A volte penso che l’attuale scenario politico sia più che altro un campo minato in cui è facilissimo saltare in aria senza un vero perché, e il polverone che ne consegue è funzionale a creare una bufera mediatica (espressione cara a tutte le testate giornalistiche) che contribuirà non poco a far sì che editorialisti, politicanti ed esperti abbiano qualcosa da dire per giorni e giorni. L’ultima bufera ha investito il capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato Lucio Malan, il quale nella trasmissione radiofonica “Un giorno da pecora”, oltre a ribadire la sua avversione per le nozze Lgbt, ha detto che nella Bibbia: “C’è scritto che l’omosessualità è un abominio“. L’ira funesta della sinistra non s’è fatta attendere, ma il colpo di scena è arrivato per mano di Klevis Gjoka, omosessuale dichiarato e vicepresidente del Circolo Pirandello di Fratelli d’Italia a Milano che ha difeso il senatore in quanto: “Non ha offeso la sensibilità di nessuno ribadendo un concetto sacrosanto, ovvero che l’istituzione del matrimonio nasce come istituzione religiosa ed è pertanto da sempre eterosessuale per definizione“. “Questo – ha aggiunto – non significa che le coppie omosessuali debbano avere o abbiano meno diritti di fronte alla legge“.
Malan, da parte sua, ha replicato così: “Al conduttore della trasmissione che mi chiedeva come mai fossi contrario al ddl Zan, visto che la chiesa valdese di cui sono membro è favorevole ho risposto che la chiesa valdese è fondata sulla Bibbia, che è molto severa sull’omosessualità. E su specifica richiesta del conduttore ho citato, come esempio Levitico 18:22. La prossima volta, per evitare problemi di comprensione a chi mi ha attaccato, mi limiterò a citare il numero del versetto. E ricordo anche a tutti costoro, sempre pronti a parlare di laicità dello Stato, forse senza sapere di cosa parlano, che riconoscere i giudizi morali di una religione, non significa volerli applicare per legge o non rispettare coloro che li infrangono. Il Cristianesimo insegna proprio il contrario. Mi sono sempre battuto per la libertà religiosa, e per la libertà sessuale delle persone. Libertà che vanno garantite in Italia e promosse nel mondo. Spesso la sinistra se ne è dimenticata“.
Ora, posto che ogni orientamento sessuale debba godere di diritti inalienabili, non è forse un diritto di tutti dire la propria? E allora perché un concetto all’apparenza usurato dal tempo, e che crea sconcerto più per moda che per convinzione, dovrebbe essere sottaciuto?
Gentilissima Viola ( ti piace come espressione di approccio?) 🙂 mi complimento perche’ visto il titolo mi aspettavo uno stracciarsi le vesti di fronte all’ennesimo sopruso dialettico ed invece ti trovo del tutto equilibrata , quasi squilibrata a favore di questi signori che non conosco . Sono del tutto convinto che qualsiasi orientamento \posizione ideologico politico sessuale o razziale sia legittimo se contempla il rispetto (magari in armi) delle posizioni diverse od opposte e non prevarichi i pari diritti altrui. D’altro canto esiste un dovere alla chiarezza nel presentare le proprie posizioni, chiarezza che chiamo onesta’, giusto per rispetto dell’interlocutore ( mentre e’ sport amatissimo quello di sguazzare nelle perifrasi e nei termini a doppi significati per colpire a tradimento ) chiarezza di cui riporti un esempio lamapante. Baci
Gentilissimo Panfilo, ti faccio il verso ma con simpatia, apprezzo molto i modi urbani e lo sai:) ma dimmi in cosa sarei stata un po” squilibrata?
…nel senso che dimostri simpatia verso chi parla ”con lingua dritta ” e ti piace sottolinearlo…a volte rimarcarlo …