Chi non ha mai voluto inseguire il Coniglio Bianco, prendere il tè con il Cappellaio Matto o ricambiare il sorriso al sornione Stregatto?
“Alice nel paese delle Meraviglie” è forse l’opera più nota di Carroll e la più riprodotta, fra recite e film. Sembra banale farne una recensione: è così un tale capolavoro che qualunque ripetizione appare superflua.
Tutti conosciamo la piccola bambina inglese che un giorno, scambiando il sogno con la realtà, insegue un bizzarro coniglio bianco che in tutta fretta scompare in un buco. Anche il lettore, seguendo Alice, potrà conoscere cosa si cela in anfratti piccoli e dietro a porte di dimensioni strane; potrà prendere il tè con il simpatico Cappellaio Matto o cercare di dipingere di rosso delle rose bianche, per andare così incontro al favore della dispotica Regina di Cuori.
“Tagliategli la testa!”
(Regina di cuori)
E’ uno dei classici che va letto prima o poi nella vita e io ho trovato questa versione dei “Mini Mammut” eccellente, con note e spiegazioni e con annesso il breve seguito (passatemi questo termine, anche se recentemente al cinema ne è stata data una versione dignitosa) ne “Alice attraverso lo specchio“.
Seppur soggiocati dalla versioni Disney e di Tim Burton, trovo che ritornare alle origini della storia stessa sia essenziale per riscoprire il meraviglioso mondo oltre la tana del Coniglio Bianco.
Consigliato non solo per iniziare i bambini alla lettura, ma anche per i grandi che vogliono riscoprire qualcosa di genuino e fantastico.