Caravaggio

Michelangelo Merisi noto come il Caravaggio  nasce a Milano, 29 settembre 1571, Si forma presso la bottega del pittore Simone Peterzano, Formatosi tra Milano e Venezia, recepisce i modi di due tradizioni diverse: da un lato il realismo lombardo, dall’altro il rinascimento veneto. A vent’anni si trasferisce a Roma, prima presso Lorenzo Siciliano, di seguito presso Antiveduto Gramatica, infine, frequenta per alcuni mesi la bottega del  Cavalier d’Arpino. Qui lui esegue dipinti di genere, nature morte, genere disprezzato dagli accademici del tempo perchè ritenuti soggetti inferiori rispetto a dipinti in cui venivano rappresentate figure umane. Lui inventa un suo particolare repertorio  dipingendo cesti di fiori e frutta affiancati da giovani in posa.Tra i primi dipinti dell’artista c’è il Bacchino malato, dipinto nel 1591 circa, che viene considerato un autoritratto eseguito nel periodo in cui fu ricoverato in ospedale per malaria.

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Bacchino_malato

Il suo primo quadro di figure, dipinto nel 1595 circa, è il Riposo durante la fuga in Egitto,dove vediamo l’influenza dei pittori bergamaschi e bresciani, però vediamo anche un richiamo alla cultura romana dimostrato dall’angelo rappresentato di spalle che è il perno dell’intera composizione. Con l’abbandono della bottega del Cavalier d’Arpino, Caravaggio passa sotto la protezione del cardinal Francesco Maria Del Monte, che lo immette in un ambiente culturale molto più stimolante, esegue infatti in questo periodo Testa di Medusa, San Giovanni Battista, L’amore vittorioso, Giuditta e Oloferne.

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Riposo durante la fuga in Egitto

La sua maturazione verso uno stile personale lo troviamo dei dipinti in San luigi dei Francesi che riguardano San Matteo (la Vocazione di San Matteo, il Martirio di San Matteo e San Matteo e l’angelo). Con il Martirio di San Matteo ha inizio la poetica caravaggesca del rapporto luce-ombra che poi si svilupperà nelle opere successive.  Del dipinto di San Matteo e l’angelo esistevano due versioni, ma la  prima fu rifiutata dai committenti perchè rappresentava un San Matteo popolano in atteggiamento ritenuto scandaloso all’epoca. Oggi questo dipinto è andato perduto. Prima di iniziare questa opera, Caravaggio avevo ricevuto la commissione di due dipinti nella chiesa di Santa Maria del popolo nella  cappella Cerasi, la  Crocifissione di San Pietro e la Conversione di San Paolo. Caravaggio interpreta  i due avvenimenti come fatti umani, tralasciando il sacro. In tutte le sue opere i modelli sono sempre persone di strada e quindi di basso ceto.

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San Matteo e l’Angelo

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Crocifissione di San Pietro

Fuggito da Roma per l’uccisone di un uomo dopo una Risa, a Malta nel 1601 viene proclamato cavaliere di Malta, il gesto rappresenta una riabilitazione per la vita sregolata dell’artista. Qui esegue quella che è la sua tela più vasta: la Decollazione del Battista. La scena è piuttosto spoglia, rappresenta un ambiente squallido, con colori spenti. Dopo essere stato espulso dall’ordine dei cavalieri di Malta fugge a Siracusa dove dipinge il Seppellimento di Santa Lucia e anche in questo caso, come nelle successive opere realizzate a Messina: La resurrezione di Lazzaro e l’Adorazione dei pastori, confermano la sua tendenza a lasciare grandi spazi vuoti su tele di dimensioni notevoli.

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Decollazione di San Giovanni Battista

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La resurrezione di Lazzaro

 Nel 1609 è dinuovo a Napoli dove viene ferito gravemente, qui esegue opere come Davide con la testa di Golia e Salomè con la testa di Battista. Nel 1610, sulla spiaggia di Port’Ercole, dove era in attesa di rientrare a Roma per ricevere la grazia, viene arrestato e incarcerato per 2 giorni, perchè scambiato per qualcun’altro, perdendo così tutti i suoi averi.

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David con la testa di Golia

Due giorni dopo sulla stessa spiaggia, cercando di recuperare le sue cose, morì; di ” febbre maligna”. Caravaggio muore a 39 anni, pochi giorni dopo la sua morte arriva la grazia, e quindi il permesso di tornare a Roma.

