Recensione di “Un giorno che non sa né di me, né di te” di Tiziana Irosa

"Un giorno che non sa né di me né di te" di Tiziana Irosa

“Un giorno che non sa né di me né di te” di Tiziana Irosa

Quant’è bello lu primm’ammore…” recita uno stornello pugliese e se anche il proséguo inneggia anche ai “secondi amori” quel che conta è quel suo messaggio chiaro che mescola parole a musica. Il primo amore non si scorda mai, nel bene o nel male; difficile che la nostra memoria faccia cilecca quando si dovrà rievocare i primi battiti, le ansie e le emozioni che per primi ci rendono partecipi di qualcosa fino ad allora vista solo nei film o letta nei libri. E questo Stefano lo sa, anche se la sua esperienza e il suo bagaglio sentimentale non può dirsi idilliaco: due matrimoni falliti alle spalle, una madre che passa da una storia all’altra e la convinzione, quella di Stefano, che fra le braccia di una qualsiasi forma femminile si possa star bene. Ed è quello che vuole fare quando Olivia, la sua seconda moglie, lo caccia fuori di casa.
Conosciamo così il simpatico protagonista del romanzo “Un giorno che non sa né di me, né di te” di Tiziana Irosa, pubblicato dalla Casa Editrice LE MEZZELANE nella colla Live&Love.

Stefano, avvocato presso un’azienda che si occupa di acquisire altre realtà imprenditoriali, non è uomo che si pianga addosso per le cose non riuscite, ma anzi è pronto a scoprire meglio il mondo femminile che lo circonda. E quasi non può credere ai suoi occhi quando, nel team norvegese che deve collaborare con lui, rincontra Chiara, il suo primo amore adolescenziale. Non una banale cotta, ma quello struggimento fisico e mentale che i grandi poeti e scrittori da sempre inneggiano e chiamano amore. Basta rivederla per capire che è sempre legato a lei in una maniera che non sa spiegarsi: nella vita si sono rincorsi, sbagliando i momenti e ritrovandosi impegnati quando le strade invece convergevano nella stessa direzione.

A Stefano sembra un segno del destino che la bella Chiara sia riapparsa nella sua vita proprio quando la sua ultima relazione lo rende libero di frequentare chi non ha mai dimenticato: perché per lui, Chiara, è sempre la donna ideale, quella persona il cui sorriso può mandare in tilt un intero sistema di sicurezze. Ma si potrà recuperare un tempo che sembra non essere stato concesso a loro?E la vita di Chiara in Norvegia, esistenza di cui Stefano conosce così poco, sarà un ostacolo o offrirà delle opportunità?

In un crescendo di sorrisi che i personaggi del libro ci trasmettono- grazie alla vicina Tullia, i figli adolescenti di Stefano, e il padre, alla ricerca di cibo “di sostanza”- la storia porta il lettore a rievocare e spolverare la memoria alla ricerca del primo battito del nostro cuore, tirando le somme di ciò che ci si lascia spesso alle spalle. Non tutti i primi amori sono gli unici nella vita delle persone, che spesso si chiedono se il tempo loro concesso sia stato vissuto male o se, semplicemente, non era scritto per loro un avvenire insieme. La vita è fatta di troppi interrogativi che spesso ci lasciano con l’amaro in bocca e forse a volte va bene anche così, perché non tutto si può recuperare…o sì, invece?

Quella di Tiziana Irosa non è una storia di un amore convenzionale e che stucca il lettore, anzi: un sorriso segue una risata mentre il cuore fa una capriola indietro nell’accorgersi di quanto i ricordi siano dolorosi, ma belli.

“Ne la malinconia de li ricordi / naturarmente resta er primo amore… / Come diavolo vôi che me ne scordi?” si legge nella parte finale della poesia “Er primo amore”di Trilussa.

Per questo, mentre sfoglierete queste pagine che raccontano l’amore che non conosce né tempo né spazio, ripensate al vostro di primo amore e vedrete che sarete più che semplici lettori. Buona lettura.

Qui potete trovare il libro:
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