Lavoro femminile, nuovi sgravi per arginare la crisi e il divario con gli uomini

Quando si parla di lavoro, ci sono ancora enormi differenze a seconda che si parli di uomini oppure di donne. Per questo motivo, al fine di ingentivare l’assunzione femminile, il Governo sta per varare nuove agevolazioni.

Sgravi per il lavoro femminile

imprese-digitalSecondo quanto filtra dalle ultime bozze circolate, nella manovra di bilancio sono contenute nuove regole sul lavoro, che aumentano i benefici per chi deciderà di assumere una donna disoccupata nel biennio 2021-2022. Dovrebbe infatti essere concesso uno sgravio contributivo fino al 100% e fino a un limite massimo di 6mila euro l’anno. E senza limiti di età: vale quindi per le lavoratrici meno giovani, ben al di sopra dei 35 anni (fascia che beneficia di uno sgravio, a prescindere che si tratti di uomini oppure donne). La norma è sperimentale e durerà due anni.

Anche per l’imprenditoria

E’ prevista anche una forma di incentivo per il lavoro imprenditoriale femminile. Contributi a fondo perduto, finanziamenti a tasso zero o agevolati e percorsi di assistenza tecnico-gestionale. Il fondo di incentivo è dotato di 20 milioni per il 2021 e altrettanti per il 2022.

Donne prime vittime della crisi

Questo trattamento particolare nasce dalla constatazione che le donne (così come i giovani), sono le categorie di lavoratori più sacrificate di fronte alle difficoltà. Le categorie più fragili, nonché le prime “vittime” del mercato del lavoro, quando ci troviamo in tempi di crisi dell’occupazione, come quello attuale. In questo senso i dati OCSE sono eclatanti.

L’ultimo report dello Organizzazione evidenzia infatti che a ottobre In Italia la disoccupazione femminile è salita al 10,8% dal 10,6%. Nello stesso periodo invece la disoccupazione maschile è calata, passando dal 9% all’8,7%. Ma anche il nostro ministero del Lavoro ci racconta uno scenario analogo. Nel secondo trimestre dell’anno, quello dove si sono maggiormente sentiti gli effetti della pandemia sul mercato del lavoro, sono andati persi 470.000 posti di lavoro per le donne, ossia il 4,7%. Il lavoro della componente maschile invece è calato del 2,7%.

Il divario retributivo

Ma quanto sia diverso il mondo del lavoro se ad affrontarlo è una donna, lo dimostra anche un altro dato. Quello relativo alla retribuzione. Quella media per i maschi è di 25.288 l’anno, mentre per le donne lo stipendio da lavoro si ferma a 17.466 euro. Una differenza enorme, pari al 31%. Se consideriamo che in Europa questo divario – che pure esiste – è del 15%, comprendiamo quanto siamo indietro. Un fattore molto incidente su questo divario è la larga applicazione del part-time per le donne, spesso non una scelta ma una condizione imposta dal datore di lavoro.

Lavoro femminile, nuovi sgravi per arginare la crisi e il divario con gli uominiultima modifica: 2020-11-16T10:00:51+01:00da nonsparei

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