 

Edvard Munch

Edvard Munch nasce a  Løten in Norvegia nel 1863,l’anno successimo si trasferisce a  Christiania (oggi Oslo). Nel 1868 la madre muore di turbecolosi, qualche anno dopo anche la sorella muore della stessa malattia. Sono i primi dei molti appuntamenti con la malattia e  la morte che costelleranno l’esistenza dell’artista. nel 1880 Much intraprende regolari studi artistici alla scuola reale di pittura di Oslo, la sua prima formazione e di impostazione naturalistica, nella sua pittura  troviamo anticipati tutti i grandi temi del successivo espressionismo: dall’angoscia esistenziale alla crisi dei valori etici e religiosi, dalla solitudine umana all’incombere della morte, dalla incertezza del futuro alla disumanizzazione di una società borghese e militarista.

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Malinconia, 1891

 E’ senz’altro il pittore che più di ogni altro anticipa l’espressionismo, soprattutto in ambito tedesco e nord-europeo.  Dopo un soggiorno a Parigi, dove ebbe modo di conoscere la pittura impressionista,questo gli consente di illuminare la propria tavolozza. Nel 1892 espose a Berlino una cinquantina di suoi dipinti,ma fu duramente stroncata dalla critica. Egli era comunque molto  apprezzato dai giovani pittori delle avanguardie. Espose nelle loro mostre, compresa la celebre Secessione di Vienna del 1899.

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La morte nella stanza della malata, 1893

Nell’opera di Munch sono rintracciabili molti elementi della cultura nordica di quegli anni, soprattutto letteraria e filosofica:dai drammi di Ibsen e Strindberg,  alla psicanali di Sigmund Freud.Nell’autunno del 1908 le condizioni di salute di Munch si aggravano, a causa della sua dipendenza all’alcool.Divenuto preda di devastanti allucinazioni e sentendosi perseguitato, decise di entrare in una clinica. Sotto le cure devote nella clinica,che dirarono otto mesi Much  migliorò la salute del suo corpo e del suo spirito.Nel 1909 torno in Norvegia dove ritrovo la felicità, dove le sue opere con colori più vivavi e temi positivi, quindi le persone iniziarono ad acclamare la sua pitture e a comprare le sue opere.

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L’urlo, 1893

 Con la situazione economica resasi rosea, Munch divenne finalmente in grado di comprare diverse proprietà, in modo da fornire degna collocazione alle proprie opere d’arte, provvedendo anche alla sua famiglia.

Leonardo Da Vinci

Leonardo  da Vinci  è nato a Vinci il 15 aprile 1452 è stato un pittore  e scienziato Italiano. Fu l’artista più ingegnoso e talentuoso della sua epoca, definito genio universale, nel Rinascimento italiano.

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Paesaggio con fiume 1473

Era  pittore, scultore, architetto, ingegnere, anatomista, letterato, musicista e inventore, è considerato uno dei più grandi geni dell’umanità.  Figlio illegittimo, il Padre era  Piero Da Vinci che faceva parte di una famiglia di notai, della madre si conosce solo il nome Caterina. Leonardo inizia ad essere affascinato dalla natura, quindi osserva il volo degli uccelli e il movimento dei mulini. Dopo la morte del nonno la famiglia  si trasferisce a Firenze dove inizia a lavorare con scarso interesse come notaio, era molto più interessato ai lavori nelle botteghe d’arte. Il padre così decide di introdurre il figlio nella bottega di Verrocchio, che era uno dei pittori più conosciuti all’epoca.Qui ci resta per otto anni.

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Battesimo di-Cristo di Leonardo da Vinci l’angelo sulla sinistra 1470

Già si fa notare per le sue doti pittoriche che nel 1472 faceva già parte della compagnia dei pittori. Nell’anno successivo è datata la sua prima opera certa, il Paesaggio con fiume,  un disegno con una veduta a volo d’uccello della valle dell’Arno,si trova oggi agli Uffizi.L’attezione verso la natura sarà un tema costante nelle opere di Leonardo, soprattutto nella fase giovanile. Il confronto con il suo maestro lo possiamo vedere nel  il Battesimo di Cristo, secondo le affermazioni del vasari confermate anche in epoca moderna, è da assegnare a Leonardo l’angelo in primo piano a sinistra e il morbido paesaggio sullo sfondo, oltre a una sistemazione generale dello stile per amalgamare, almeno tre mani di personalità diverse(Verrocchio, un allievo e Leonardo stesso). In questa opera possiamo vedere lo stile leonardesco che va oltre l’insegnamento del Verrocchio, c’è una forte attenzione agli elementi naturali e all’espressione del volto, con un sorriso ambiguo, tutti elementi molto importanti che vedremo nelle sue opere. Questa prova sul battessimo, avrebbe spinto il Verrocchio ad occuparti di scultura, per non sentirsi sconfitto dal suo allievo.

