La scelta …

Mi aggiro nella giungla degli scaffali e prodotti, in un gioco di luci e ombre che nasconde una realtà distorta.

Il Super!Mercato, con la sua facciata luminosa, omogeneizza le nostre preferenze, imponendo ciò che dovremmo desiderare!
Tra le fila di prodotti, il richiamo del Pata Negra diventa un’illusione, un sogno infranto nel paradiso degli dèi minori.
Eppure, c’è una folla che affolla quei sacri templi del consumo. 
Alle porte di SanCaprotti, ci si sente come in balia di forze invisibili, come pedine in un gioco divino, dove promesse di risparmio e abbondanza chiedono lattine d’umiltà all’uscita.
Cani di Pavlov sulla via della convenienza, compromessi etici fiutati dalla coscienza, mentre il peso delle scelte grava sul portafogli.
Ma quattro ruote d’altruismo, ci spingono facilmente a nascondere la complicità nel perpetuare le dolci disuguaglianze che tanto fanno amaro sulle tavole sociali.
Ma ti salvano dall’idea di finire all’ultimo posto a dover donare sorrisi come esche per l’umanità, che si nasconde dietro una maschera di falsa compassione.
Ben altri conflitti si dovrebbero temere, quelli che finanziano le distanze aristocratiche, sfruttando le insicurezze altrui a difesa di interessi immuni dall’intelletto   consumistico.
La paura di guardare negli occhi la sofferenza e confrontarsi con le proprie azioni è quel velo d’ipocrisia che non ha il coraggio di guardare la verità.
Soprattutto quando questa fa male, nel riconoscere i nostri privilegi come strumenti per un tornaconto personale, dove il bene comune lubrifica una ghigliottina che ci separa dalla vera umanità.

“Quando lo vedi anche sulla tua maglietta…”
“…ci aggrappiamo ad un gesto che sembra di rottura…
con l’illusione e il pretesto di scegliere ancora”
“..Noi così originali e spappolati
traiamo saltando liberi come pidocchi
coi nostri gusti schifosi accumulati tra la testa e gli occhi.
Ormai sei soggetto ad una forza che ti è sconosciuta
ormai sei libero e schiavo, ormai sei coinvolto
e di colpo ti viene il sospetto che in tutta la vita
NON HAI MAI SCELTO”
Gaber.

La scelta …ultima modifica: 2024-04-10T22:03:46+02:00da azaryel
  1. ” Un uomo sapiente può godere l’intero spettacolo del mondo, soltanto con l’aiuto dei sensi e del pensiero” G.
    Credo che con un visore 3d lo possa fare anche lui da casa, o in alternativa, vincere la sua fobia con qualcosa a cui tiene veramente e non con uno psicologo o un farmaco.
    Mai stato a piazza San Marco e dovessi morire senza averla vista, me ne farei una ragione.
    Ma son felice di aver bevuto il Clintòn di Conegliano Veneto, dove ho amici di vecchia data 😉 e quello me lo ricordo vagamente, perché non sono bevitore, ma in Veneto è sacrilegio avere il bicchiere vuoto. 🙂

    Vogliamo parlare di quelli che ruminano con la frutta secca!?
    O quell’odore di profumo e ascella frollata 36 giorni!?
    Tanfazium ascellarum che se l’hai davanti in una corsia stretta sei fregato.
    Io premerei le teste delle persone per vedere se sono mature. E’ incredibile come tutta sta gente che non capisce una fava, si trasformino in coltivatori esperti e con la sola pressione delle dita, comprendano il livello di maturità o addirittura il grado zuccherino di determinati alimenti che se sottoposti a decine di digitopressioni, beh… non posso dire parolacce, la mia lei non vuole :))

    • Io sono sdraiato e la faccio on-line, lamentandomi che l’Esselunga mi dice che alcuni prodotti sono esauriti, ma non è vero, costringendomi a prendere ciò che vendono di meno.
      In alternativa, mi piace speronare i carrelli di quelli che fanno le comuni tra le corsie e passando ringhio il mio disprezzo. Poi mi diverto a guardare quelli che pasteggiano sul posto o che palpano frutta e verdura come fosse il posteriore di una donna.
      Mentre quelle volte che vado con la mia lei, io non palpo la frutta 😉
      Credo ci siano posti migliori per riempire quel vuoto, anche da soli…

      • Hai sicuramente ragione, sul fatto che ci siano posti migliori. Ma puo’ l’agorafobico apprezzare la bellezza di piazza San Marco? p.s. anche a me danno sui nervi quelli che fanno salotto davanti al banco dei surgelati o palpano senza usare i guanti.