uccello

IL PETTIROSSO (poesia)

E’ da un po’ di tempo che sono arrivati i pettirossi .Sono volatili curiosi e timorosi che si appoggiano sul muretto della mia terrazza. Io mi diverto ad osservarli mentre beccano i semini che preparo per loro.

IL PETTIROSSO

Con l’arrivo dell’autunno
scende a valle il pettirosso
e rallegra col suo canto
le giornate uggiose e fresche.
Dai freddi monti è fuggito
in cerca di cibo e aria mite
è sceso a valle il pettirosso
a svernare nei giardini.
Di buon’ora stamattina
sui verdi rami
dell’oleandro
cinguettavi allegramente,
bentornato pettirosso
il buongiorno è gioioso
col tuo melodioso canto.
In inverno inoltrato
quando il cibo
ormai scarseggia
il pettirosso affamato
le mie bacche una ad una
pian pianino le divora.
Pettirosso tu mi piaci
vola libero tra i rami
e rallegra col tuo canto
i giorni uggiosi dell’inverno.
L’uccellino dai colori smorti
ha sul petto piume rosse,
raccontava una leggenda
che col becco volle togliere
la pungente corona di spine
dalla testa di Gesù morente.
Si ferì nel suo umile intento
e da quel dì ogni soffice piuma
come emblema della sua bontà
si tinse di un rosso sgargiante.

Maria Gioia Benacquista

tratto da https://www.poesieracconti.it/poesie/opera-117568

isola sperduta

Un giorno andrò

 

Un giorno andrò
oltre le pallide scogliere
ad abitare l’isola dei sogni.
Un giorno me ne andrò
lontano da qui,
e quando il mondo avrò girato
qualcuno chiederà: che fai?
non vedi quanta melma hai calpestato?
Sei tutto lordo, puzzi e non lo sai.
Allora tornerò sui passi miei,
finché la riva del mare avrò trovato;
là l’onda mi cullerà,
mentre le pallide scogliere
splenderanno al sole,
e dal grande mare azzurro
fino alle verdi sponde
si leveranno mille canti al cielo
e tutto sarà pace e melodia
intorno a me,
nell’isoletta mia.

Pierluigi Cappello

da https://lombradelleparole.wordpress.com/chi-siamo/

nudo di donna

Corpo di donna di Pablo Neruda

Corpo di donna, bianche colline, cosce bianche,
assomigli al mondo nel tuo gesto di abbandono.
Il mio corpo di rude contadino ti scava
e fa scaturire il figlio dal fondo della terra.
Fui solo come un tunnel. Da me fuggivano gli uccelli
e in me irrompeva la notte con la sua potente invasione.
Per sopravvivere a me stesso ti forgiai come un’arma,
come freccia al mio arco, come pietra per la mia fionda.
Ma viene l’ora della vendetta, e ti amo.
Corpo di pelle, di muschio, di latte avido e fermo.
Ah le coppe del seno! Ah gli occhi d’assenza!
Ah le rose del pube! Ah la tua voce lenta e triste!
Corpo della mia donna, resterò nella tua grazia.
Mia sete, mia ansia senza limite, mio cammino incerto!
Rivoli oscuri dove la sete eterna rimane,
e la fatica rimane, e il dolore infinito.

tratto da http://libreriamo.it/libri/giornata-contro-violenza-sulle-donne-l10-poesie-emozionanti-dedicate-alluniverso-femminile/

ritratto

A tutte le donne

Il 25 novembre è la giornata contro la violenza alle donne
Fragile, opulenta donna, matrice del paradiso
sei un granello di colpa
anche agli occhi di Dio
malgrado le tue sante guerre
per l’emancipazione.
Spaccarono la tua bellezza
e rimane uno scheletro d’amore
che però grida ancora vendetta
e soltanto tu riesci
ancora a piangere,
poi ti volgi e vedi ancora i tuoi figli,
poi ti volti e non sai ancora dire
e taci meravigliata
e allora diventi grande come la terra
e innalzi il tuo canto d’amore.

Alda Merini

polenta

La polenta


Li lenghis di fouc,
sot la ciardera,
a scjaldin
l’aga di bol ch’a fuma.La man da la femina
a scjassa drenti
a ploia
la farina zala e finaPodopo la messeda
cul menescul di len,
spacant,
s’a coventa,
i grops, ch’a vègnin sù
I vulus dai frus
a vuardin strias
a menâ la polenta,
ch’a fâ bociatis di fun.La brea a è pronta
par rebaltâla belchè cialda,
e,
in mies la taula,
a somea ‘na regina.A è propit vera,
che:” la polenta ta la brea
a ten dòngia duta la famea.”

