Cinderella è tornata

   Stamattina mio fratello c’ha impiegato più del solito prima di rispondere al telefono e quando finalmente mi ha concesso udienza mi ha spiegato che era in giardino a lavorare con vanga e badile. Non che si sia improvvisamente convertito al verde, ma è che non gli resta molto altro da fare con l’attività ferma da due mesi. Dietro l’operosità para-casalinga c’è in realtà lo zampino della moglie che fa di tutto per tenerlo occupato, ché gli uomini sono più soggetti alla depressione, dice. Agli inizi della pandemia anche lui aveva creduto di poter ripartire per Pasqua, mentre oggi gli sembrava una chimera perfino l’estate; gli ho detto di non disperare e mi ha mormorato un sì, come faceva da piccolo. Ora non so se il monosillabo sia stato frutto della credibilità di cui godevo essendo la sorella maggiore oppure se era un modo educato per congedarmi, fatto sta che ha tagliato corto con la scusa di dover finire i lavori prima dell’ora di pranzo. Per quanto mi riguarda, non avendo un giardino ma solo una veranda che però si è già vestita di primavera, dovendo tenere a bada l’inventario dei pensieri, ho riscoperto l’arte della manutenzione della casa e tutta una serie di attrezzi praticamente intonsi, molti dei quali di uso dubbio, tra cui fa capolino, come un matusalemme, un Sidol di cui si indovina  a stento l’etichetta. Di buona lena è già un mese che mi adopero affinché la casa riacquisti l’antico splendore ma lungi dal sentirmi fiera dei risultati, al netto del brusio dell’aspirapolvere, continuo a sentire una coralità di voci indistinte che ripetono: non era così che doveva andare.

Cinderella è tornataultima modifica: 2020-04-04T17:45:18+02:00da VIOLA_DIMARZO

8 pensieri riguardo “Cinderella è tornata”

  1. E’ vero, noi machi siamo più facilmente attaccabili dalla depressione, ed è più che comprensibile. La donna ha poco tempo per deprimersi. A parte le ore da dedicare al lavoro, deve dedicarsi alla casa ed a tutto ciò che essa comporta: pulire, lavare, stirare, fare la spesa, cucinare, ripulire, rilavare. Contemporaneamente deve dedicarsi ai figli ed a tutto quello che essi comportano e si ricomincia, oltre a seguirli: pulire, lavare, stirare.
    Trovare il tempo da dedicare alla depressione sarebbe perfino un lusso.
    A noi, purtroppo, basta toglierci il calcio, il ciclismo, il motociclismo, il basket, l’automobilismo, il poker con gli amici, la partitella a tennis o a calcetto e ci hanno distrutto. Il solo fatto di non poterne nemmeno parlare già è sufficiente a mandarci nell’astinenza più debilitante. Quell’astinenza che appanna tutto.
    Meno male che ci sono le Cinderella che con il calore dell’alito e qualche goccia di Sidol ti disappannano la vita, ridandole splendore.

  2. La potenza del corona ci ha trasformato da santi navigatori eccetera in una specie di popolo di Mastri Lindi e buon per il fratello che può ancora sfogare gli istinti addosso ad un badile. Così mentre gli esseri più graziosi si trasfigurano in personaggi fiabeschi io da bruto dove avere vangato tutta la Valle degli Orti,pitturato il Mulino Bianco e rasato l erba due volte in una settimana mi sono trasformato in un pirata untore che escogita ogni scusa per una sgambata fuori casa su percorsi da contrabbandieri…… Bei tempi quando si poteva correre liberi novelli Lancillotto o ancora meglio uscire per avventurose battute sulla scia della balena bianca insieme a Capitan Findus. Magione dagli antichi splendori????abiti in castello?

  3. Appunto, noi machi. Quelli che abbiamo in mano, il destino dell’umanità. Quelli a cui, per fare la donna, gli hanno tolto, visto il risultato, proprio il pezzo che, evidentemente, era il migliore. Per limiti culturali non so per certo dove risieda l’intelligenza, ma credo di poter affermare che il buon senso, invece, risiedeva proprio in quella costola.

  4. Vi riporto la frase di un uomo intelligente:”non sono un anziano, sai quelle figure ben temperate e pompare dalla pubblicità. Fornite di dentiere scintillanti, di sorrisi smaglianti e abbronzatura perfette. Tinti a puntino. Che vanno nei parchi a cercar l’elisir dell’immortalità. No, io sono fuori da tutto, pur restando dentro casa, con mia moglie Marisa, barricato nel tempo del contagio. Che faccio? Quello che fa un vecchio: vado spesso in bagno, dormo male la notte, spio dalla finestra il vuoto della mia città, Piacenza”.

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