Si fosse trattato di un’umiliazione privata, con ogni probabilità le cose sarebbero andate diversamente; ma una manata sui glutei a favore di telecamera non poteva essere derubricata a goliardata, e meritava una punizione. Non sta a noi quantificare la pena, ma un anno e sei mesi per violenza sessuale al ristoratore marchigiano che molestò la giornalista Greta Beccaglia in diretta tv, possono essere un ottimo punto di ripartenza per tutti gli incivili che non sanno stare al mondo. Tra l’altro il condannato non andrà neppure in carcere: se la caverà partecipando a un percorso di trattamento psicologico, e versando una provvisionale di 15mila euro a Beccaglia e di 10mila all’Ordine dei giornalisti della Toscana e della Federazione nazionale della stampa che si sono costituiti parte civile nel procedimento. I fatti risalgono alla sera 27 novembre 2021. Allora le polemiche si sprecarono, gli insulti anche, soprattutto nei riguardi della parte lesa. Da ieri gli squallidi leoni da tastiera sono tornati all’attacco contro la giornalista. Prova tangibile di un’ignoranza così pervasiva da farti dubitare seriamente che in quelle calotte craniche ci sia mai stata materia grigia.
Tag: Greta Beccaglia
Una cena in onore del molestatore di Greta Beccaglia
Una tavolata di cinquanta donne per esprimere solidarietà ad Andrea Serrani, il ristoratore di Chiaravalle (Ancona) indagato per il reato di violenza sessuale dopo aver molestato l’inviata di Toscana Tv, Greta Beccaglia. La cena sarà consumata questa sera nel ristorante del nostro eroe che così avrà pubblicità gratis a livello nazionale per il suo locale. Ormai siamo alla follia, minacce social a Greta, non si capisce bene a che titolo, e minacce di morte all’aggressore che però può contare sulla solidarietà della compagna e dei gruppi social della sua città che, minimizzando, lo difendono e si soffermano con malcelata malizia su alcune foto prese dai profili social di Beccaglia.
Ora, questo polverone deve rientrare, in un modo o nell’altro. Ma quelle donne che tra qualche ora offriranno la loro solidarietà al Serrani, devono sapere di essere regredite culturalmente. Perché va bene, una manata sul sedere non è un omicidio, ma è pur sempre la manifestazione tangibile dell’idiozia di un uomo incapace di rispettare una donna.