Come i fiumi

Come i fiumi

LANGSTON HUGHES
IL NEGRO PARLA DEI FIUMI
Ho conosciuto fiumi:
Ho conosciuto fiumi antichi come il mondo e più antichi del flusso
del sangue nelle vene degli uomini.

La mia anima è diventata profonda come i fiumi.

Mi sono bagnato nell’Eufrate quando le albe erano giovani.
Ho costruito la mia capanna in riva al Congo che mi cullava il sonno.
Ho contemplato il Nilo e ho innalzato le Piramidi accanto ad esso.
Ho ascoltato il canto del Mississippi quando Abe Lincoln
scese a New Orleans e ho visto il suo torbido
seno farsi d’oro quando cade il sole.

Ho conosciuto fiumi:
antichi, fiumi scuri.

La mia anima è diventata profonda come i fiumi.

(da Poesie 1920-1930 in Opere raccolte di Langston Hughes, 1994)washingtonews-49-1080x628

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È la prima poesia di Langston Hughes, poeta statunitense afroamericano: la scrisse sul retro di una busta in dieci minuti su un treno diretto in Messico e apparve in Crisis nel 1921; tratta un tema che esplorerà per tutta la carriera, l’esperienza degli afroamericani nella storia e l’identità e l’orgoglio della popolazione nera. A noi italiani riecheggia I fiumi di Giuseppe Ungaretti: vi è l’identica consapevolezza delle radici, la medesima ricerca della fonte da cui si deriva. Hughes ripercorre la storia del mondo, dalla civiltà mesopotamica agli Egizi, dalla libertà nel Congo alla schiavitù americana, rivendicando quell’umanità negata. Una piccola nota: non meravigli la parola “negro” ora considerata offensiva, è il termine usato dallo stesso Hughes, a sottolineare il disprezzo con cui veniva comunemente usata.

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