Wall Street, debutto amaro per Uber: -7,6% nel primo giorno di scambi

Lo sbarco di Uber a Wall Street non è stato positivo. Nel primo giorno alla borsa newyorkese infatti, la società di mobilità conosciuta soprattutto per il suo servizio a metà tra i taxi e il noleggio di auto con autista, ha perso il 7,6%.

Wall Street non brinda con Uber

Uber ha debuttato al New York Stock Exchange con una quota di 41,5 dollari per azione, ovvero al di sotto del prezzo della initial public offering (IPO, il prezzo di collocamento), che era stato fissato a 45 dollari, quindi nella parte bassa della forchetta 44-50 dollari che era stata indicata inizialmente. Ha collocato sul mercato 180 milioni di azioni, raccogliendo 8,1 miliardi di dollari. Tra le società di tecnologia in precedenza avevano fatto meglio soltanto il sito cinese di e-commerce AliBaba (26 miliardi) e Facebook (17 miliardi). La valutazione dell’azienda è stata di 82,4 miliardi di dollari. Nonostante il debutto amaro, la quotazione di Uber rimane la decima più grande in assoluto nella storia di Wall Street.

I dubbi sulla redditività

A influire sull’avvio deludente di Uber, hanno concorso tre fattori. Anzitutto l’essere sbarcata a Wall Street nel giorno dell’entrata in vigore dei nuovi dazi di Trump nei confronti della Cina. Una situazione non certo ideale. In secondo luogo il clima teso tra l’azienda e i suoi stessi autisti, che sono tornati a manifestare per chiedere che sia cambiato il loro status di lavoratori autonomi, mentre vorrebbero essere considerati come dipendenti dell’azienda. Ma più di tutti – e questo è più preoccupante – gli investitori hanno evitato la stella della Silicon Valley per via del suo percorso discutibile di redditività. Nel 2018 Uber infatti ha incrementato notevolmente i ricavi (11,3 miliardi), ma non riesce a produrre profitti. Anzi, ha fatto ancora segnare perdite per 1,8 miliardi. E i dati del primo trimestre 2019 indicano un ulteriore miliardo di perdite.