Covid-19: I nativi americani soffrono di più. Chiedete a Trump

  Tommy Orange, scrittore appartenente alla tribù dei Cheyenne del Sud, è molto preoccupato per i cinque milioni di nativi americani particolarmente provati dal Covid-19: nelle riserve non c’è abbastanza acqua corrente per tutti, alcune aree sono prive di elettricità e gli spazi in cui convivono famiglie multigenerazionali sono troppo esigui, quindi ottimo veicolo di contagio. Orange, che si definisce fortunato perché vive vicino al parco nazionale di Yosemite, zona non colpita in modo serio dal virus, a proposito di Trump, in un’intervista telefonica a Marco Bruna, dice: “Trump odia i nativi americani e non ha mai perso occasione per dimostrarlo. Pensi che il presidente che più ammira è Andrew Jackson, che in lingua creek, ai primi dell’Ottocento, era soprannominato Sharp Knife per la sua crudeltà. Jackson fu un incubo per la nostra gente. Approfittando di questo momento, dell’attenzione di tutti verso il coronavirus, Trump prova a sottrarci le nostre terre sacre per sfruttarne le risorse naturali. Ai Mashpee Wampanoag del Massachusets ha già portato via oltre 120 ettari a fine marzo, mettendo a rischio la loro sovranità su quegli antichi territori. Purtroppo abbiamo a che fare con un presidente che non ama essere contraddetto e che non è capace di ascoltare. Chiunque lo abbia ostacolato politicamente non ha fatto una bella fine”.

  Come da copione, sono sempre i più deboli a pagare il prezzo più alto.