 

La polenta. Le lingue di fuoco, / sotto il paiolo, / scaldano / l’acqua bollente, che fuma. // La mano della donna / vi scrolla dentro / la farina gialla. // Poi la mescola / col cucchiaio di legno, / rompendo, / se occorre, / i grumi che vi affiorano. // Gli occhietti dei bimbi, / osservano rapiti, / girare la polenta, / la quale sbuffa fumando. // Il tagliere è pronto, / per rovesciarla ancora calda: / in mezzo alla tavola / pare una regina. // E’ proprio vero, / che la polenta / sul tagliere / tiene unita tutta la famiglia

fonte:http://www.natisone.it/0_store/furlanis/une_poesie_old.htm

villanova dellle grotte (Lusevera)
foto personale

Novembre

A tratti versa qualche goccia il cielo,

qualche piccola lacrima smarrita

e la selva si scuote irrigidita

in un subito brivido di gelo.

Il colchico nei luoghi più deserti

poggia pensoso, e sotto i pioppi lunghi

sorgono, nel silenzio umido, i funghi,

che tengono sempre i loro ombrelli aperti;

e nei giardini taciti e negli orti

nascon, quasi piangendo, i fiori estremi,

i crisantemi per i nostri morti.

Marino Moretti

fonte:http://www.robertosconocchini.it/discipline-italiano/5595-novembre-poesie-e-filastrocche.html

pierluigi-cappello

Assetto di volo (Pierluigi Cappello)

A Gino Lorio, in memoria

Con lui venivano una determinazione feroce
dalla camera alla palestra
i cento metri percorsi in cinque minuti,
con una tensione di motore imballato
tutta la forza del suo corpo spastico
ribellata alla forza di gravità.

Sant’Agostino diceva che perfezione
è la carne che si fa spirito, lo spirito che si fa carne
ma non è vero: ogni mattina i puntali delle stampelle
scivolano metro a metro per guadagnarne cento
ogni mattina lo spirito è tagliato via da quel corpo,
dalle suole strascicanti e dalle nocche strette,
bianche sull’impugnatura,
ogni mattina dal dorso di lottatore
si stacca un collo di tendini tesi e redini allentate
un urlo chiuso nella sua profondità,
perfetto nella sua separazione.

E io vi vedo una bellezza di cimieri abbattuti
e dentro la parola andare la parola compimento
e sono sicuro che lui sogna baci pieni di vento
mentre la volontà conquista le giornate a morsi,
schiaffo dopo schiaffo perché venga la sera
schiaffo dopo schiaffo chiglia in piena bufera.

Ci vuole un’estate piena e un padre calmo,
un dio non assiso in mezzo agli sconfitti
ma così in tutta bellezza lo posso immaginare
come un bambino alle prime pedalate,
reggilo, eccolo, tienilo così – adesso tiene
uniti la terra e il cielo dell’estate
non sbanda più, vince, è in equilibrio,
vola via.

http://www.pierluigicappello.it/?page_id=114

Pierluigi Cappello (Gemona del Friuli8 agosto 1967 – Cassacco1º ottobre 2017) è stato un poeta italiano.[1] Ha scritto numerose opere in lingua friulana, rientrando nell’omonima letteratura.

Biografia

È nato a Gemona del Friuli nel 1967, ma è originario di Chiusaforte, dove ha trascorso la fanciullezza. Dopo aver compiuto gli studi superiori a Udine, ha frequentato la facoltà di Lettere presso l’Università di Trieste. Nel 1999 assieme a Ivan Crico ha ideato, e diretto per diverso tempo, La barca di Babele, una collana di poesia edita dal Circolo Culturale di Meduno, che accoglie autori noti dell’area friulana, veneta e triestina. È poi vissuto a Cassacco dove scriveva e dove era impegnato in un’intensa attività artistica e di diffusione della cultura anche nelle scuole e all’università. Varie e significative sono le iniziative culturali sviluppate in Friuli che fanno capo a questo poeta, legate alla poesia, alla saggistica, al teatro. Numerosi i premi nazionali vinti con i suoi libri di versi e citati di seguito. Per Il me Donzel ha ricevuto i premi Città di San Vito 1999 e Lanciano-Mario Sansone 1999, quest’ultimo ex aequo con Bianca Dorato. Con Dittico, che comprende poesie inedite in friulano e in italiano, ha vinto il Premio Montale 2004.

Nel 2006 ha pubblicato quasi tutte le raccolte delle sue poesie in Assetto di volo, a cura di Anna De Simone, con introduzione di Giovanni Tesio, Crocetti Editore, Milano. Per questo libro ha vinto il Premio Nazionale Letterario Pisa; il Premio Bagutta 2007 sezione Opera Prima, il Superpremio San Pellegrino 2007, il Premio Speciale della Giuria “Lagoverde 2010”.

Un nuovo libro di poesie, Mandate a dire all’imperatore, con postfazione di Eraldo Affinati, è stato pubblicato da Crocetti Editore, Milano 2010.

