Il romanzo più bello del mondo

  Secondo il critico letterario Antonio D’Orrico, Cambiare l’acqua ai fiori è il romanzo più bello del mondo; nella rubrica La pagella gli assegna un doppio voto: 10+10. Avendo in grande considerazione D’Orrico, ho cercato e trovato un’anteprima del libro di Valérie Perrin, già fotografa di scena e moglie del regista Claude Lelouch. Un po’ poco per capire se davvero questo romanzo sia degno di svettare più in alto di ogni altro, ma come ogni vero lettore sa, quello che porteremmo su un’isola deserta, è il libro più bello del mondo.

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Un solo essere ci manca,

e tutto è spopolato

  I miei vicini non temono niente. Non hanno preoccupazioni, non si innamorano, non si mangiano le unghie, non credono al caso, non fanno promesse né rumore, non hanno l’assistenza sanitaria, non piangono, non cercano le chiavi né gli occhiali né il telecomando né i figli né la felicità.

 Non leggono, non pagano le tasse, non fanno diete, non hanno preferenze, non cambiano idea, non si rifanno il letto, non fumano, non stilano liste, non contano fino a dieci prima di parlare, non si fanno sostituire.

 Non sono leccaculo né ambiziosi, rancorosi, carini, meschini, generosi, gelosi, trascurati, puliti, sublimi, divertenti, drogati, spilorci, sorridenti, furbi, violenti, innamorati, brontoloni, ipocriti, dolci, duri, molli, cattivi, bugiardi, ladri, giocatori d’azzardo, coraggiosi, fannulloni, credenti, viziosi, ottimisti.

  I miei vicini sono morti.

  L’unica differenza che c’è fra loro è il legno della bara: quercia, pino o mogano.

Valérie Perrin, Cambiare l’acqua ai fiori

Il romanzo più bello del mondoultima modifica: 2020-05-10T16:43:15+02:00da VIOLA_DIMARZO

13 pensieri riguardo “Il romanzo più bello del mondo”

  1. Devo premettere che su una isola deserta trovo perfettamente inutile portarsi un libro, meglio un accendino, Non c’è molto che si possa trarre dal breve brano che riporti tranne che lo stile è diretto ed il soggetto misterioso, anche la copertina aggiunge un qualcosa di intrigante. Tre indizi fanno una prova se gli aggiungo che le recensioni che ho spiluccato online paiono tutte entusiaste. Non mi resta che attendere la occasione che dovrebbe mettermici in contatto, col libro. Perché è escluso che mi rechi in libreria appositamente,verrei sviato su qualche manuale di sopravvivenza o su un bigino di filosofia ed il motivo della visita rimarrebbe sullo scaffale….. Deve essere una buona lettura..:). Thanks.

  2. Ho fatto clic sul link e si è aperto un bel sorriso fra due altrettante belle parentesi. Considerato il lunghissimo elenco dei “non”, cara Valérie, credo che i vicini “non” amino più nemmeno i fiori… quindi a che pro cambiargli l’acqua?

  3. Non devi scegliere tra un accendino e un libro, quindi puoi scegliere un titolo da portare con te. Io non avrei dubbi sul mio…:)

  4. Cambiare l’acqua ai fiori presuppone il fiore reciso, credo, del quale non ho simpatia.Il fiore reciso in effetti e’ moribondo se non morto ,un po’ come il prosciutto da allevamento intensivo….Molto meglio dare l’acqua ai fiori in vaso o ancora meglio in aiuola o in giardino…ma il fiore-prosciutto no. Libera divagazione sul tema in tempi di post lock out che la autrice incolpevole non poteva prevedere. Amen

  5. Neanche a me piacciono i fiori recisi, proprio per il fatto che sono esseri viventi moribondi di cui ci circondiamo solo per vezzo; peggio solo gli animali tenuti in gabbia (uccellini, gechi, criceti, conigli nani, serpenti…). Detto ciò, i fiori vanno messi sulle tombe per tradizione, hai mai fatto caso a quelli in plastica? orrendi! eppure per ovviare a questo scempio, la soluzione è semplice: cremazione.

  6. ahaha fenomeno , dal dispiacersi per i fiori recisi siamo passati direttamente all’orrore dei fiori in plastica e poi sempre piu’ veloci alla cremazione….secondo un processo comprensibile ma piuttosto repentino…. concordo comunque a patto che spargere le ceneri non sia considerato discarica abusiva di morto oppure con un fiorellino di plastica accanto alla urna siamo punto e a capo

  7. Mia madre ha voluto la cremazione, le sue ceneri sono custodite da mio padre in un’urna in ceramica…niente fiorellini di plastica intorno, solo due foto di mia madre e una in cui sono ritratti insieme da giovani. Se non sai che si tratta di un’urna, non lo immaginarsi mai…tutto così pulito, essenziale, vero.

  8. Qualcosa a proposito della natura: il momento in cui, dopo molti anni di duro lavoro e un lungo viaggio ti trovi al centro della tua stanza, casa, mezzo acro, miglio quadrato, isola, paese, sapendo finalmente come ci sei arrivato, e puoi dire, possiedo questo. È lo stesso momento in cui gli alberi distendono le loro braccia morbide intorno a te, gli uccelli riprendono la loro lingua, le scogliere si fendono e collassano, l’aria si allontana da te come un’onda e non riesci a respirare. No, bisbigliano. Non possiedi nulla. Eri un visitatore, di volta in volta, mentre scalavi la collina, piantavi la bandiera, proclamavi. Non ti siamo mai appartenuti. Non ci hai mai scoperti. È sempre stato il contrario. Margaret Atwood

  9. Proclamavi! novantanove centesimi di mondo sono fatti di proclami. Di status, intenti, risultati, ambizioni, minacce e pentimenti, talvolta pubblici e sovente privati, ma sono solo proclami. Funzionano se il prossimo ci crede ( ed abbocca al tuo amo, rendendosi uguale a te) In ogni altro caso sono aria rauca affidata al vento.
    Amen

  10. Ho appena finito di divorare (con mio stupore) “Cambiare l’acqua ai fiori”. Non è un romanzo di quelli che appartengono al mio consueto mondo interiore, al novero limitato dei titoli del cuore (il mio, naturalmente). Ma non posso che riconoscergli una perizia narrativa, un’abilità di racconto che ti blocca sulla pagina. Insomma, la storia, con tutte le sue eccentricità, funziona. O meglio su di me ha funzionato sin troppo: 473 pagine lette in sei giorni. Un record!

  11. Sto rileggendo “Alla ricerca del tempo perduto” e il prossimo acquisto sarà un libro che mi ha fulminata sin dalla prima pagina…purtroppo non posso dire lo stesso per le righe di madame Perrin che tuttavia continua a conquistare i lettori (è ancora presente nella classifica dei dieci libri più venduti). Chissà se “Tre”, appena uscito, avrà la stessa fortuna. Thanks for sharing.

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