Recensione “Alice nel paese delle meraviglie” di L. Carroll

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Chi non ha mai voluto inseguire il Coniglio Bianco, prendere il tè con il Cappellaio Matto o ricambiare il sorriso al sornione Stregatto?

Alice nel paese delle Meraviglie” è forse l’opera più nota di Carroll e la più riprodotta, fra recite e film. Sembra banale farne una recensione: è così un tale capolavoro che qualunque ripetizione appare superflua.

Tutti conosciamo la piccola bambina inglese che un giorno, scambiando il sogno con la realtà, insegue un bizzarro coniglio bianco che in tutta fretta scompare in un buco. Anche il lettore, seguendo Alice, potrà conoscere cosa si cela in anfratti piccoli e dietro a porte di dimensioni strane; potrà prendere il tè con il simpatico Cappellaio Matto o cercare di dipingere di rosso delle rose bianche, per andare così incontro al favore della dispotica Regina di Cuori.

“Tagliategli la testa!”
(Regina di cuori)

E’ uno dei classici che va letto prima o poi nella vita e io ho trovato questa versione dei “Mini Mammut” eccellente, con note e spiegazioni e con annesso il breve seguito (passatemi questo termine, anche se recentemente al cinema ne è stata data una versione dignitosa) ne “Alice attraverso lo specchio“.

Seppur soggiocati dalla versioni Disney e di Tim Burton, trovo che ritornare alle origini della storia stessa sia essenziale per riscoprire il meraviglioso mondo oltre la tana del Coniglio Bianco.

Consigliato non solo per iniziare i bambini alla lettura, ma anche per i grandi che vogliono riscoprire qualcosa di genuino e fantastico.

 

Recensione “Osservavo il cielo, poi la pioggia” di Giuseppe Zanzarelli

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Consiglio caldamente questa raccolta di racconti del giovane scrittore e poeta Giuseppe Zanzarelli dal titolo “Osservavo il cielo, poi la pioggia” edito da Lettere Animate.
L’autore lascia la narrazione in mano a Friedrich che, seduto su una panchina, vede con gli occhi e con l’anima un mondo immerso nel silenzio e spesso distratto da ciò che non serve. Il suo è un silenzio necessario, anche se ha storie da raccontare; a volte ha come unico ascoltatore Herbert, un bambino morto nell’indifferenza e che sembra essere il punto di incontro di due diverse malinconie.

Quelle di Friedrich, e di Zanzarelli che ne dà la voce, sono storie di insicurezza umana e di silenziosi sussurri ad anime fragili. Conosciamo così l’insoddisfazione di un avventore in un bar in “Anima di parte”, l’indifferenza sociale ben ripagata in ” Dametown” e la solitudine di una suicida ne “L’ eco”; intenso il racconto centrale, dove assistiamo alla tragedia di vite spezzate nella strage avvenuta a Bologna nel 1980, che l’autore ricorda con la significativa frase finale “si sente l’eco della vergogna “.
Ma questi sono solo alcuni dei racconti che potrete trovare.
Prendete questo libro e leggetelo avvolti nel silenzio, sedendovi al fianco di Friedrich e facendo compagnia al piccolo Herbert; leggete  nello stesso silenzio  che l’ autore suggerisce per tutte le storie raccolte in quest’opera, dove le parole racchiudono straordinari mondi e ed intime riflessioni.

 

Recensione “Alfie Leng e i cacciatori di mostri” di Claudia Facchi

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Mostri nell’armadio e sotto il letto; presenze nella cantina e in soffitta; ombre senza spiegazione al di là della finestra. In qualunque modo noi li abbiamo chiamati o vissuti, tutti abbiamo avuto paura di qualcosa a cui nessuno credeva, specialmente da bambini.

Il  romanzo Alfie Leng e i cacciatori di mostri (edito Lettere animate) dimostra che qualcosa di vero c’è e che spesso le paure hanno una storia dietro che non va sottovalutata.
È lo stesso protagonista Alfie che, a otto anni, vede rapire il fratello maggiore da un mostro nell’armadio, ma nessuno gli crede, genitori compresi. Per lui inizia un’esistenza in cui verrà additato come un ragazzo con problemi, dove suo padre non capirà mai che non sta mentendo e dove la crescita lo porterà a credersi fuori posto nella sua stessa famiglia. Così, quando ormai adolescente scopre un gruppo che non solo crede ai mostri ma ne dà anche la caccia, capisce che può riscattare i suoi sensi di colpa nati dopo il rapimento del fratello. Tra mitologia che si fonde con il fantasy e una realtà semplice e tangibile, seguiamo Alfie nella scoperta del Pandemon, l’universo dei mostri che vive molto vicino al nostro mondo, dove sono annidiate le nostre paure che strisciano nel cuore della notte per toglierci la tranquillità.
Ho trovato la lettera scorrevole, semplice e mai pretenziosa. Lo spunto originale è ben amalgamato con reminiscenze storiche e letterarie. In alcuni passaggi c’era un potenziale che poteva essere sviluppato meglio,specie negli ultimi capitoli: dopo un inizio tanto promettente il finale sembra molto frettoloso.

Da leggere e far leggere, specialmente ai più giovani.

 

Recensione “Cronache della stirpe nascosta” di Isabella Vinci

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Mostri e mitologia in una storia fantasy, ma allo stesso tempo moderna. Così si presenta “Cronache della stirpe nascosta” di Isabella Vinci (edito presso Lettere Animate).
Un romanzo articolato in tre macro capitoli che ci fanno conoscere altrettanti personaggi interessanti, diversi e che si incastrano alla perfezione.
Per primo il Levietano, Padre creatore di tutti i mostri, appena risvegliato da un sonno lungo mille anni. Sarà lui a dare il via a questa storia che sembra raccontare gesta in circolo da sempre, portando elementi biblici e mitologici ad un piano narrativo fluido e attuale. Ridestato da un sonno necessario per salvarlo dal suo nemico, convocherà tutti i suoi figli per dare loro la possibilità di riscatto e salvezza.
Poi incontriamo la spia Nathalien, apparentemente solo un umano al servizio del programma governativo più famoso al mondo, ma la penserete diversamente dopo che conoscerete come lui la focosa Fenny, non altro che l’unica Fenice. Un incontro il loro scritto nel destino delle fiamme che alimenteranno con la loro storia.
Infine, Nico, il leggendario unicorno alla ricerca di colei che gli ha restituito quella magia che pensava persa per sempre nel suo regno dei sogni. Una ricerca disperata, una missione per salvare la bella fanciulla ma anche la propria anima dal torpore.


Non fatevi ingannare, non è una storia come altri: l’abilità dell’autrice sta nel servirci un piatto più volte assaggiato ma dal sapore nuovo e interessante. Vi sembrerà di vedere vecchi amici ma nei loro abiti nuovi.
È un urban fantasy davvero particolare, che ti coinvolge e ti immerge nella lettura facendoti imprecare quando la pagina che stai leggendo è l’ultima. Ottimo romanzo, consigliato a chi ama la buona lettura.

Speriamo che la scrittrice ci regali presto il seguito.