Francesca Bria: possiamo fidarci dell’app Immuni

  Identikit di Francesca Bria: laurea in Economia a Roma; master in economia digitale alla Birkbeck University College of London; ha collaborato con Nesta, l’Agenzia di innovazione del governo inglese; insegna all’UCL, Institute for Innovation and Public Purpose di Londra.

  Avendo fatto parte del team chiamato a scegliere l’applicazione che rileva i contagi, l’indigesta Immuni, ha detto: “Il dibattito sul diritto alla privacy e su come conciliare sicurezza sanitaria e l’efficacia dell’azione pubblica con la garanzia dei diritti e delle libertà fondamentali delle persone è molto importante perché fa emergere la volontà dei cittadini di essere coinvolti sulla tematica della protezione e del controllo dei propri dati. In questa fase di emergenza i dati sono imprescindibili per una efficace pianificazione dell’azione pubblica, ed è il momento giusto per pensare a nuovi modelli di proprietà dei dati, proponendo un nuovo patto cittadino sull’uso dei dati per l’interesse pubblico, mettendo al centro privacy e sicurezza. Bisogna però fare attenzione a non scadere nel soluzionismo tecnologico: non si pensi che un’app da sola risolverà il problema della diffusione del contagio. Quasi tutti gli esperti convergono sull’idea che l’app funzionerà solo se affiancata a una strategia complessa, applicando la regola delle tre T “testare, tracciare e trattare”; bisogna spiegare ai cittadini in modo chiaro le azioni concrete che si attiveranno se riceveranno un alert dall’app Immuni per essere entrati in contatto con un soggetto positivo al coronavirus. Le persone andranno seguite, assistite e monitorate. Questa è la discussione fondamentale da avere, che fa parte di un vero piano per ripartire in sicurezza, controllando le catene di trasmissione”.

Non ho app sullo smartphone e non avrò neppure Immuni, e se fino a ieri avevo le idee un po’ confuse, grazie alla signora Bria ora è tutto molto chiaro.

Il virgolettato è tratto da un articolo di Gloria Riva

Francesca Bria: possiamo fidarci dell’app Immuniultima modifica: 2020-05-16T17:32:13+02:00da VIOLA_DIMARZO

16 pensieri riguardo “Francesca Bria: possiamo fidarci dell’app Immuni”

  1. Nel disgraziato incedere delle manovre statali e delle regioni in tempi di pandemia niente sta funzionando dritto. È un procedere goffo ed imperiosamente confuso ad un tempo, dove anche la già famigerata app ha il destino segnato.Per furba che sia non funzionerà o lo farà male, i dati non saranno certi, la accoglienza tiepida ed il tranello sarà smontato in un baleno. E con buona pace dei consulenti a sbafo avremo speso altri soldi per cercare di fottere il virus fottendo i cittadini che a loro volta, migliori di chi li governa avranno trovato il modo di fottere back la autorità in carica della cosa. Amen e così sia, si chiavi la immuni.

  2. Leggevo di un braccialetto per bambini under 5: vibra ogni qual volta il frugoletto “non rispetta” la distanza di un metro dal suo simile. Nuove follie crescono 🙂

  3. “si chiavi la immuni”

    ahahahahahahahahahahahah
    mi sto rotolando sul pavimento
    ahahahahahahahahah
    se sopravvivo proverò a commentare
    ahahahahahahahahah

  4. Abbiamo lasciato in mano agli incompetenti e impreparati (o nel caso dei virologi a competenti che dovrebbero sapere il loro mestiere ma non sanno) la liberta’ di disporre della liberta’ altrui in nome del nuovo dio della sicurezza . Una prova generale di quanto debole sia la popolazione che cresce a yogurt bifidus e reddito di cittadinanza. La responsabilita’ individuale e’ ridotta in pezzi e siamo stati trattati come bambini paurosi, preda e soggetti delle piu’ disparate teorie e stronzate mentre le promesse altisonanti vengono disattese una ad una. Si sente la mancanza del senso dello stato nel suo significato piu’ pieno, la identificazione del bene comune va ben oltre il contenimento del contagio, ma per vederlo serve avere le palle , e la loro assenza e’ tratto comune di molti governanti occidentali. Quello che sgomenta e’ la mancanza di contraddittorio, le decisioni (pesanti) prese a vanvera sulla testa un popolo annichilito dalla paura di morire. Situazione kafkiana.

  5. I blog della Fannì hanno sicuramente più pregi che difetti. Fra i pregi, la bellezza, sempre raffinata, dei testi e delle immagini; l’ampio spettro degli argomenti e, fra l’altro, la salute di ferro dei suoi commentatori. Quella salute di ferro che permette loro di superare indenni l’unico difetto che hanno tutti i suoi blog ovvero quel ritmo a volte bulimico ed altre anoressico col quale nutre il lettore.
    Questo per dire che un’alimentazione salutare non consiste solo in una equilibrata quantità di proteine, calorie, sali minerali e vitamine se poi non c’è una frequenza regolare. Tante volte arricchiamo i dietologi pensando ad un’alimentazione sbagliata e invece è solo stress. Chissà se anche questa non sia una forma di stalking.

  6. Hai perfettamente ragione, dico davvero; l’unica cosa che non ho capito è l’accenno allo stalking. Detto ciò, credo che quando Ligabue scrisse: “Ho perso le parole
    oppure sono loro che perdono me”, stesse pensando a quelli come me.

  7. I blog abbandonati sono come case che non hanno fatto a tempo ad avere un profumo proprio , oppure dove il profumo e’ virato in un odore sempre piu’ acre e malato. Quelle stanze non piu’ vissute lasciano orfani per strada ed attendono che qualcuno ritorni ad aprirle, e quando qualcuno tornera’ non saranno piu’ le stesse ,saranno diventate dimore temporanee, foresterie a cui non si deve affezionarsi pena il diventare orfani ancora.
    Credo ci sia di piu’ che la mancanza di parole, e non credo si tratti di mancanza ma di abbondanza d’altro, ancorche’ l’abbondanza di negativita’ non e’ una mole di cui pare decenza andare fieri. Ed allora la Fanni ritorna qua e la’ in apparizioni fugaci e nervose lasciando i suoi amici di blog nel dubbio di cosa sia, e se sia, il male oscuro che attanaglia le sue stanze, tutte. Ma prima o poi lei ritorna, non si sa dove ne quando, ed ogni volta non avessi il cuore di scorza scopriresti che di cuore te ne manca un pezzo. Un abbraccio.

  8. Pero’ Francesca Bria come immagine fissa dell’ultimo post fa davvero un po’ pena, mettici un prato fiorito, una cascata ,un ghiacciaio un mare un qualcosa che non sia un umano rampante in vena di proseliti.

Lascia un commento

Se possiedi già una registrazione clicca su entra, oppure lascia un commento come anonimo (Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato ma sarà visibile all'autore del blog).