Mercati finanziari, nervosismo crescente dopo le sanzioni contro la Russia
Le sanzioni che il mondo occidentale ha deciso di infliggere alla Russia hanno provocato un feroce scossone sui mercati finanziari.
La guerra e i mercati finanziari
Le grandi potenze occidentali hanno dimostrato di essere disponibili a patire qualche sofferenza economica aggiuntiva, pur di punire il comportamento della Russia. Settimana scorsa Putin ha deciso l’invasione dell’Ucraina, frantumando le speranze di pace che i mercati finanziari nutrivano fino a poche ore prima del conflitto. Oltre a infliggere sanzioni più dure alla Russia l’occidente li fornirà di armi le forze armate ucraine.
La banca centrale di Russia
L’aspetto più importante però è la battaglia economica contro la guerra. L’Unione Europea ha attuato severe sanzioni contro la Banca Centrale russa, che includono il divieto di transazioni con l’istituto centrale moscovita. Tutte le attività della banca nella Unione Europea saranno congelate.
La banca di Russia questa mattina ha reagito effettuando una stretta straordinaria che ha portato il tasso di interesse al 20%. Una mossa giustificata con il drastico cambiamento delle condizioni esterne al fine di rendere più attraenti i depositi in rubli.
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Il crollo del rublo
Sui mercati finanziari però la valuta russa è crollata al minimo storico nei confronti del dollaro americano. Il cambio dollaro Rublo è arrivato a toccare anche quota 100 19. Chi adotta strategie trading giornaliero Forex ha visto che molti broker hanno bloccato le operazioni su questo cambio.
Dal canto suo il biglietto verde americano è molto richiesto nella sua veste di valuta rifugio.
Le conseguenze del conflitto sui mercati finanziari Si estendono però a tutti i livelli. Il petrolio è schizzato verso l’alto, tanto che il Brent ha superato nuovamente quota cento dollari al barile. I prezzi di molti beni alimentari volano, primo fra tutti il grano. Sui mercati finanziari si annusa il pericolo di una nuova fiammata dell’inflazione, mentre i trader cominciano a valutare l’ipotesi che la Federal Reserve possa ritardare l’avvio del ciclo di rialzo dei tassi di interesse.