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Madonna Dreyfus

Le prime opere indipendenti di Leonardo vengono oggi datate tra il 1469 e i primi anni settanta,  In questi lavori,  l’artista mostra una forte adesione al linguaggio comune degli allievi di Verrocchio, tra queste opere c’è  Madonna Dreyfus  che ha uno stile molto simile e vicino alla successiva Madonna del Garofano  con gli incarnati delicati e quasi trasparenti, la gestualità familiare tra madre e figlio, l’ambientazione su uno sfondo scuro in cui si aprono “alla fiamminga” due finestre su un luminoso paesaggio.

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Vergine delle rocce – Parigi e Londra

Il 1482 segna, per Leonardo, l’inizio di una serie di viaggi, che lo portarono a visitare molte corti dell’Italia, ma anche quella francese di Luigi XII. Soggiorno verso la corte di Ludovico sforza, dove si presento come architetto, ingegnere, scultore e pittore, lavorò qui fino al 1499. Proprio in questo periodo, Leonardo, dipinse alcune tra le sue opere più famose: l’Ultima Cena e la Vergine delle Rocce. 

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La Gioconda

 Dopo la caduta del ducato, seguirono peregrinazioni che lo portarono a Mantova e Venezia. L’anno seguente fu di nuovo a Firenze ed in seguito al servizio di Cesare Borgia con l’incarico di ingegnere militare. Tra il 1503 e il 1505 dipinse la sua opera più famosa la Gioconda.  Alcuni fogli dei codici vinciani mostrano studi per consulenze militari e ingegneristiche, richieste probabilmente da Lorenzo il magnifico. Leonardo fu un disegnatore instancabile: non furono molti i dipinti che completò, mai soddisfatto del proprio lavoro, ma i disegni e gli schizzi sono giunti a noi in numero consistente.

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Gli ultimi anni della sua vita, li passo alla corte francese, morì a  Cloux il 2 Maggio 1519 all’età di 67 anni e fu sepolto presso la chiesa di Saint-Florentin in Amboise.

Michelangelo Buonarroti

Michelangelo Buonarroti  nasce a Caprese il 6 Marzo 1475, è stato uno scultore, pittore, architetto e poeta italiano ed uno dei protagonisti del Rinascimento Italiano.

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Madonna della Scala

Il nome di Michelangelo è collegato  ad alcune opere Importanti e famose  in tutto il mondo come Il David, La cupola di San Pietro, la Pietà e gli affreschi della cappella Sistina. Michelangelo fin da giovanissimo aveva mostrato una forte inclinazione artistica. Nel 1487 Michelangelo finalmente approda alla bottega di Domenico Ghirlandaio, artista fiorentino tra i più quotati dell’epoca.  per i costume dell’epoca,  una carriera considerata artigianale, veniva vista come una retrocessione sociale della famiglia. Per questo quando Michelangelo divenne famoso, cerco di nascondere i suoi inizi in bottega,Parlandone più come una chiamata spirituale, che un vero apprendistato professionale. Tra le prime opere nel periodo di soggiorno in casa Medici, troviamo  la Madonna della Scala (1491 circa) e la Battaglia dei centauri, Si tratta di due opere molto diverse per tema (uno sacro e uno profano) e per tecnica (una in un sottile bassorilievo, l’altro in un prorompente altorilievo), che testimoniano alcune influenze fondamentali nel giovane scultore, la prima Donatello, la seconda  la statuaria classica. Nella Madonna della Scala Crea un immagine di tale monumentalità che fa pensare alle steli classiche, la figura della Madonna,  occupa tutta l’altezza del rilievo, si staglia vigorosa,con  vivace naturalezza, il Bambino è assopito di spalle e i due putti, sulla scala da cui prende il nome il rilievo, occupati nell’insolita attività di tendere un drappo. Nella Battaglia dei centauri, eseguita per Lorenzo il Magnifico, qui Michelangelo si rifà Ai  sarcofagi Romani e a un bronzeo di Bertoldo di Giovanni con una battaglia di cavalieri.  Nel rilievo michelangiolesco però viene esaltato soprattutto il dinamico groviglio dei corpi nudi in lotta e annullato ogni riferimento spaziale. Parliamo del primo periodo di Michelangelo a Roma nel 1496 su invito del cardinale di San Giorgio Raffaele Riario, nipote di  Sisto IV  , l’artista iniziò a scolpire una statua a tutto tondo di un Bacco,  raffigurato come un adolescente in preda all’ebbrezza, in cui è già leggibile l’impatto con la statuaria classica. L’opera, forse rifiutata dal cardinale Riario, rimase in casa di Jacopo Galli, dove Michelangelo viveva. Ma grazie al cardinale che mise a disposizione la sua collezione di opere contribuì in mondo determinante nel miglioramento dello stile di Michelangelo ed in più lo introdusse nell’ambiente  cardinalizio dal quale sarebbero arrivate presto importantissime commissioni.

