6 febbraio 1922: elezione a papa di Achille Ratti col nome di Pio XI
Il 6 febbraio 1922, alla quattordicesima votazione, sale al soglio di Pietro Achille Ambrogio Damiano Ratti, qui sibi nomen imposuit Pio XI. Nove mesi dopo l’elezione di Pio XI ascese al potere Benito Mussolini.
E’ il papa che pone fine alla Questione Romana e all’isolamento in Vaticano che durava dalla breccia di Porta Pia nel 1870. Ma ne pone fine tramite i Patti Lateranensi del 1929 che legittimano la Chiesa cattolica quale religione di Stato e indicano i culti ammessi che sono: Chiesa Valdese, le comunità Israelitiche, le comunità delle Associazioni Evangeliche Italiane come la Chiesa dei Fratelli, L’Opera della Chiesa Evangelica, le comunità battiste, le comunità metodiste episcopali, le comunità metodiste wesleyane, comunità anglicane, episcopali americane, presbiteriane scozzesi e L’Esercito della Salvezza.
A queste si aggiungevano alcune associazioni formatesi in Italia, ammesse a svolgere la loro attività religiosa benché senza personalità giuridica come: Avventisti, Pentecostali, Fratelli Stretti o darbisti, Chiesa Italiana presbiteriana, ecc., nonché le varie associazioni di carattere religioso-sociale come la Ymca, l’ Ucdg, la Società Biblica Britannica e Forestiera ed infine le comunità ortodosse, jugoslave, greche e russe.
Subisce in un primo periodo il dinamismo sia di Mussolini che di Hitler, salvo poi mutare progressivamente opinione quando il duce interferisce nell’educazione dei giovani e Hitler proclama le sue teorie razziali. Ma è troppo tardi ormai. L’aver fiancheggiato o non ostacolato per anni i loro regimi, pone il Vaticano in una posizione di subalternità non più rimediabile.
Pio XI muore nel 1939, alla vigilia dell’esplosione del conflitto mondiale e mentre era in procinto di dare alla luce testi di forte critica nei confronti del fascismo e delle sue derive razziste e antisemite.
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