Rami di castagno in fiore

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Rami di castagno in fiore è un opera di Vincent Van Gogh ed è conservata nella Fondazione E. G. Bührle Collection, Zurigo. Van Gogh era sempre alla ricerca di nuovi temi, per le sue opere. Ma come possiamo vedere non si distacca dai soggetti come natura, fiori, alberi che saranno ricorrenti per tutta la sua vita. In questa opera non c’è nessuno significato nascosto, possiamo vedere semplicemente dei Rami di castagno dove stanno sbocciando dei fiori. La tela è illuminata dai fiori bianchi che risaltano immediatamente all’occhio dello spettatore,Lasciando in secondo piano le verdi foglie. A spezzare il predominio del bianco dei fiori sulla sinistra, c’è un piccolo accenno di rosa che regala vigore all’opera, donando un atmosfera serena e tranquilla. Nella parte superiore della tela possiamo vedere nel cielo  pennellate chiare e decise, che ricordano la pittura impressionista, molto cara al pittore.  

 

 

Gli amici

Che dire sono giorni che penso all’amicizia e al suo valore. Gli amici sono una parte importante per le persone sono quelli con cui condividi gioie, ma sono anche quelli che se hai un problema sono sempre pronti ad aiutarti. Poi ci sono quelli con cui hai condiviso momenti meravigliosi, ma che un giorno decidono di prendere una strada che li allontana da te. Comunque rimarrano sempre nei tuoi pensieri, perchè hanno avuto comunque una parte importante nella tua vita. Poi ci sono quelli che ci saranno sempre nel bene e nel male. Quindi se sia una amicizia di 20 anni o di 2 mesi, quelle persone sono importanti, perchè hanno condiviso un momento con te e ti hanno regalato attimi che faranno parte della tua vita per sempre.

Il movimento Der Blaue Reiter, in italiano Il Cavaliere Azzurro

Il movimento Der Blaue Reiter, in italiano Il Cavaliere Azzurro, nasce a Monaco  dall’incontro nel 1911 tra  Wasilij Kandinskij e Franz Marc. Fu il secondo gruppo fondamentale dell’espressionismo tedesco, dopo il Die Brücke fondato a Dresda nel 1905. Il nome venne dall’amore di Kandinskij per l’immagine fiabesca dei cavalieri che spesso aveva dipinto e dall’inclinazione estetica che Marc aveva verso la bellezza dei cavalli; entrambi poi amavano l’azzurro colore spirituale. Entrambi ritennero che lo scopo della ricerca artistica fosse il rinnovamento dello spirito, anche come importante obiettivo sociale. Il movimento era molto attento agli impulsi delle avanguardie, e si diresse verso cromie vivaci e  a un astrattismo “musicale”. Il cavaliere azzurro portò in sé un marcato lirismo, un’apertura alla poesia e la riscoperta della forza spirituale delle decorazioni armoniche. Gli approcci e scopi dei membri del gruppo variavano da artista ad artista; tuttavia tutti cercavano di esprimere verità spirituali attraverso la loro arte. Credevano nella promozione dell’arte moderna e nella relazione tra arte visuale e musica, nelle associazioni spirituali e simboliche del colore e in uno spontaneo ed intuitivo approccio alla pittura.

Paul Klee

Paul Klee nasce in un comune vicino a Berna, in Svizzera, nel 1879,i  genitori erano entrambi musicisti e gli diedero una educazione musicale. Il padre è violinista e professore di musica e la madre è cantante. Durante gli anni della sua formazione, diede prova di notevole poliedricità, si dedica sia alla musica, che alla poesia e alla pittura, scegliendo  quest’ultima come sua prima forma espressiva.

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Hammamet 1914

 la sua attività artistica iniziale è stata come incisore e disegnatore. Agli inizi  del 1900 si trasferisce a Monaco di Baviera dove frequenta l’Accademia di Belle Arti ed entra in contatto con la corrente artistica Jugendstil. Qui conosce vari artisti dell’epoca, tra cui Robert Delaunay, pittore cubista le cui ricerche sul colore e la luce lo influenzeranno  in maniera determinante, conosce anche gli artisti  Auguste Macke, Franz Marc e Vasilij Kandinskij, con i quali formerà il gruppo del “Der Blaue Reiter” (Il cavaliere azzurro).

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Ritmi Rosso, Verde e Viola Giallo 1920

Un viaggio in Tunisia si rivelerà decisivo per l’arte di Klee; l’artista scopre l’importanza del colore ed inizia ad utilizzare le tonalità calde tipiche di queste zone del mediterraneo. Il colore diventa l’essenza della sua arte.

Una ragazza con un innaffiatoio di Pierre-Auguste Renoir

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Una ragazza con un innaffiatoio è un opera di Pierre Auguste Renoir e si trova nella Galleria Nazionale di Arte di  Washington. Il soggetto è una bambina con un annaffiatoio in mano con un abito blu intenso che la fa risaltare in tutto lo scenario naturale che è parte integrate della tela. La grandezza di Renoir sta nel riuscire ad eliminare quasi il contorno del soggetto grazie all’effetto luminoso impresso sulla tela. Scelse il soggetto tenero di una bimba per attrarre più compratori  possibili.

Questa mattina mi do la carica cosi …  Bon Jovi – Livin’ On A Prayer

 

“Per ottenere quello che si vuole, bisogna crederci e lottare,  e questo arriverà, l’importante e credere in se stessi”

3 – YMIR

“IL Ginnungagap, come abbiamo visto, era esposto a nord ai gelidi venti che provenivano dal Niflheimr, bagnato dalle piogge e incrostato della brina depositata dagli undici fiumi Élivágar. Il lato meridionale era invece illuminato dai bagliori e dalle scintille provenienti dal Múspellsheimr.

Freddo e tenebre provenivano da Niflheimr, calore e luce dal Múspellsheimr. Tra i due poli, Ginnungagap era mite come l’aria quando non soffia il vento. Allorché la brina s’incontrò con il vento caldo, si sciolse e gocciolò e da quelle gocce viventi si formò la vita, grazie alla forza di Colui che aveva mandato il calore, ed essa prese forma d’uomo.

Costui fu detto Ymir, ma gli jǫtnar lo chiamarono Aurgelmir e da lui discesero le stirpi dei giganti di brina.

Ma le gocce da cui Ymir era nato contenevano le particelle di veleno che erano schizzate dagli Élivágar. Questa è la ragione per cui Ymir era sì, saggio, ma anche malvagio, e malvagi furono tutti i suoi discendenti.”

Mitologia nordica

IL GINNUNGAGAP

“All’inizio dei tempi non vi era nulla di quanto oggi possiamo vedere intorno a noi. Non c’era la terra né in alto si vedeva il cielo, non c’era il mare bordato di spiagge, non v’erano piante, né erba, né altre creature viventi. Dovunque si spalancava un immenso abisso, un baratro spalancato, vuoto, oscuro e senza forma. Il Ginnungagap.”

(Mitologia Norrena. La creazione- Edda)