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La Pietà 

Grazie sempre all’intermediazione di Jacopo Galli, Michelangelo ricevette altre importanti commissioni in ambito ecclesiastico, tra cui una delle sue opere più importanti la Pietà. Non solo fu il suo primo capolavoro, ma era fatta  in marmo di Carrara,  che da questo momento divenne la materia primaria per la sua creatività. L’opera viene sviluppata come una piramide la vergine  come asse verticale e il corpo morto del Cristo come asse orizzontale, mediate dal massiccio panneggio.Tornato a Firenze Il 16 agosto del 1501 gli fu affidato il compito di realizzare una colossale statua del David , un impresa molto difficile siccome il blocco di marmo era già stato sbozzato da due artisti precedentemente, Nonostante la difficoltà, Michelangelo iniziò a lavorare su quello che veniva chiamato “il Gigante” nel settembre del 1501 e completò l’opera in tre anni. Chiamato a Roma nel marzo 1505, Michelangelo ottenne il compito di realizzare una sepoltura monumentale per il papa, da collocarsi nella tribuna (in via di completamento) della basilica di San Pietro.  Michelangelo si reco  subito a Carrara per scegliere personalmente i blocchi di marmo da scolpire. Durante la sua assenza si mise in moto a Roma una sorta di complotto ai danni di Michelangelo, mosso dalle invidie tra gli artisti della cerchia papale.

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Il David

 Fu così che nella primavera del 1506 Michelangelo, mentre tornava a Roma carico di marmi e di aspettative dopo gli estenuanti mesi di lavoro nelle cave, fece l’amara scoperta che il suo progetto mastodontico non era più al centro degli interessi del papa. I rapporti con Giulio II rimasero comunque sempre tempestosi, per il forte temperamento che li accomunava, irascibile e orgoglioso, ma anche estremamente ambizioso. Intanto Michelangelo era tornato a Firenze e aveva ripreso a lavorare alcune opere che aveva lasciato in sospeso. Nel 1508 però ricevette una convocazione alla corte papale. Qui Giulio II decise di occupare l’artista con una nuova, prestigiosa impresa, la ridecorazione della volta della Cappella Sistina. Il tema generale degli affreschi della volta è il mistero della Creazione di Dio, che raggiunge il culmine nella realizzazione dell’uomo a sua immagine e somiglianza. In tutta l’opera possiamo vedere la celebrazione di Michelangelo verso la bellezza del corpo umano.

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Particolare della volta della cappella sistina (la creazione di Adamo) 

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la Pietà Rondanini

Negli ultimi anni della vita, Michelangelo intervenne più volte sul tema della “Pietà”, in una sorta di meditazione sulla morte. La “Pietà Rondanini” fu iniziata intorno al 1547 e vi lavorò a più riprese in un lungo arco di tempo fino all’anno della sua morte. Michelangelo muore nella sua casa romana, lasciando incompiuta la Pietà Rondanini. Il testamento, secondo quanto riportato dal Vasari era composto “di tre parole: che lasciava l’anima sua nelle mani di Dio, il suo corpo alla terra, e la roba a parenti più prossimi“.

