Circolare è meglio che lineare

   Ha intuito che era tempo di cambiare rotta e passare dall’economia lineare a quella circolare facendo yachting offshore, pratica estrema che l’ha portata, nel 2005, ad aggiudicarsi il record mondiale di circumnavigazione del globo in solitaria e il titolo di Dame of the British Empire. Schiva, e compresa nel ruolo di riformatrice dell’economia, Ellen MacArthur è sconosciuta ai più ma non alle tavole rotonde del World Economic Forum di cui, a differenza di Greta Thunberg, è beniamina perché come spiega lei stessa “la mia Fondazione ha parlato, fin dalla sua nascita, la loro lingua, quella dei soldi, focalizzandosi sui benefici economici dell’economia circolare, che sono molti e chiaramente quantificabili”. Ed è stato proprio questo il punto di forza di MacArthur, l’aver dimostrato, dopo anni di studi seguiti all’abbandono dello yachting estremo, che i princìpi dell’economia circolare avrebbero avuto un buon impatto se applicati in modo sistemico e soprattutto – qui titillando gli interessi di giganti come Google, Intesa Sanpaolo e Renault ora suoi partner – i vantaggi economici sarebbero stati reali per i big player, i protagonisti dell’economia. La missione della Fondazione Ellen MacArthur è quella di abolire l’economia lineare che trasforma le materie prime in prodotti destinati a un ciclo che si compie in discarica (esiguo il quantitativo che finisce al riciclo), per sostituirla con l’economia circolare in grado di allungare la vita dei prodotti attraverso la ripartizione, la ridistribuzione e la rigenerazione, processo che ingloba anche oggetti derivanti da materiale biologico per i quali è prevista la re-immissione nel ciclo naturale e la trasformazione in bio-energia. Ma perché ciò si realizzi bisogna disassemblare gli oggetti prima che arrivino in discarica, abbandonando l’obsolescenza programmata e quindi confidando su una progettazione intelligente che consenta di recuperare a fine ciclo tutte le parti. Semplice, no?