Metto le mie tett*ne in primo piano così facciamo audience

Arisa: "Metto le mie tett*ne in primo piano così facciamo più audience"

C’è poco da fare, la scarsa autostima produce danni anche in persone come Arisa che pure una qualche forma di talento ce l’ha. Così, mentre la premier Meloni in chiusura del discorso sulla fiducia si è definita underdog ricordando un passato dalle premesse poco promettenti, Arisa insiste col proporsi seminuda per incentivare le ragazze ad accettarsi per come che si è. Ora, non è l’esibizione di certe parti del corpo a infastidire, quanto il messaggio sotteso: per attirare l’attenzione spogliati, con o senza difetti. Ma dell’importanza di avere un cervello nessuno parla mai, e poi ci meravigliamo se una ragazza della Garbatella diventa la prima Presidente del Consiglio della storia italiana.

P.S. Il taglio ironico di certi video non funziona più, qualcuno glielo dica ad Arisa.

Qui i dettagli.

Arisa e le altre

Arisa, nude look per il nuovo brano

Sta facendo di tutto per apparire spregiudicata ma si vede lontano un miglio che arranca, perché una persona che lo è per davvero, spregiudicata, non temendo giudizi di sorta si mostra orgogliosa senza filtri né ritocchi. Arisa, invece, ha qualche complesso di troppo e questa foto ne è la prova. Voleva essere sexy e provocante? Legittimo, ma poteva riuscirci tranquillamente anche senza photoshop.

Ovviamente il problema non è Rosalba Pippa ma, e questa è cronaca locale, la sessantenne che rifiuta una storia seria perché non vuole rinunciare ad esporsi su Instagram, come le chiede il poveretto che le corre dietro. Poveretto al quale peraltro ha già accordato i suoi favori ma che, stando alla ritrosia che ha fatto seguito ai primi congiungimenti, evidentemente non è in grado di procurarle le stesse ondate di piacere che le arrivano dai selfie a cui ricorre compulsivamente. Che scempiaggine queste donne che si danno in pasto agli antropofagi senza neppure averne contezza! Fin troppo facile dedurre che non sarà il diluvio universale ad estinguerci, ma la stupidità che né il buonsenso né l’anagrafe riescono ad arginare.

Arisa: a 9 anni ero già formosa, a 11 ho scandalizzato i miei

Arisa nuda su Instagram, la foto hot: «I miei genitori mi hanno fatto bella e perfetta» - Il Mattino.it

Partendo dal presupposto che Arisa mi piace come persona, e dunque sarò di parte, dico che l’ho trovata particolarmente autentica in un’intervista che le ha fatto Jonathan Bazzi per Vanity Fair. Riporto per sommi capi quanto ha dichiarato.

Sull’adolescenza

“Il mio corpo è cresciuto di colpo. Lo sviluppo a nove anni: le forme, il seno, l’altezza. I miei genitori non mi facevano uscire di casa, erano terrorizzati, mi vedevano come qualcosa di incontrollabile, anche perché ero esuberante, molto aperta. Avevano paura che qualcuno potesse farmi del male, che si potesse approfittare di questa mia predisposizione al “vale tutto”, che tra l’altro ancora ho”.

Sulla ribellione ai genitori

“Mi sono fatta fare il primo succhiotto a 11 anni. Non sapevo neanche che cosa fosse. Mio padre mi ha visto il collo, uno shock: “Rosalba, cos’hai fatto?” La prima sigaretta invece a nove anni. Ho subito voluto dirglielo per fargli capire che non ero quella che lui pensava. Da noi si litigava tutti i giorni a causa mia”.

Verso la libertà

“A 19 anni via da casa. A Bergamo per pochi giorni, poi a Milano. Mille lavori diversi, ma sempre felice”.

La tristezza d’amore

“Quando non mi sento corrisposta, quando mi piace qualcuno e non capisco che cosa pensa. Delle strategie io non ho nessuna nozione, ho la teoria, ma poi la pratica mi frega. L’unica mia arma è la sincerità: chiedere e dare”.

Il nuovo album (Ero romantica)

“Questo disco è anche una denuncia del perbenismo imperante, delle presunte “vergogne”, quelle che la gente rinnega, copre. Io non mi vergogno di niente: dal sesso al romanticismo, passando per il masochismo, il menefreghismo. La vera svolta secondo me arriva quando prendiamo coscienza di questo: tutti siamo tutto”.

Sullo Stato

“Uno Stato civile si dovrebbe preoccupare della felicità di tutti, come un buon genitore ha a cuore la vita serena dei suoi figli. Invece alla Stato sembra interessare che noi restiamo in vita, e basta. Ci vuole vivi per pagare le tasse e le multe, non ci vuole felici. Poi tante persone che stanno in parlamento e fanno le leggi hanno vite doppie”.

Su Milano (porta Venezia, zona LGBTq+)

“Lì mi sento a casa, tra persone libere, aperte. I ragazzi gay che frequento in porta Venezia per me sono un po’ come tanti gentiluomini con cui passo il tempo, che mi aiutano. Vivo da sola, ma è come se non lo fossi mai. Alla fine ho capito questo: che voglio essere felice. Di notte, quando ho un problema, cammino fino a piazzale Loreto, vado a parlare con le ragazze trans che stanno in strada. Quando non so dove sbattere la testa e ci sono le cose indicibili, lì trovo sempre un cuore pronto ad ascoltarmi”.

P.S. La scelta della foto non è casuale. A me pare che Arisa abbia lavorato molto per diventare “cigno”. C’è riuscita senza fare uso della chirurgia estetica, privilegiando il lavoro su se stessa. Un miracolo dell’intelligenza. E dell’inquietudine.