Giovanni Segantini

Giovanni  Segantini questo il suo nome completo, nasce ad Arco di trento il 15 gennaio 1858. Il trentino è all’epoca terra soggetta  e sotto la giurisdizione dell’Austria, una condizione che avrà un influenza determinante sulla vita del pittore. La famiglia in seguito al fallimento di un negozio, è disagiata e non ha nulla da spartire con l’arte. Il padre Antonio è un vedovo ambulante.  L’infanzia del pittore è segnata dagli stenti. Tra il 1861 e il 1864 il padre si reca a Milano inutilmente in cerca di fortuna. Il 15 agosto 1870 all’eta di 12 anni Segantini viene arresrato per ozio e vagabondaggio. Dopo un lungo periodo in riformatorio l’artista viene preso in custodia dal fratellastro Napoleone che lo porta in trentino, dove Segantini lavorera da garzone nel suo studio di fotografia. Dopo due anni torna a Milano dove inizia a frequentare corsi serali all’accademia di Brera. La formazione artistica di Segantini non è pienamente ortodossa, se di sera frequenta i corsi all’accademia, i cui insegnamenti sono legati all’eredità di Luigi Scrosati, durante il giorno fa pratica come garzone presso il decoratore Luigi Tettamanzi , pittore di bandiere , paramenti e addobbi per cerimonie patriottiche o religiose.

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pascoli di primavera

nel 1887 si iscrive al corso regolare di pittura, di cui è titolare Guido Carmignani, artista modesto, la cui didattica di stampo tradizionale , poco darà al giovane allievo, sostenendo ” l’unitilità dell’insegnamento accademinco”. I primi successi dell’artista però li coglie proprio in ambito accademico, ricevendo diverse medaglie per una serie di opere di impronta verista.

E’ il 1879 l’anno di svolta per Segantini, all’esposizione in cui la critica milanese rivela il talento dell’autore del IL coro di Sant’antonio, Segantini viene notato da Vittorio Grubicy Dragon critico e gallerista che insieme a suo fratello Antonio avrà un duraturo rapporto d’amicizia e di lavoro con il pittore. Finamente Segantini trova la stabilità econimica.

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Ave Maria a Trasbordo.

La prima fase pittorica dell’artista spazia tra soggetti urbani, scene di paesaggi, nature morte,ritratti e le prime immagini campestri. Pur non riuscendo ancora a svincolare dal retaggio della scapigliatura e del realismo, emergono già due tratti salienti della sua produzione successiva: spiccato interesse per la luce e la ricerca di tagli compositivi inusuali. Nel 1886 si stabilisce con la famiglia a Savognoni, qui incoraggiato dal suo gallerista inizia il progressivo avvicinamento alla tecnica Divisionista ( che consiste nell’accostare i colori puri, applicandoli sulla tela a piccoli tratti separati.), all’inizio con alcune sperimentazioni ma in seguito con una adesione totale.

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Le cattive madri

Dall 1889 si avvicina al simbolismo (consiste nel superare la pura visività dell’impressionismo in senso spiritualistico, cercando di trovare delle corrispondenze tra mondo oggetivo e sensazione soggetiva.) le sue opere hanno per oggetto vere e proprioe allegorie, sempre più legate ad esempi di pittura nordica.

Ladyhawke e le sue ambientazioni Italiane

Ladyhawke è un film del 1985 diretto da Richard Donner. Nel cast figurano Rutger Hauer, Michelle Pfeiffer e Matthew Broderick.

Solo ieri mi sono ritrovata a riguardare su sky questo meraviglioso film degli anni 80. La mia curiosità è caduta subito sui luoghi dove è stato girato. Infatti Seppur la trama nell’edizione italiana voglia richiamare un’ambientazione francese,  il film è stato girato quasi interamente in Italia. Tra le ambientazioni possiamo trovare:

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Campo Imperatore, L’Aquila, Abruzzo, Italy

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Castell’Arquato, Piacenza, Emilia-Romagna, Italy

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Misurina, Auronzo di Cadore, Belluno, Veneto, Italy

Torrechiara-Langhirano-Parma-Emilia-Romagna-Italy

Torrechiara, Langhirano, Parma, Emilia-Romagna, Italy

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Soncino, Cremona, Lombardia, Italy

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interno di San Pietro a Tuscania ( nel film questo interno della chiesa è stato ricostruito a cinecittà) 

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Rocca Calascio in Abruzzo (nel film è la dimora di Imperius)

Trama del film:

