Far fruttare il dolore

American Beauty: è la famiglia, bellezza! Buon compleanno Sam Mendes

Poiché va di moda, qui e oltreoceano, raccontare di essere state violentate – a patto che i fatti risalgano a molto tempo prima, e non si capisce il perché – ecco che l’ex conturbante biondina di American Beauty, Mena Suvari, arriva in libreria con l’autobiografia The Great Peace: A Memoir, in cui racconta di un’adolescenza matrigna e di essere stata costretta, nel giorno del suo tredicesimo compleanno, a un rapporto sessuale da un amico quindicenne dei fratelli. Fatto salvo che “una parte di me morì in quel giorno“, tutto questo raccontarsi per “superare i pensieri negativi che fino ad allora mi avevano tenuta in ostaggio“, suona strano. Una donna come Suvari che, al netto della violenza di cui sopra e delle relazioni nocive in cui si è invischiata da adulta, ha avuto tanto successo come attrice, deve proprio rendere partecipi gli altri di ciò che le ha causato forti turbamenti? Tra i comuni mortali che soffrono per una miriade di motivi e lei, c’è un’unica differenza: i primi appartengono a una massa informe di anime che non ci guadagnerebbero nulla a pubblicare le proprie lamentazioni, mentre Suvari appartiene al club degli ex attori che si riciclano come scrittori, riuscendo a ricavare più di qualcosa grazie al battage pubblicitario. Se aggiungiamo pure che sui social non fa mistero di amare i prodotti “eco”, la fenomenologia del dolore brucia di incenso mefistofelico.