L’effetto boomerang dei moralizzatori

La ministra Roccella contestata al Salone del libro di Torino

Come scatenare una shitstorm per svergognare qualcuno? Semplice, basta fare un video e pubblicarlo sui social con i dati del peccatore. Male, anzi malissimo, perché la persona messa alla berlina sarà oggetto di insulti e minacce di morte, talvolta con esiti devastanti. Inoltre, l’intento moralizzatore, che potrebbe pure essere condivisibile, diventa materia per un’aula di giustizia giacché non è consentito violare la privacy altrui. A quel punto chi è il peccatore?

Insegnare la morale spetta ai saggi, la massa invece dovrebbe astenersi perché, guidata dall’istinto, più che educare finisce col diseducare. Emblematico quanto accaduto al Salone del Libro di Torino: se vuoi protestare contro la ministra Roccella perché la reputi fascista, prima lascia che dica le sue cose, poi intervieni con i mezzi dialettici che ti sono più congeniali. Diversamente, la fascista sei tu.

L’effetto boomerang dei moralizzatoriultima modifica: 2023-05-21T15:56:38+02:00da VIOLA_DIMARZO

28 pensieri riguardo “L’effetto boomerang dei moralizzatori”

  1. Idem per gli imbrattatori di monumenti. D’altronde, in linea col Bobbio pensiero, il nazionalsocialismo è una costola della sinistra….

  2. E infatti hanno sbagliato pure loro. Sai qual è il problema? Che tutti vogliono parlare e nessuno vuole ascoltare. Aggiungiamoci pure ignoranza arroganza e maleducazione e il gioco è fatto.

  3. Difatti la mia non è giustificazione bipartisan ma una condanna unanime. Una volta c’erano i contestatori in occasione della prima alla Scala di Milano.

  4. Un basso tasso di conoscenza, ergo un alto tasso di ignoranza funzionale (in sostanza, la capacità di ragionare) può diventare un problema di esercizio della democrazia.
    In un suo interessante saggio (La notte della sinistra), Federico Rampini scrisse che evocare continuamente il fascismo come uno spauracchio serve alla sinistra ad autoassolversi.

  5. D’altronde, per dare la misura della insensatezza e stoltezza di una certa sinistra basterebbe ricordare quando Oriana Fallaci, che in gioventù fu una staffetta partigiana, fu bollata come fascista – anche da parte della stampa francese (sempre loro!) – perché non voleva i minareti nel paesaggio di Giotto e Piero della Francesca, e non poteva vedere i venditori ambulanti immigrati che urinavano contro i marmi di Santa Maria del Fiore.

  6. … fascista e’ chi il fascista fa… I nuovi fascisti di matrice ed appartenenza leftista sono presenti nella politica italiana da vari decenni e si paludano di abiti via via piu’ annacquati nei colori, ma non nei toni. Azzarderei che il fascismo non ha mai abbandonato lo stivale, cambiando repentinamente colore e collocazione da sinistra a destra a sinistra ancora…ed affinando nelo contempo il metodo. Ma che noia…

  7. idem per coloro che, professandosi destrorsi, sono ossessionati dai comunisti: se no la pensi come loro, si trasformano nei peggiori maccartisti!

  8. In tema di morale e di una presunta superiorità che una certa parte politica si è sempre attribuita in tal senso (chissà perché poi), apprendo che i vertici delle varie Società interessate sapevano già dal 2010 della pericolosità strutturale del ponte Morandi e che invece ne hanno “autocertificato” la sicurezza. Atteso che ciò fosse comunque da considerarsi altamente probabile (per dirla eufemisticamente), a questo punto evidentemente non c’é più nulla di opinabile, sentita quella che di fatto è una confessione rilasciata in ambito processuale da Gianni Mion, storico braccio destro della famiglia Benetton. Ho ascoltato le “giustificazioni” che costui ha ciancicato ai giornalisti che gli hanno rivolto domande, e definirle sconcertanti è poco.
    Non mi dilungo in dettagli che tutti possono facilmente reperire qualora interessassero. Mi limito a ricordare che è notorio a quale parte politica abbiano sempre fatto riferimento i Benetton.
    Ottima giornata a Viola e a tutti!

  9. la giustificazione pratica è che quel signore avrebbe perso il posto. Cosa ingiustificabile. Riguardo la questione morale (presunta di sinistra), siamo alle solite leggende metropolitane, come quelli che dicono che non votare è un fenomeno culturale di destra. Infine, sulla famiglia Benetton, non dimentichiamo che nel 2006 anche il centro destra, che era all’opposizione (compresi FI & Lega, con Salvini parlamentare), votarono a favore della concessione autostradale.

  10. Ho sentito anch’io la confessione di Mion, a proposito della quale potremmo usare a pieno titolo l’aggettivo scioccante; non vorrei mai essere nei panni di coloro che piangono quegli innocenti, altro aggettivo da poter usare senza tema d’essere enfatici.