In un borgo del Medioevo francese, un vescovo è un uomo dall’animo malvagio e corrotto. Invaghitosi di Isabeau  d’Angiò, la fidanzata del capo delle guardie Etienne Navarre colpisce la giovane e bella coppia con la sua maledizione. Etienne è condannato ad essere ogni notte un lupo, mentre la donna sarà tale solo di notte, mentre di giorno un falco. il cavaliere incontra Philippe (detto “il topo”), un ladruncolo evaso dalle segrete del castello vescovile e lo salva dagli armigeri, che cercano lui e Etienne stesso con il suo prezioso falco. Il ragazzo gli si affeziona, viaggia con lui ed un giorno accompagna Isabeau  dal monaco Imperius, perché il falcone è stato ferito da una freccia e solo il monaco può salvarla dalla morte. Philippe che volta a volta è stato spettatore delle due trasformazioni, riesce anche a salvare Etienne, una notte in cui il lupo sta per affogare in mezzo al ghiaccio. I quattro alla fine si riuniranno nel borgo, durante una cerimonia alla presenza del vescovo. Mentre il ragazzo penetra nella Chiesa attraverso le fogne, Etienne vi irrompe a cavallo, sfida a duello il capitano delle guardie e lo uccide. In quel momento si produce un’eclisse solare: nel sortilegio che aveva colpito i due fidanzati era previsto che, in un momento “né di giorno, né di notte”, la maledizione sarebbe cessata. E così avviene. Etienne uccide il vescovo e può vivere da uomo con la sua Isabeau.

 

 

Il Realismo

Nella seconda metà del 800 tutta l’Europa è segnata dagli sviluppi di quel progresso di industrializzazione che dal XVIII secolo aveva incominciato a investire le società D’Europa. La rivoluzione industriale aveva toccato città e campagne, quindi erano nate nuove città e molti borghi,villaggi strategicamente collocati da un punto di vista produttivo e commerciale. Le conseguenze più dirette di tale fenomeno in ambito artistico, riguardarono in primo luogo l’urbanistica e l’architettura, cioè i campi d’applicazione di invenzioni e progetti, maggiormente intrecciati all’uso da parte della colletività e alle concrete condizioni di vità degli uomini. L’impatto della rivoluzione industriale sui centri abitati, grandi e piccoli aveva posto nuovi problemi, essenzialmente legati da un lato alla necessità di riorganizzare il sistema di produzione e di circolazione delle merci, dal’altro all’esigenza di dare alloggio a masse di lavoratori traferiti dalle campagne ai centri industriali, con il miraggio di salari e condizioni di vita migliori.

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Gli spaccapietre, Gustave Courbet

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Gustave Courbet, Funerale a Ornans 

In questo periodo si comincia a sentir parlare della libertà dell’artista, per l’affermarsi di un mercato artistico privato e di un sistema di produzione e di circolazione dell’opera d’arte indipendente. I paesaggisti di Barbinzon  si distaccano dalle convenzioni accademiche e vanno alla ricerca di un nuovo e diretto contatto con la natura, questa è la prima fonte di realismo.  Gustave Courbet è il principale esponente del movimento Realista.  Il Realismo tenta di cogliere la realtà sociale; si voleva rappresentare una realtà cruda e nuda con meno allegorie e più attenzione verso i dati di fatto. Nel famoso padiglione del realismo Coubert faceva pagare al pubblico un biglietto d’ingresso, per lui le opere esposte avevano un valore di merci immense su un libero mercato. Nasce la figura del collezionista e del critico che sarebbe diventato il principale tramite tra artisti e il loro pubblico. La fondamentale conquista della libertà di ricerca arrichiva la produzione artistica di un impensata molteplicità di stimoli.La scelta di soggetti e temi legati alla vita e al lavoro delle classi più umili, come l’uso di linguaggi per un pubblico più ampio. In questo modo si può in parte spiegare lo stile di Coubert che poteva essere più chiaro e piacere di più ai frequentatori di fiera di periferia che all’esposizione accademica, permetteva una circolazione generalmente più ampia dei prodotti artistici, indirizzati a un pubblico di massa, popolare ma anche ai piccolo-borghesi.

