Ubaldo il netturbino e le anime belle

guardate che scopata'- ubaldo manuali, netturbino di 59 anni romano, si vantava con gli amici di... - Dagospia

È davvero avvilente il ripetersi ottuso di certe narrazioni: donne sempre vittime di uomini abominevoli. Nessuna sfumatura di senso nelle dinamiche narrate: lei innocente lui aguzzino. Sta andando così anche per Ubaldo il netturbino, accusato di aver violentato un imprecisato, per ora, numero di donne. Ora, se è vero che il 59enne barbuto non è uno stinco di santo, è altresì vero che tu, donna innamorata del tamarro semi-palestrato somigliante a Keanu Reeves, se non sai tenere a bada l’ardore che ti suscitano le sue foto e le sue parole, nel momento in cui vai a casa sua per scopare, se qualcosa va storto e lui ti narcotizza facendo di te quello che vuole, la colpa è anche tua che ti sei fidata di uno sconosciuto. Perché sconosciute sono le persone con le quali ci interfacciamo tramite i social. E lo sono pure, per paradosso, quelle che ci vivono accanto.

Swifterature

Taylor Swift: Here's why there's no one else like her.

Con ogni probabilità la professoressa associata Elly McCausland è una donna illuminata: malgrado sulle prime possa apparire stravagante, il suo corso all’università di Gand, in Belgio, sui testi delle canzoni di Taylor Swift contenenti involontari richiami alla tradizione letteraria, sta avendo successo. E ha il grande merito di aver riportato alla luce alcune figure straordinarie della letteratura inglese come Chauser, Dickens e Sylvia Plath. “Voglio dimostrare che i classici possono diventare più accessibili se li guardiamo da un’angolazione leggermente diversa” spiega, forte dell’interesse suscitato anche al di fuori dell’ateneo.

“Literature: Taylor’s Version” è un progetto il cui approdo definitivo resta ancora incerto. Ma se dovesse diventare un classico alla maniera dei fantasmi letterari evocati, significherebbe che la didattica a suon di musica funziona. Dunque, tocca agli adulti fare in modo che per i giovani lo studio diventi un piacere, e non solo una mera e stantia necessità.

Terronia fa stato a sé

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Stamattina ho incrociato una coppia attempata e ben abbronzata la cui componente femminile ricordava, per trucco e parrucco, la Loren dei seventies. Vivace e querula, interrogava il marito: “Ma perché qui nessuno usa le cinture? guarda guarda tutti senza cinture!”. Sopraffacendo la mia naturale ritrosia, mentre cercavo di infilarmi tra i tavolini di un dehor e loro, le ho spiegato: “Signora, qui le cinture non le abbiamo mai usate, neppure quando “all’inizio” i vigili multavano di tanto in tanto qualcuno per apparire zelanti”. E lei: “Sa, noi abitiamo a Padova e tutti allacciano le cinture, per noi è normale”. “Immagino”, ho detto di rimando, sorridendo con rassegnata consapevolezza. A quel punto il marito, come temendo che la moglie fosse stata troppo puntigliosa, ha detto: “E poi questi incroci… sono tanti e stretti, sono pericolosi”. Ci siamo salutati convenendo che certi meccanismi non hanno spiegazione e che vanno accettati come dogmi.

Ora, ai forestieri in visita al sud andrebbe inviato un messaggio di Alert come quello che oggi alle 12 è arrivato a tutti gli italiani. Perché Terronia è una terra fiera della propria inciviltà e poco incline ad adeguarsi all’ortodossia, a meno che non arrivi da un fenomeno alla moda. Basta pensare che i più anziani tra noi, quando arrivano sotto casa, suonano il clacson per dire “cala la pasta”.