  11. Che poi lo avrà detto per avere un eventuale sconto di pena? Se così, la riterrei piuttosto un’aggravante. Credo si configuri un reato di omissione in atti d’ufficio. Altra cosa da chiarire: il ponte Morandi aveva un difetto originario oppure, semplicemente, era sovraccaricato dal traffico odierno, essendo stato progettato e costruito in un’epoca in cui peso degli automezzi e traffico erano quantitativamente minori?

  12. Se non ricordo male, l’ingegnere stesso aveva messo sull’avviso che il ponte, col tempo, avrebbe necessitato di manutenzione a livello strutturale.

  13. Il tema riguardante la tardiva ammissione del dr. Mion sul ponte Morandi si ricollega in effetti al post sui ‘moralizzatori’. Il ponte era un progetto abominevole, non ci sono ponti strallati con gli stralli in cemento armato, solo Morandi ( io non ho notizia di altri ) li ha concepiti e per unanime considerazione la opera era ad assoluto rischio . Per lavoro assisto settimanalmente a riunioni che pur nella loro millesima importanza rispetto a quella rapportata da Mion seguono l’andazzo italico della responsabilita’ di nessuno… Certificazioni? -si , ovvio, vogliamo tutte le certificazioni- \Questo tipo di prodotto non ammette calcoli strutturali\- Allora facciamolo lo stesso, fatemi una dichiarazione di corretta installazione che la allego ai trecento fogli di progetto-(Sigh) Le decine di migliaia di ingegneri civili che sono transitati sul ponte Morandi devono essersi chiesti fino a quando l’opera avrebbe retto e sicuramente si sono risposti che se qualcuno lo aveva progettato certo ci sara’ stato dietro chissa’ quale megaprogetto avveniristico..ed hanno pigiato sull’acceleratore. Il loro dubbio e silenzio e’ colpevole? Perche’ Mion non ha parlato prima? Ha risposto, perche’ qualcun altro lo avrebbe certificato , il ponte, e non voleva perdere il posto. Un debole? Non so, ma di certo un uomo che rimane oggi con il cerino in mano e da solo . Se lo merita? Credo di si. Ma mentre gli attori principali se la caveranno con un leggero calcio nel didietro i moralizzatori hanno trovato la loro preda. Debole, vulnerabile, sacrificabile. Amen

  14. Io non sono d’accordo sul colpevolizzare il defunto Ing. Morandi. Non credo fosse un raccomandato tangentaro, poiché ha di fatto concepito le sue opere avvalendosi della tecnologia del suo tempo. I suoi modelli hanno fatto scuola in tutta Italia. Riguardo Mion, tipico comportamento da patetico burocrate boiardo di Stato, che fa finta di pentirsi, con tanto di lacrime da coccodrillo.

  15. Trovo condivisibili le considerazioni tecniche di Panfilo sul ponte Morandi, ma non perché sono un tecnico (ho fatto ben altro tipo di studi) bensì perché mi hanno ricordato un interessante contraddittorio tra 2 ingegneri risalente al gennaio 2019. Ho riesumato l’articolo della rivista e vorrei riportarlo integralmente poiché credo sia un’ottima sintesi da un punto di vista appunto tecnico; lascio da parte tutte le altre considerazioni di tipo politico/amministrativo. Premesso che il risultato estetico del Morandi non trovava tutti d’accordo (me compreso), ecco cosa scriveva l’anziano Ing. Vincenzo Marchionne:
    “Il viadotto Morandi, anche se esteticamente apprezzabile, è dal mio punto di vista un vero e proprio azzardo. Sostenere l’impalcato con dei tiranti in cemento armato precompresso è un vero rischio. Il cemento, anche se precompresso, non è per nulla idoneo a resistere a trazione; quando un veicolo pesante transita sullo sbalzo, crea una enorme tensione interna nello “strallo” che si distende, riducendo sensibilmente la sua curvatura e creando trazione sullo spessore superiore del cemento che, anche se inizialmente precompresso, non essendo elastico, è destinato a perdere consistenza.
    Così è accaduto che dopo milioni di cicli di sollecitazioni di estensioni, il cemento ha ceduto lasciando liberi i cavi di acciaio di elongarsi in modo rilevante, causando la riduzione della trazione e squilibrando il pilone tenuto in trazione dallo “strallo” opposto. Il pilone è arretrato e l’impalcato si è sfilato dall’alloggio, crollando rovinosamente”.
    Così invece rispondeva l’Ing. Luca Scappini:
    “Egr. Sig. Marchionne, è indubbio che la scelta ingegneristica di allora fosse innovativa. Ma è corretto che lo fosse, perché la società non deve aver paura dell’innovazione. Con il passare degli anni, poi, si scopre che non tutte le scelte sono state corrette. Anche in questo caso, dopo non molti anni, si è intuita una criticità sul deterioramento dell’opera. Per questo motivo andavano fatte scelte ponderate, scientifiche e sociali. Aver abbandonato l’opera a sé stessa non è stata ovviamente la via corretta”.

  16. Come ci ha insegnato l’esperienza COVID, anche la scienza segue dottrine scolastiche. Peccato che l’Ing. Morandi non sia più tra noi per poter dire la sua e difendersi.

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