiglia tanto in viso.
E’ luminosa, fresca, sorridente..
Cosa mi frulli per la testa davvero non lo so,
eppure credo che mi piacerebbe trascorrere del tempo
a chiacchierare di cose futili, tipo..
del nome tatuato sulla coscia posteriore sinistra.
Ne vogliamo parlare?
Sospetto non sia il solo ad aver inchiostrato altri lembi
della sua pelle, liscia e chiara.
Notare si fa notare, impossibile ignorarla..
Ha il mondo in tasca e lo sa, lo sa benissimo.
Però non la vedo con occhi da “scorribande amorose”.
Vorrei rubarle quel sorriso malizioso, per farlo mio
ed esserne irrimediabilmente contagiato..
E prima o poi le dirò che…
mi ha battuto i corn flakes a prezzo intero!
Ti propongo stanotte di trovare un accordo,
un dialogo tra il mio corpo e il tuo corpo
una conversazione senza parole,
un silenzio di progetti,
che le tue dita interpretino il linguaggio delle mie dita.
Ti propongo,
semplicemente,
di prolungare la carezza,
di non pianificare l’arrivo al culmine
ma di navigare con il remo delle mie braccia
senza affatto usare i salvagente
o che il tempo tenga lo sguardo fermo
sui bottoni della tua camicia.
Ti propongo un patto di sussurri,
un convegno di gemiti,
un monologo di grida,
che tutto quel che ci diciamo sulla pelle rimanga scritto.
Ti propongo una notte interminabile,
lenta, lentissima,
così lenta che quando ce lo domandiamo il mattino
non sappiamo chi siamo né dove andiamo,
come se imparassimo di nuovo a leggere,
come se imparassimo di nuovo a scrivere
sul pallido foglio del nostro corpo.
Ti propongo una lettura corporea
dal prologo dei tuoi occhi
all’epilogo della mia bocca.
Un giorno capiremo chi siamo
Senza dire niente
E sembrerà normale
Immaginare che il mondo
Scelga di girare
Attorno a un altro sole
È una casa senza le pareti
Da costruire nel tempo
Costruire dal niente
Come un fiore
Fino alle radici
È il mio regalo per te
Da dissetare e crescere
Un giorno capiremo chi siamo
Senza dire niente
Niente di speciale
E poi ci toglieremo i vestiti
Per poter volare più vicino al sole
In una casa senza le pareti
Da costruire nel tempo
Costruire dal niente
Siamo fiori
Siamo due radici
Che si dividono per ricominciare a crescere
E siamo montagne a picco sul mare
Dal punto più alto impariamo a volare
Ora e per sempre ti chiedo di entrare
All’ultima festa e nel mio primo amore
Poi ritorniamo giù
Lungo discese pericolose
Senza difese
Ritorniamo giù
A illuminarci come l’estate
Che adesso brilla
Com’era il mondo prima di te
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Tratto da “Il mondo prima di te” di Annalisa
Writer(s): A. Scarrone, D. Simonetta, A. Raina
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Il primo passo verso il cambiamento,
la difficoltà più grande, è accettare la colpa.
A nessuno piace ammettere di avere sbagliato,
scaricare la colpa sugli altri è molto più facile e
protegge l’ego dalle brutture della consapevolezza.
Non attrai ciò che vuoi. Attrai ciò che sei..
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Per una volta, scegli me.
Scegli la mia timidezza,
i miei sorrisi,
le mie incazzature.Scegli me anche se sono un disastro.
Scegli i miei occhi che ridono,
quegli occhi che hai imparato a leggere.Scegli il mio profumo.
Scegli i miei pensieri che corrono veloci,
le mie mille idee.Scegli i battiti del mio cuore.
Scegli le mie paranoie,
le mie insicurezze.Scegli di portarmi ovunque.
Scegli i miei baci a metà,
le mie mani che tremano,
i miei occhi che brillano.Scegli di farmi il solletico,
scegli di farmi ridere
e ridi con me.
(tratto da uno scritto pubblicato da Elvira Gaudiano)
Ho voglia di abbracciarti
Solo di abbracciarti..
di quegli abbracci lunghi,
in cui le labbra restano mute
e i cuori, così vicini,
sussurrano l’amore…
…E mentre la pioggia cade,
la strada è lucida e riflette il nero del cielo.Il tergicristalli cadenza il tempo di quel fragore
e le tue chiavi,
appese ad un cuoricino di panno e d’argento,
stanno lí,
abbandonate sul cruscotto impolverato.Adesso che ne ho piú bisogno,
adesso che mi manca il respiro,
tu non sei qui.La tentazione mi assale,
il desiderio è prepotente.Salgo da te con il cuore in gola.
Il tuo odore tra le lenzuola sgualcite,
le scarpe confuse,
i trucchi sparsi,
tutto mi parla di te.Un fondo di caffé scende avidamente in gola
e le labbra succhiano il tuo sapore dalla tazzina.Poteva essere un’ora d’amore,
un attimo di passione fuggente,
potevamo essere qualcosa io e te..
Ma tu non ci sei.
È un sentimento complicato da spiegare e da capire,
che si aggrappa alla nostra anima con forza.
Il vuoto è un’emozione insopportabile,
incomprensibile,
che ci fa sentire sconfitti e provoca ferite
che complicano la nostra vita.
Ci sentiamo immersi in un mare di dubbi
e insicurezze.
Intrappolati e sopraffatti,
demotivati e disillusi,
insoddisfatti e angosciati,
tristi..
C’è chi cerca di riempirlo con l’amore..,
chi con il cibo,
chi con l’alcol,
chi con il lavoro e gli impegni.
Di tutto, pur di non pensare,
per non star male.
Chiedere l’aiuto di qualcuno
non significa essere deboli,
semmai avere la capacità
di rendersi conto
di aver bisogno
di un sostegno,
per combattere e resistere…
