Ombra.

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Ho un angolo nell’anima oscura,

macchiano la luce

delle parole con l’ombra.

Di farfalle morte che

marciscono la carne delle mie viscere.

Il mio sangue è strapazzato

e denso che batte letargico.

Vene che solleticano pieno di formiche

che tappano ciascuna delle mie ferite.

Pudding cicatrici mal curate

profumate di morte.

Ho battiti aritmici che cantano

per la dolcezza del delirio e della morte.

E ciotole vuote di sogni,

offuscano lo sguardo

che un giorno era il tuo oceano.

La crepa delle ossa mangiate suona ad ogni passo

che i miei piedi doloranti inciampano.

E nella mia bocca disegnano

la smorfia di un sorriso,

labbra screpolate e secche.

Il sale che i baci hanno lasciato è bruciato,

tutti quelli che sono morti di disincanto.

Mi guardo allo specchio

alla ricerca di briciole di umanità

e il riflesso mi sputa un cadavere inerte.

Un’ombra di fumo che resiste alla dissipazione.

Una lama di braci fa fatica a non uscire.

Ho un angolo dell’anima oscura,

dove gli occhielli persi fanno bene.

Dove fanno il lago tutte quelle lacrime nere

versate in silenzio, dentro.

E sulla loro riva fanno oscillare quelle sensazioni

che a volte non riesco a liberarmi affatto.

Tatuato sotto la pelle come cicatrici invisibili,

lasciando l’innocenza che mi rimane ancora.

 

 

 

 

 

 

@

Ombra.ultima modifica: 2020-01-22T08:42:06+01:00da capitolato12
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