Coronavirus: puntiamo sull’armocromia. Anche nell’arredamento

   Parola d’ordine: reagire. Anche a partire dal colore. Perché non è mica detto che solo perché obbligate a restare in casa dobbiamo imbruttirci. Sforziamoci di trovare il colore giusto, considerandolo un input per una sinergia tra bellezza e speranza. Facciamolo per noi stesse e per chi ci vive accanto. Il resto verrà da sé.

   Rossella Migliaccio, pioniera in Italia dell’armocromia, dice: “Se ci vediamo belle, stiamo bene. L’armocromia si basa sul riconoscere le caratteristiche cromatiche di una persona, per poi ripeterle in tutto ciò che indossa. A volte basta anche solo un po’ di rossetto, ma della tonalità perfetta per noi. […] I colori sono importanti anche nella scelta dell’arredamento. Ora che la casa è diventata il nostro rifugio sicuro, ma anche il nostro ufficio, avere tonalità adatte tutto intorno ci può tirare su di morale. Purché i colori siano accostati secondo regole corrette. Se, per esempio, è valida la caratteristica del blu, che trasmette calma e serenità perché ricorda il mare e il cielo, è eccessivo abbinare a quella tonalità lampada, cuscino, divano e vasi. Si può lasciare un colore come dominante per poi esaltarlo con un colore minore, o complementare, e aggiungere dettagli in rosso o giallo ocra. Se proprio dovete abbinare le tonalità, fatelo in modo incrociato, cioè il cuscino del colore della parete e non del divano”.

Foto: LOUIS VUITTON® Origami Flowers By Atelier Oï

Coronavirus: puntiamo sull’armocromia. Anche nell’arredamentoultima modifica: 2020-03-22T15:33:49+01:00da VIOLA_DIMARZO

4 pensieri riguardo “Coronavirus: puntiamo sull’armocromia. Anche nell’arredamento”

  1. Oibo’ e da quando ti interessi di affari esteriori quali l’arredamento? Lavorando io in un settore ad esso affine posso dire che per mia esperienza il mondo della architettura di interni e’ cosi’ saturo di chiacchieroni inconcludenti da rivaleggiare con l’analogo mondo della letteratura o se vuoi della carta stampata giusto per non tirare in ballo termini tropo ingombranti. Armocromia ? oh Gesu’ che sia un caso di chiacchiere inconcludenti fondate su una sacrosanta verita’ come sul fatto evidente che i bagni pubblici sono tutti verdi?

  2. A me piace tanto l’architettura, l’interior design e il lighting design…chiaramente sono una profana ma ciò non toglie che posso esserne un’estimatrice…quanto ai neologismi, quelli sono un segno dei tempi, purtroppo il mercato ha sempre bisogno di essere sedotto a parole perché come osservi tu l’accostamento dei colori è roba vecchissima, ma si vende meglio in termini di “armocromia”. Stessa storia per il rossetto del colore giusto (ne parla l’autrice dell’articolo, ma non l’ho riportato)… mia madre, che non si truccava, fino alla fine non ha mai rinunciato al rossetto “del colore giusto”, e quando parlava di bellezza non si esprimeva in termini di make-up artist 🙂

  3. I neologismi forzati li trovo un po’ come i brevetti di quelle aziende che vanno in giro brevettando semi e spore perfettamente naturali come li avessero inventati loro. Non si chiama mercato, servirebbe un neologismo per identificarli.

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