Domenico Gnoli morì nel 1970 non ancora trentasettenne. La Fondazione Prada gli dedica una mostra a Milano con la seguente motivazione: “Gnoli è stato visto come un artista pop o iperrealista dai critici a lui contemporanei. Negli anni successivi l’interesse della critica si è focalizzato sui lavori caratterizzati dal taglio fotografico e dall’interesse specifico per la figura umana e gli oggetti della sua ultima produzione. A cinquant’anni dalla scomparsa, Fondazione Prada vuole proporre uno sguardo d’insieme che permetta di leggere la sua attività come un discorso unitario e libero da etichette, e metta in luce le intuizioni di chi, in passato, ha interpretato Gnoli dal punto di vista storico e critico in modo originale, riconoscendo l’ispirazione che l’artista ha trovato nel Rinascimento“. Più in generale alle opere di Gnoli è stata riconosciuta l’originalità del linguaggio, sofisticato e misterioso a un tempo, e pur tuttavia minimal. Dettagli di corpi, vestiti, cibo. Sospesi nel tempo come assoluti.
“Mi servo sempre di elementi dati e semplici, non voglio aggiungere o sottrarre nulla. Non ho neppure avuto mai voglia di deformare: io isolo e rappresento.”
Domenico Gnoli
Dall’alto: Apple, Curly Red Hair, Robe verte