Diaco e BellaMa’, un flop da 274mila euro

Mi scuseranno i benaltristi, dei quali per inciso non mi frega nulla, ma dal momento che siamo obbligati a pagare il canone rai, non sarebbe ora di essere trattati con i guanti bianchi? Le programmazioni quotidiane sia nella fascia pomeridiana che nel prime time sono di qualità scadente, con conduttori e conduttrici strapagati senza merito. L’ultimo della serie è Pierluigi Diaco al timone di BellaMa’ che registra uno share del 3% e vanta ospiti, mi è capitato di intercettare un Mal d’annata, della cui vita non importa a nessuno se non a qualche nostalgico (per tacere della confusione insita nel meccanismo stesso del programma che dovrebbe contrapporre matusalemme e giovani). Il Foglio riporta che Diaco ha sottoscritto un contratto da 274.280 euro, in soldoni  1.560 a puntata, a cui vanno aggiunti i 20mila di premio, sulla fiducia, per l’ideona che ha dato vita a BellaMa’.  È un flop anche il programma di Ilaria D’Amico ma l’azienda, che campa beatamente grazie al canone e alla pubblicità à gogo, non muove un dito, speranzosa che qualcosa cambi a breve. È davvero quello ci meritiamo? e perché mai le persone che non hanno scelta – la concorrenza fa ugualmente schifo – dovrebbero essere sottoposte a questa istigazione all’appiattimento e all’abbruttimento?

Pierluigi Diaco, sapete perché ha chiamato il suo nuovo programma BellaMa'? Il motivo è bizzarro