Alessandro Piperno e l’irrazionalità delle paure contemporanee

   Posto che sono affascinata dalla scrittura e dalla mente di Alessandro Piperno, ho trovato oggettivamente godibile un suo articolo comparso su La lettura di Domenica 1 Marzo 2020; qui ne riporto uno stralcio in segno di gratitudine per una disanima concreta, storica e tuttavia leggera. Alla faccia di chi ha seminato il panico.

   […]

   “Per una volta, però, non mi basta accusare me stesso e accollarmi la colpa per intero. È vero, sono un tipo impressionabile, un ipocondriaco, un pusillanime, ma non fino al punto da sabotare deliberatamente il mio benessere interiore. La colpa – ammesso che abbia senso chiamarla così – è della retorica apocalittica che da lustri ha inquinato ogni spazio di discussione: una retorica nutrita da generiche o fin troppo circostanziate profezie di sventura snocciolate da demagoghi digrignanti e compiaciuti, gli uccelli del malaugurio del talk show universale; sì, proprio loro, quelli che ammiccando alla telecamera ti fanno capire che sei fottuto. Mi chiedo: è necessario corredare un servizio giornalistico su una qualche sciagura in agguato con una colonna sonora degna di Dario Argento? Perché l’informazione che per deontologia sarebbe tenuta a un’asettica ponderazione, si è impossessata degli strumenti tipici della narrativa horror o della fiction distopica? Fin dove può spingersi la tirannia del sensazionalismo catastrofista? […]

   “Ci risiamo. Sono in treno tornando da Napoli (di questi tempi, meglio precisarlo). Sono immerso nella lettura di uno splendido romanzo pubblicato nel 1876 quando alla mia vicina scappano un paio di starnuti importanti. Sull’intero scompartimento cala un silenzio tombale gravido di sconcerto e indignazione. L’untrice costipata si guarda intorno con un fare talmente circospetto e costernato da far pensare al peggio. Qualcuno inizia ad agitarsi. Altri aggiustano le mascherine sul naso. Altri ancora cercano scampo nell’attigua carrozza-ristorante. Se questo affare non si sbriga a entrare in stazione facciamo la fine di Cassandra Crossing. Per un attimo sono tentato anch’io di trattenere il fiato lasciandomi andare al panico dilagante. Finché non riprendo a respirare, prima con cautela, prima con cautela poi con voluttà. No, non mi avrete stavolta. Il romanzo di George Eliot è ancora lì ad attendermi: è bellissimo, il faut tenter de vivre!”.

Alessandro Piperno

Alessandro Piperno e l’irrazionalità delle paure contemporaneeultima modifica: 2020-03-04T12:35:43+01:00da VIOLA_DIMARZO

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