In nome dell’usa e getta

Role Model: How Paloma Elsesser Is Changing Fashion for the Better | Vogue

La moda, notoriamente ciclica, riporta in auge una stagione via l’altra quello che, pochi mesi prima, ci faceva rabbrividire non appena aprivamo un armadio rimasto incautamente pieno. Il settore più effimero del mondo si comporta allo stesso modo con le modelle: dovendo pure lui genuflettersi al politicamente corretto, che in questo caso però ha ragion d’essere, negli ultimi quattro anni ha mandato in passerella e in copertina le modelle plus size, dopo che da più parti si alzavano cori sdegnati in direzioni di quegli ideali di bellezza irraggiungibili (uno per tutti la taglia 38), preclusi a gran parte della popolazione di sesso femminile. Ora però l’entusiasmo di seconda mano per le plus size va ridimensionandosi e Paloma Elsesser (foto), una tra le modelle più quotate del momento, si è detta pronta a farsene una ragione perché la sua parte l’ha fatta. Peccato sia tutto vano: il fashion business è ossessionato dalla perfezione, e l’intelligenza artificiale gli sta già dando una mano creando modelle virtuali. Avanti così, autoeliminiamoci, per il solo gusto di proporci per quello che non siamo.

In nome dell’usa e gettaultima modifica: 2023-05-23T12:28:58+02:00da VIOLA_DIMARZO

39 pensieri riguardo “In nome dell’usa e getta”

  1. …e dire che Matrix l’ho sempre detestato (perché non lo capivo). Mi bastò vedere un solo capitolo della saga per capire che non faceva per me.

  2. C’è stato chi ha sostenuto che la civiltà è un illimitato moltiplicarsi di inutili necessità.
    Il progresso digitale sta causando una progressiva disumanizzazione. La vita viene spesso ridotta a un videogame da tanti che non distinguono più la vita reale da un mondo parallelo con un tempo ed uno spazio diversi. Ma ciò che si accresce con i “like” altro non è che un castello di sabbia; basta un’onda e in un attimo – per quanto bello sia – si disfa. Le relazioni proficuamente forti sono altra cosa. Non si può essere connessi col mondo e disconnessi da noi.
    Mi preoccupa in particolare il cosiddetto “ritiro sociale dell’adolescente”, la solitudine di una generazione iperconnessa.
    Come uscirne? L’antidoto sarebbe mettere in moto il pensiero critico su questo fenomeno che si è diffuso in tempi troppi brevi, doppiando la realtà.
    Non servono crociate contro la tecnologia, ma giustamente è stato detto che la modernità senza umanesimo è solo sterile, banale modernismo.

  3. Ancora una volta la parte del leone spetterà alla famiglia e alla scuola. Argomenti da trattare, come sottolinei giustamente tu, con spirito critico. Non è facile perché tutto ciò che ci circonda rema contro.

  4. Il futuro appartiene ai supermen del digitale, ma la pienezza della vita vissuta apparterra’ solo a coloro che avranno ancora i ‘calli’ sulle mani. (espressione metaforica ma non troppo) Che non se ne accorgeranno ed inseguiranno il virtuale dietro un post od un like o quel che verra’ . Famiglia scuola e vita vera , ma non ci credo piu’ nemmeno io.

  5. Neppure io, è troppo tardi o più semplicemente il mondo è cambiato. Del resto, parlare di famiglia che senso ha? I genitori 40enni hanno già adeguato la mentalità ai tempi. Calli alle mani? Neppure a parlarne.

  6. Se quelli che preferiscono un cervello XL ad una taglia XS fossero più numerosi, forse già le cose andrebbero meglio…
    Tanto per dirne una! 🙂

  7. …ho fatto uno sforzo per capire quello che ha scritto Mistero (la tua citazione pero’ e’ di Antonio non mia) …hmm poi mi sono riposato e ho provato di nuovo senza costrutto ne’ risultato . Alla fine ho rinunciato e seduto nella posa di bronzo del pugilatore ho sorriso…Uomo spaziale saltuariamente metafisico ma mai metaverso assorbito nella Matrix. Amen 🙂

  8. A me questi scambi dialettici, di tutti voi, sono piaciuti tanto. Mi risarciscono di certe intemperanze verbali, non vostre, che solo riviste col distacco necessario apportato dal tempo mi fanno sorridere, ma sulle prime mi fanno incazzare 🙂

  9. Per quanto mi riguarda, sono io a dover ringraziare te, che mi dai, anzi ci dai, a chi ne ha voglia, di interloquire a livello aulico….

  10. C’e’ qualcosa che mi sono perso ma francamente il decadimento repentino dei toni mi lascia un po’ cosi’… non mi pare di avere sbagliato ammettendo in tono del tutto amichevole la mia incapacita’ di penetrare un testo un po’ criptico… ma non saprei che dire di piu’. Saluti comunque a M & c.

  11. Innanzitutto non avevo capito che eri tu, visto che hai, come altri, questo vezzo del multinick. Seconda cosa il mio non è anonimato, basta vedere il colore azzurro, di connessione on line, con l’omino nero. Spiacente che tu abbia avuto una cattiva giornata ma, se la metti tra il serio ed il faceto, visto che mi scrivi anche privatamente, e la cosa non mi disturba affatto …. Anzi, ne sono ben lieto. Un abbraccio e tranquillizzati, che non ne vale la pena, credimi…

  12. A proposito di commiati, di quelli veri, purtroppo: Tina Turner R.I.P. Chiedo a Viola se ha voglia di dedicarle uno dei suoi post glamour.

  13. forse devi annidare i commenti – Abilita i commenti nidificati – per più livelli di profondità | es .almeno 10 )- vedi Utenti – impostazioni di discussione di modo che più risposte siano almeno consecutive. nb Il mio ultimo messaggio inviato risale a 11 ore fa e da la casella allora è piena . Nick: Non è un vezzo ci sono svariati problemi di commentistica nei blog wp ed è più facile da sloggati e uso sempre gli stessi. Ci si teneva tanto a capire chi era robot poi d’improvviso amnesia. Anonimo nel senso di sola scheda vuota. eccetera. Sono tranquilla ma non toccate(mi) nervi scoperti. Buonaserata.

  14. Perdonami, ma continuo a non seguirti. Tutto è scaturito da un merendino pane e mortadella. Vabbè, contenta te, sappi comunque che non c’è niente di personale.

  15. In effetti spesso i commenti finiscono in fondo, oppure si viene sloggati automaticamente, a ripetizione. Senza contare quando vengono replicati, finiscono in auto-moderazione…

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