Il Gesù Gattino, opera di un pazzo che c’aveva visto bene

detail from Cats’ Christmas by Louis Wain, ink and gouache on mirror glass, c.1935.

Cats’ Christmas

Non era esattamente un pazzo Louis Wain, o almeno non lo era secondo me, quando immaginò un mondo governato dai gatti, e non intendeva neppure essere blasfemo quando dipinse Cats’ Christmas con un bel gattino nelle vesti di Gesù Bambino. Il punto è che, ricoverato al Bethlem Royal Hospital per schizofrenia, finì la sua esistenza disegnando gatti antropomorfi molto probabilmente perché, oltre ad amarli, riuscivano ad avere un effetto terapeutico sulle sue inquietudini, alle quali non era estraneo il dolore in misura clinicamente rilevante. Ora il Bethlem Museum of the Mind gli ha dedicato una mostra in cui, tra gli altri, sono esposti Cats’ Christmas, Carol Singing Cats e Cats with Plum Pudding, dipinti da Wain sui muri dell’ospedale psichiatrico e rimasti lì fino al 1930.

Nelle sale un biopic ne ripercorre le gesta. Con tutti i limiti di una narrazione che cerca di suscitare compassione nello spettatore, alterando il senso stesso della follia che non cerca mai il plauso altrui.

Louis Wain Print Carol Singing Cats Louis Wain Cat Poster | Etsy

Carol Singing Cats

Brown and White Cats with Plum Pudding" by Louis Wain | White cats, Louis wain cats, Cat art

Cats with Plum Pudding

Louis Wain's anthropomorphic cats to go on display at Bethlem museum | Drawing | The Guardian

Ernest H Mills, Louis Wain and cat

Il dettaglio è tutto

FourExcellences - Domenico Gnoli

Domenico Gnoli morì nel 1970 non ancora trentasettenne. La Fondazione Prada gli dedica una mostra a Milano con la seguente motivazione: “Gnoli è stato visto come un artista pop o iperrealista dai critici a lui contemporanei. Negli anni successivi l’interesse della critica si è focalizzato sui lavori caratterizzati dal taglio fotografico e dall’interesse specifico per la figura umana e gli oggetti della sua ultima produzione. A cinquant’anni dalla scomparsa, Fondazione Prada vuole proporre uno sguardo d’insieme che permetta di leggere la sua attività come un discorso unitario e libero da etichette, e metta in luce le intuizioni di chi, in passato, ha interpretato Gnoli dal punto di vista storico e critico in modo originale, riconoscendo l’ispirazione che l’artista ha trovato nel Rinascimento“. Più in generale alle opere di Gnoli è stata riconosciuta l’originalità del linguaggio, sofisticato e misterioso a un tempo, e pur tuttavia minimal. Dettagli di corpi, vestiti, cibo. Sospesi nel tempo come assoluti.

Mi servo sempre di elementi dati e semplici, non voglio aggiungere o sottrarre nulla. Non ho neppure avuto mai voglia di deformare: io isolo e rappresento.
Domenico Gnoli

Domenico Gnoli: splitting hairs turns into art - Italian Ways

Domenico Gnoli alla Fondazione Prada | Salone del Mobile

Dall’alto: Apple, Curly Red Hair, Robe verte

God Save the Queen, biografia illustrata di Elisabetta II

God save the Queen: Ivan Canu ridisegna la regina Elisabetta II. E non è mai stata così pop - la Repubblica

Ivan Canu propone in chiave pop la vita di Elisabetta II, ma lo fa in forma di dizionario visivamente colto che, a scorrerlo, vede la Regina come protagonista assoluta, benché accompagnata dai membri della famiglia reale, e sullo sfondo i grandi fenomeni culturali e sociali che ne hanno caratterizzato il regno.

La regina secondo Ivan Canu - la Repubblica

“Avendo la completa libertà di ideare, progettare, disegnare e scrivere questa storia, ne ho fatto una personale piccola storia di un’epoca, quella della British Culture, letta sui libri, vista al cinema e alla televisione, ascoltata nella musica, guardata sulle riviste e poi vissuta da bambino, da ragazzo fino ad oggi. Elisabetta è l’idea più vicina all’eternità che possiamo pensare: ti dà l’impressione che ci sia sempre stata e che ci sarà sempre, a dispetto dell’età anagrafica. Che, poi, abbia di recente rifiutato anche il premio come “anziana più arzilla del mondo”, oltre a stigmatizzare la gaffe di chi glielo ha assegnato, ribadisce che Elisabetta è già oltre la categoria dell’umano”. Così Ivan Canu a proposito del suo God Save the Queen.

Sì, Dio salvi la regina, sovrana indefessa da 70 anni, e dei suoi eredi se ne freghi altamente.

Dall’alto:

Elizabeth Stones, Abbey Road, Bergman, Swing London, Queen Occhiello, Portiere di notte