Amedeo Modigliani e Jeanne Hébuterne

Un forte legame ,una grande storia d’amore e di pittura che va oltre la morte quella di Amedeo Modigliani e Jeanne Hébuterne. il primo nato a Livorno nel 1884 era un pittore e sculture italiano,celebre per i suoi ritratti femminili caratterizzati da volti stilizzati e colli affusolati. Mentre Jeanne nata a Meaux in Francia nel 1898. Desiderosa di una carriera nelle arti, si iscrisse all’Académie Colarossi dove, nella primavera del 1917,  conobbe Amedeo Modigliani

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foto di Jeanne Hébuterne

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foto di Amedeo Modigliani

Tra i due fu subito colpo di fulmine, un amore ostacolato dal padre di Jeanne, anch’egli di origine ebraica come Modigliani però convertito al Cattolicesimo,non approvava assolutamente la relazione della figlia con un pittore ebreo. Jeanne e Modigliani convissero e si trasferirono a Nizza, nella speranza che le condizioni fisiche di Modigliani migliorassero. Qui Jeanne diede luce alla loro bambina. Intanto la salute del pittore non migliorava, questo anche dovuto al grande abuso di alcool e droghe. La coppia fece ritorno a  Parigi,andando a vivere a Montparnasse in un atelier in rue de la Grande-Chaumière dato loro da Léopold Zborowski.Il 24 gennaio 1920 Amedeo Modigliani muore di meningite complicata dalla tubercolosi, all’età di 35 anni. Jeanne distrutta dal dolore venne condotta nella casa paterna dai propri familiari ma, il giorno dopo, si lanciò dalla finestra dell’appartamento incinta di nove mesi, morendo sul colpo. Neanche la sua bambina e il figlio che porta in grembo riesco a dagli la forza per andare avanti.

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ritratto di Jeanne di modigliani (lei fu soggetto di molte sue opere)

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ritratto di Modigliani di Jeanne Hébuterne

I genitori di lei, non vogliono che siano uniti nemmeno dalla morte.
Il 27 gennaio, Modigliani è sepolto a Père Lachaise , circondato da molti amici, mentre Jeanne è sepolta nel cimitero di Bagneux . Pochi anni dopo  verranno sepolti uno accanto alll’altra.  l’epitaffio di Jeanne recita: “Devota compagna sino all’estremo sacrifizio“.

Scuola di Barbizon

A partire dal 1830 si forma e sviluppa in Francia la scuola di Barbizon, dal nome di un villaggio ai margini della foresta di Fontainebleau,dove alcuni giovani pittori con a capo Theodore Rousseau, si erano ritirati con il proposito di rinnovare la pittura di paesaggio abbandonando tutte le regole, vivendo in campagna studiando gli aspetti mutevoli della natura.

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Theodore Rousseau Les chênes d’Apremont – Parigi Museo Louvre

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Jean-François Millet, Le spigolatrici,  Parigi, Museo d’Orsay.

 

Ciò che i pittori di Barbizon rifiutano con un gesto tipicamente romantico e l’artefatto ambiente della città. L’aspetto sociale che è alla radice del realismo paesaggistico dei pittori di Barbizon spiega la loro poetica, mutato l’oggetto dello studio (la natura invece degli uomini), mutata l’inclinazione del’animo (simpatia invece di polemica), non a caso il movimento di Barbizon e collegato a un pittore come Millet che ha interessi sociali e la cui pittura esalta la sanità morale, la nobiltà nativa la serietà operasa della classe contadina che la società industriale tende ad distruggere.

Edouard Manet

Edouard Manet nasce a parigi nel 1832. Fin da giovane si dimostra poco incline allo studio e molto attratto dal disegno. Per dissuaderlo di intraprendere l’attivita di artista il padre lo fa imbarcare appena sedicenne, con la speranza di avviarlo alla carriera di comandante di nave.Ma il viaggio si rivela stimolante per la sua maturazione artistica. La formazione artistica incominicia nel 1850 presso Thomas Couture, il giovane allievo però dimostra ben presto una forte insofferenza per l’arte del maestro per lui vuota e innaturale.  Nel 1856 ne lascia l’atelier. Nel fratempo viaggia in Olanda, Germania e Italia, nei musei ammira i coloristi del passato da Tiziano a Rembrandt. Nel 1861 conosce Degas, con il quale stringe una profonda amicizia, che costituirà il nucleo fondamentale attorno al quale si aggregheranno tutti i giovani artisti frequentatori del Cafe’ Guerbois. Nel 1869 l’artista inizia a dipingere En Plein Air, il dipinto che segnò l’inizio della sua tormentata carierra è La colazione sull’erba.

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