Recensione “La vita e così sia”- Giuseppe Zanzarelli

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Per trovare un po’ se stessi occorre leggere e leggere poesie. Ne sono da sempre consapevole e la silloge “La vita e così sia”ha confermato ciò.

L’autore è Giuseppe Zanzarelli, poeta e scrittore de Le Mezzelane, che sa sprigionare, attraverso l’inchiostro, parole profonde e significative, istantanee di una vita che ci portiamo dentro, spesso chiusa in gabbie di convenzioni. Ogni poesia ha una storia, un nucleo proprio che racconta i sentimenti e i pensieri.

Troviamo interrogativi esistenziali, che scandiscono il tempo sia dentro l’anima che fuori:

“È forse vita l’attesa senza scopo,
un treno senza sorprese,
una canzone che ti coglie […]”
(È forse vita)

Si percepisce la nostalgia di ciò che ci circonda e non possiamo avere, o che non v’è più:

“Di te ricordo la voce
e qualche sogno, […]
i tuoi occhi,
che mia vidi,
che mai mi videro”
(Di te)

Una silloge di immagini lievi e soffici come nuvole, ma intonse di emozioni forti, che creano eco nell’anima.
Un autore Zanzarelli che sa cogliere gli attimi che ognuno vive sia nell’abbandono che nel ritrovarsi, che cattura un’istantanea della propria vita, fatta dell’arte delle parole e della musica che spesso suona per noi, senza saperlo:

“Mi ritrovo qui, tra i rami del luppolo giovane,
tra i poeti che cantano le stagioni migliori,
tra le note e le strofe del mio maestro […]”
(Occhi dispersi nelle crepe delle strade)

Poesie, dunque, vive che ci germogliano dentro appena la voce le fa rivivere, che pongono domande sul domani e su di noi, disegnando con chiarezza ciò che ci aspetta al di là del presente:

“Si va su una strada ripida e sconnessa,
che da dentro appare lenta,
e nessuno conosce la propria fermata,
magari un dolore procura ansia,
poi passa, si sogna l’eternità […]”
(Si va…)

Poesie, sì, parole, certo, ma non è solo questo. C’è tanta forza in quest’opera, in ogni sua pagina che racconta un po’ dell’autore e un po’ di noi, se saremo così attenti da saper cogliere le similitudini.

Buona lettura.

Recensione “Osservavo il cielo, poi la pioggia” di Giuseppe Zanzarelli

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Consiglio caldamente questa raccolta di racconti del giovane scrittore e poeta Giuseppe Zanzarelli dal titolo “Osservavo il cielo, poi la pioggia” edito da Lettere Animate.
L’autore lascia la narrazione in mano a Friedrich che, seduto su una panchina, vede con gli occhi e con l’anima un mondo immerso nel silenzio e spesso distratto da ciò che non serve. Il suo è un silenzio necessario, anche se ha storie da raccontare; a volte ha come unico ascoltatore Herbert, un bambino morto nell’indifferenza e che sembra essere il punto di incontro di due diverse malinconie.

Quelle di Friedrich, e di Zanzarelli che ne dà la voce, sono storie di insicurezza umana e di silenziosi sussurri ad anime fragili. Conosciamo così l’insoddisfazione di un avventore in un bar in “Anima di parte”, l’indifferenza sociale ben ripagata in ” Dametown” e la solitudine di una suicida ne “L’ eco”; intenso il racconto centrale, dove assistiamo alla tragedia di vite spezzate nella strage avvenuta a Bologna nel 1980, che l’autore ricorda con la significativa frase finale “si sente l’eco della vergogna “.
Ma questi sono solo alcuni dei racconti che potrete trovare.
Prendete questo libro e leggetelo avvolti nel silenzio, sedendovi al fianco di Friedrich e facendo compagnia al piccolo Herbert; leggete  nello stesso silenzio  che l’ autore suggerisce per tutte le storie raccolte in quest’opera, dove le parole racchiudono straordinari mondi e ed intime riflessioni.