LA MOSTRA DI PITTURA … DI ELVIRA

Miniracconto 5

la Mostra di Pittura … di Elvira

La settimana scorsa, Elvira, bellissima trentenne, alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo aveva ricevuto un invito all’inaugurazione di una Mostra di Pittura. Era indecisa se andarci oppure no. Il Pittore le era completamente sconosciuto. Preferì chiedere consiglio alla sua amica Angela. E’ stato come aprire il vaso di Pandora. “Elvira ci devi andare. E’ un’occasione per incontrare nuova gente, gente nuova, parlare con le persone. L’attuale vita sociale non è delle migliori. Ogni persona sta chiusa nel proprio brodo … e finisce per inacidire. Una Mostra di Pittura invece è un fatto culturale importante. Un confronto sulle idee.” Se ci fosse stato il tempo chissà quante cose l’amica Angela avrebbe aggiunto. Elvira si dichiarò convinta. Del resto cosa aveva fare quel sabato pomeriggio di una settimana fa? La cosa migliore era partecipare all’inaugurazione della Mostra. Così fece. Elvira, però, non immaginava che fosse un avvenimento culturale cosi importante. C’era mezza Pavia all’inaugurazione della Mostra … la Pavia che conta. Elvira si sentì un po’ imbarazzata. A toglierla d’impaccio ci pensò ancora l’amica Angela che era presente all’inaugurazione. “Elvira ti presento Giorgio, il Pittore le cui opere vedi esposte in mostra” Elvira per poco non svenne. Era il figlio del Direttore Generale dell’Agenzia Commerciale presso la quale lavorava. Giorgio aveva la sua stessa età ed era un Artista vero, che presentava le proprie opere sotto un nome di fantasia. La sua famiglia ricchissima aveva vaste proprietà in tutta la Lombardia. A Giorgio Elvira piacque subito. Anzi, se ne innamorò all’istante. Si dice che quando un uomo si innamora … perde la testa. Giorgio la parse completamente. Propose a Elvira un viaggio intorno al Mondo con il suo aereo privato. Cosa poteva fare Elvira? Accettò con piacere. (miniracconto 5 di Dino Secondo Barili)

LA MOSTRA DI PITTURA … DI ELVIRAultima modifica: 2016-10-17T03:42:23+02:00da dinobarili

14 pensieri riguardo “LA MOSTRA DI PITTURA … DI ELVIRA”

  1. Non basta la tecnologia per ampliare il proprio orizzonte culturale. Ci vuole anche molta, molta fortuna. Dino (anzi, Fortuna con la F maiuscola)

    1. Ciao Patty. Hai ragione è difficile gestire due blog contemporaneamente. Uno, però, deve provare a fare qualcosa. Prima di tutto capire tutti i vari clic che deve fare. Ci vuole un po’ di tempo, ma poi si impara. Dino

    2. Io sto ancora imparando a capire la differenza tra il primo blog e il secondo. Tante cose cono diverse. E’ diversa la filosofia. Sono diversi i comandi. Dino

      1. DUOMO DI MILANO—–Nel 1386 fu posta la prima pietra del Duomo di Milano, dedicato a Santa Maria Nascente, per decisione dell’arcivescovo Antonio Saluzzo. Il Duomo è alto 108 metri e mezzo, lungo 158 e largo 96, con 150 doccioni, e 135 guglie.Gli artisti influenzati da testi sacri scolpirono dei doccioni bestiali e affascinanti. Le caratteristiche degli animali immaginari furono reinterpretate in chiave cristiana. Alcuni studiosi hanno teorizzato che le gargolle siano state utilizzate come guardiani delle chiese per tenere lontano i demoni. Altri pensano che questi doccioni simboleggiassero demoni, da cui i passanti avrebbero trovato scampo in chiesa. A volere la costruzione gotica fu il signore di Milano, Gian Galeazzo Visconti. La cattedrale fu consacrata dall’arcivescovo Carlo Borromeo nel 1572. Fino alla metà del XIX secolo, gli orologi di Milano erano regolati dalla meridiana del Duomo. Un foro sul soffitto cattura un raggio di luce che cade sul pavimento: quando la luce segnava mezzogiorno si dava un segnale e la campana del Cordusio, vicino a Piazza Mercanti, suonava. Nel Duomo c’è un quadro che raffigura la Vergine, detto della Madonna delle Rose. Nel quadro non ci sono fiori raffigurati, il suo nome è legato a una leggenda. Nel 1409 Milano era assediata dagli eredi di Bernabò, in lotta con Giovanni Maria Visconti, signore di Milano. La gente, non avendo più armi per difendersi, decise di rubare tutto ciò che trovava nel cantiere del Duomo. Una donna ogni giorno si recava davanti al quadro della Vergine, pregando per il figlio ferito e portava un mazzo di rose. Un giorno trovò le rose ,di alcuni giorni prima, appassite, si mise a piangere, e le rose rifiorirono. Ciao Teresa Ramaioli

        1. Ciao Teresa. Bellissimo commento. Hai fatto bene a ricordare il Duomo di Milano. E’ il centro della città, il cuore di cui non si può fare a meno. Dino

  2. Non basta avere un blog. Bisogna farlo funzionare. Deve funzionare 24 ore al giorno 365 giorni l’anno. Solo così e’ un vero blog secondo il mio parere. Dino

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