L’artista dissidente cinese Badiucao, su una sedia di tortura a dondolo, ha letto a Brescia alcune pagine dai “Diari di Wuhan”, raccolta di mail ricevute da amici e conoscenti che abitavano a Wuhan nella prima fase della pandemia, quando il resto del mondo pensava che non ne sarebbe mai stato interessato. Sono racconti di vita quotidiana, ma soprattutto del modo in cui il Governo cinese gestì le informazioni sul Covid, prima censurando la realtà e poi arrivando a intimidire, tra gli altri, il medico Li Wenliang, il primo a dare l’allarme sul nuovo coronavirus. La performance di Badiucao si inserisce nella mostra La Cina (non) è vicina, con buona pace della lettera inviata dall’Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese alla Città di Brescia, in cui si invitava a cancellare la mostra. Tra le altre cose, in merito alla produzione del Banksy cinese si legge: “Le opere che espone sono piene di bugie e mettono in pericolo le relazioni Italia-Cina“. Così tipico dei regimi totalitari da risultare banale il solo fatto di sottolinearlo.
Alcune opere di Badiucao.
No I Can’t No I Don’t Understand
Xi’s going on a bear hunt
Love Always Wins
Piano con la Cina…
Non era un avvertimento in stile Mario.omertoso, è che Libero si è mangiato il commento.Chinese Power?
Lo vorrei anch’io un po’ di chinese power, caro Panfilo, ormai sono una barca alla deriva…parli di un Mario omertoso, sei stato Anonimo, mentre ora “un’imbarcazione di lusso”, non ci capisco niente 🙂
il T9 mi porta alla deriva cara Viola, avevo scritto Mafio-Omertoso e per la seconda volta Libero attraverso il suo software, certamente cinese mi ha azzoppato il pensiero traducendo quel Mafio in un incomprensibile Mario. Mi sono tolto dall’anonimato per essere piu’ riconoscibile (si vive per essere riconosciuti , per cosa altro?) ma tra Yacht, Panfilo, Anonimo e Mario chi ci si raccapezza piu’?. Chiedo scusa , piu’ avanti la cosa migliorera’ 🙂