Ian Tattersall, uno sguardo trasversale sulla pandemia

  Il paleontologo Ian Tattersall vive e lavora a New York. Non ha molta fiducia sulla lungimiranza umana e a Telmo Pievani, che lo ha intervistato, spiega il suo punto di vista sull’argomento che interessa il pianeta: coronavirus e futuro. A proposito della disoccupazione negli Stati Uniti dice: “Questa è una crisi occupazionale imposta da un virus, non da una caratteristica del ciclo economico. Il Congresso ha optato per la liberalizzazione delle indennità di disoccupazione, inducendo i datori di lavoro a licenziare i dipendenti, senza garanzie di reimpiego dopo la crisi. I licenziati hanno inondato di domande gli uffici statali, generando un’ansia diffusa. Sono stati incoraggiati a trovare occupazioni alternative nel settore dei servizi essenziali, temporaneamente fiorente. Il virus di per sé può infettare a caso, ma si sta abbattendo di più su coloro che non hanno modo di mantenere le distanze di sicurezza, che sono costretti dalle circostanze a vivere stipati insieme e a fare lavori pericolosi”.

   Su come ci comporteremo in futuro non ha dubbi: “La morale di questa vicenda è che noi umani impariamo raramente dalla storia. Guardi a come abbiamo disimparato presto la lezione della crisi finanziaria del 2008. Il problema è che siamo culturalmente guidati, quindi riluttanti ad abbandonare i modi in cui abbiamo imparato a credere o a comportarci. Gli scienziati ci avevano avvertito da tempo del problema dei salti di specie dei virus e dei mercati con animali vivi, ma i politici sono molto restii a inimicarsi la gente vietando pratiche tenaci, per quanto autodistruttive. Nella mente umana, il calcolo a breve termine supera sempre il vantaggio a lungo termine”.

  Sugli agenti patogeni chiarisce: “Noi abbiamo sempre dovuto convivere con i patogeni. Ma nell’ultimo secolo o giù di lì, i successi della ricerca avevano alzato le nostre aspettative circa il grado di protezione che la scienza poteva garantirci da simili disastri. Il problema specifico al momento attuale è la densità senza precedenti in cui viviamo. Con quasi otto miliardi di abitanti sul pianeta, per lo più stipati guancia a guancia in città superaffollate, per non dire di quando voliamo da una città all’altra chiusi dentro tubi con le ali, offriamo ai patogeni un serbatoio mondiale incomparabile in cui prosperare. E questo è un fatto di cui dovremo essere ben consapevoli quando qualcosa di ancora peggiore di Covid-19 ci colpirà. Ci sono infatti molti altri virus che potrebbero fare il salto di specie”.

foto: un’opera di Luke Jerram