Sue poesie sono apparse sulle seguenti riviste e antologie: «Caffè Michelangiolo», «clanDestino», «Diverse Lingue», «La Battana»,«Poesia», «Tratti»; «Il pensiero dominante», a cura di F. Loi e D. Rondoni, Garzanti, Milano 2000; «Fiorita periferia. Itinerari nella nuova poesia in friulano», a cura di G. Vit e G. Zoppelli, Campanotto Editore, Udine 2002; «Tanche giaiutis (Come averle). La poesia friulana da Pasolini ai nostri giorni», a cura e con un saggio introduttivo di A. Giacomini, Associazione Colonos, Lestizza (Ud) 2003; «La stella polare. Poeti italiani dei tempi “ultimi”», a cura di Davide Brullo, Città Nuova Editrice, Roma 2008. “Mandate a dire all’imperatore”, in “Poesia”, Anno XXII, marzo 2009, N. 236, pp. 17–22. Ha pubblicato, riunite in volume, anche prose liriche comparse precedentemente su riviste, libri, monografie di poeti, con il titolo «Il dio del mare», Lineadaria Editore, Biella 2008. Sulla sua poesia hanno scritto, tra gli altri, Giovanni Tesio, che è l’autore di gran parte delle introduzioni ai suoi libri, Anna De Simone, Amedeo Giacomini, Alessandro Fo, Franco Loi, Mario Turello e Gian Mario Villalta.

Con Mandate a dire all’imperatoreCrocetti Editore, si aggiudica il Premio Viareggio-Rèpaci 2010 per la poesia[2].

Il 6 novembre 2012, al palazzo del Quirinale, riceve dalle mani del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano il premio Vittorio De Sica 2012 per la poesia.

Il 21 giugno 2013 l’Accademia dei Lincei gli conferisce il Premio «Maria Teresa Messori Roncaglia ed Eugenio Mari» per l’opera poetica.[3]

Nel novembre 2013 riceve il premio letterario “BRUNO CAVALLINI” per la poesia.

Il 27 settembre 2013 l’Università di Udine gli conferisce la laurea honoris causa in Scienze della formazione.

Il 5 dicembre 2013 la città di Udine gli conferisce la cittadinanza onoraria.

Il 13 dicembre 2013 riceve la cittadinanza onoraria del comune di Tarcento, dove ha creato e diretto per anni la rassegna intitolata “Lo sguardo della poesia, restare umani. Percorsi di poesia contemporanea”.

Nel cuore del Festival Vicino Lontano, il 17 maggio 2014, al Teatro Giovanni da Udine, è avvenuta la consegna del premio letterario internazionale Terzani ex aequo a Pierluigi Cappello e a Mohsin Hamid.

Il 20 settembre 2014, a Pordenone, ha presentato un suo nuovo libro, scritto per i bambini, Ogni goccia balla il tango (Rizzoli 2014).

Il 24 novembre 2016 a Udine è stato presentato da Gian Mario Villalta un nuovo libro di poesie, Stato di quiete, con prefazione di Jovanotti seguita da una sua nota introduttiva, BUR contemporanea, Rizzoli, Milano 2016.

Opere

Poesie

  • Le nebbie (Campanotto, Udine 1994)
  • La misura dell’erba (I. M.Gallino, Milano 1998)
  • Il me Donzel (Boetti, Mondovì 1999)
  • Amôrs (Campanotto, Udine 1999)
  • Dentro Gerico (La Barca di Babele, Circolo Culturale di Meduno, Pn, 2002)
  • Dittico (Liboà editore in Dogliani, Cn, 2004).
  • Assetto di volo (Crocetti Editore, Milano 2006)
  • Mandate a dire all’imperatore (Crocetti Editore, Milano 2010)
  • Azzurro elementare. Poesie 1992-2010 (BUR contemporanea, Rizzoli, Milano, luglio 2013)
  • Stato di quiete, Poesie 2010-2016, BUR contemporanea, Rizzoli, Milano 2016.

Prose

  • Il dio del mare (Lineadaria Editore, Biella 2008).
  • Questa libertà (Rizzoli, Milano, settembre 2013)
  • Ogni goccia balla il tango. Rime per Chiara e altri pulcini. Illustrazioni di Pia Valentinis, (Rizzoli, Milano, settembre 2014.)
  • “Il dio del mare” (BUR contemporanea, Rizzoli, Milano 2015), prefazione di Antonio Prete.
  • fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Pierluigi_Cappello
fotografia

Tramonto d’Autunno

 
Pronto, su ‘l mar natale
cui nasconde la luna,
ride il sole autunnale,
dolce come la luna.
S’ode il mare pe ‘l lido
gemere, lento e grave.
S’ode talora il grido
fievole d’una nave
che faticosa in vano
lotta co ‘l vento avverso.,
o il richiamo lontano
d’un uccello disperso,
o l’improvviso tuono
d’un’onda più gagliarda.
Ride il sole, già prono,
e dolcemente guarda.
Gabriele d’Annunzio
da giovane

In memoriam

Sono passati quarantanni
da quando in silenzio
te ne sei andata,
cara mamma.
Spesso ti penso e ti rivedo,
eravamo come due amiche che
si confidano ogni cosa.
Troppo presto ci hai lasciato,
avevi solo cinquantadue anni.
Eri negli anni migliori della tua vita,
mi avresti insegnato ancora tante cose.

Olgy