“il sacrario della vita”,
la sua essenza, per l’affinità
spirituale di due anime che si
ricongiungono:
“Quando la mano di un uomo tocca
la mano
di una donna,
entrambi toccano
il cuore dell’eternità.”
È qui che la solitudine
prende il sopravvento, una solitudine
che seppur non desiderata è pur sempre preferita al rumore,
procurata perché prima o poi era inevitabile
per esplorare e ascoltare il nostro animo.
Dalla solitudine scaturisce l’esplorazione interiore,
la ricerca di sé e la ricerca di ciò che ci manca
per essere completi: il punto di arrivo della nostra ricerca sarà l’amore.
Mentre ci sentiamo incompresi e imprigionati in quella cella fredda
e inospitale, troppo stretta per i nostri progetti lungimiranti,
ecco che sobbalza l’amore che ci fa evadere e
legittima tutti quei pensieri tanto a lungo censurati
e celati al nostro cuore.
Cominciamo a sentire la necessità di qualcosa
al di fuori dalle cose ordinarie quando il nostro animo vuole
percorrere la strada da solo, senza i vani e
comuni divertimenti, senza le futili e stereotipate amicizie,
senza la chiassosa baldoria,
fuori da tutto e
da
tutti.
Proprio quando ci sentiamo in grado di oltrepassare i limiti della conoscenza,
di andare oltre gli schemi, oltre le persone e i pensieri comuni,
proprio quando ci sentiamo sul punto di volare, ci sentiamo mancare il fiato
e ci accorgiamo di possedere delle ali invisibili,
potenzialmente in grado di farci volare, ma che,
a causa della loro inconsistenza, non ci fanno elevare
nemmeno di un centimetro, e la consapevolezza di
non sapere, la consapevolezza di essere troppo limitati
per potere volare in alto, questa consapevolezza è ancora più frustrante.
I nostri sogni ci spingono a battere le ali per librarci nei
cieli della conoscenza e dell’amore, ma è proprio questo a
non darci la spinta a non toglierci i freni inibitori, e ,
a cagione di questa debolezza,
non
riusciamo a
prendere
in
volo.
*
La storia umana ci insegna a ricordare l’idee e non l’uomo, perchè l’uomo può fallire.
L’uomo può essere catturato, ucciso o dimenticato, ma le sue idee no!
Un idea può davvero cambiare il mondo.
Io sono testimone diretta della forza dell’idee.
Ho visto gente uccidere per un’idea o per conto di essa.
Li ho visti morire per difenderle e sostenerle”.
L’idea è un po’ come il trascendentale, non la si può spiegare sempre in termini razionali.
L’idea è forte perché in essa implode la forza del creato, forse anche quella del Creatore.
Non si può baciare un’idea, non puoi toccarla, ne abbracciarla.
Le idee non sanguinano, non provano dolore, le idee non amano.
Le idee non muoiono…
Il vero amore non lascia tracce
Come la bruma non lascia sfregi
Sul verde cupo della collina
Così il mio corpo non lascia sfregi
Su di te e non lo farà mai
Oltre le finestre nel buio
I bambini vengono, i bambini vanno
Come frecce senza bersaglio
Come manette fatte di neve
Il vero amore non lascia tracce
Se tu e io siamo una cosa sola
Si perde nei nostri abbracci
Come stelle contro il sole
Come una foglia cadente può restare
Un momento nell’aria
Così come la tua testa sul mio petto
Così la mia mano sui tuoi capelli
E molte notti resistono
Senza una luna, senza una stella
Così resisteremo noi
Quando uno dei due sarà via, lontano
~ Leonard Cohen ~
Demoni e meraviglie
Venti e maree
Lontano di gia’ si e’ ritirato il mare
E tu
Come alga dolcemente accarezzata dal vento
Nella sabbia del tuo letto ti agiti sognando
Demoni e meraviglie
Venti e maree
Lontano di già si e’ ritirato il mare
Ma nei tuoi occhi socchiusi
Due piccole onde son rimaste
Demoni e meraviglie
Venti e maree
Due piccole onde per annegarmi.
~ Jacques Prevert ~
Il mio occhio s’è fatto pittore ed ha tracciato
L’immagine tua bella sul quadro del mio cuore;
il mio corpo è cornice in cui è racchiusa,
Prospettica, eccellente arte pittorica,
Ché attraverso il pittore devi vederne l’arte
Per trovar dove sia la tua autentica immagine dipinta,
Custodita nella bottega del mio seno,
Che ha gli occhi tuoi per vetri alle finestre.
Vedi ora come gli occhi si aiutino a vicenda:
I miei hanno tracciato la tua figura e i tuoi
Son finestre al mio seno, per cui il Sole
Gode affacciarsi ad ammirare te.
Però all’arte dell’occhio manca la miglior grazia:
Ritrae quello che vede, ma non conosce il cuore
~ William Shakespeare ~
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UN VERO AMORE È COME UN FUOCO A FIAMMA PERENNE: UNA FIAMMA CHE SI ELEVA AL CIELO E NON SI SPEGNE MAI, QUALUNQUE SIA IL VENTO CHE LE PASSA ACCANTO.
*
Io e te e il mare …
E rimasi senza fiato, senza respiro,
non avevo mai visto e forse mai rivedrò niente di più …
Hai preso la mia anima e gli hai ridato vita, il cuore è tornato a battere,
il sole a … difficili non importa, perché tu sarai lì con me,
sarai lì al mio fianco ed insieme a te …
Le lacrime non rendono più deboli, ma più forti.
La sola cosa che voglio sapere è
se dietro lo specchio
mi aspettano i tuoi occhi.
è breve.
Ti amo ha preso d’assalto
tutti i miei diari.
Ci vediamo dove e come capita.
Voglio che le…
Ti amo ha preso d’assalto
tutti i miei diari.
Ci vediamo dove e come capita.
Voglio che le tue mani
scrivano nelle pieghe
delle mie pagine
tutte le loro avventure,
e che ogni tratto di penna
serva a rendere
meno vergine il mio quaderno
E tutto insieme, tutte le voci,
tutte le mete, tutti i desideri,
tutti i dolori, tutta la gioia, tutto il bene e il male,
tutto insieme era il mondo.
Tutto insieme era il fiume del divenire,
era la musica della vita.
(Heman Hesse: “Siddharta”)
Io sono il fuoco, io sono il pericolo,
io sono chi ti sta minacciando.
Non mi vuoi dentro di te,
mi cacci perfino da chi ti è
nelle immediate vicinanze.
Non mi permetti di scalfirti,
non riesco a turbarti,
non riesco ad avvicinarti
né a indurti in tentazione
o spaventarti.
Mi cacci, annulli (=esorcizzi)
la mia presenza,
ebbene trovo un altro modo
per lambire il tuo spazio,
per provare ad avvicinarmi.
Circondo il tuo spazio fisico,
insinuo la mia presenza attorno
e accanto a ciò a cui
ti rivolgi quotidianamente.
**
Cammino lungo il mare di notte
acque alte sfiorano il ginocchio
sale che brucia da incertezza su
un arto sinistro amputato mozzato
depredato dalla mia anima gemella
di amore illimitato, odio rinunciato
mi inchino fino a sfiorare l’acqua
il sale da fuoco alle mie ossa mentre il vento ci soffia sopra
il sanguinare delle mie vene lava la sabbia e dentro il midollo,
tra le ossa non rimane nulla di più alzo il braccio, come per implorarti
a baciarmi come avevi fatto poco prima mentre
io ti tengo sul mio petto ansante tenuto prigioniero del
cuore in cui ti sei perso.. guardiamo il cielo
una vita che ci è passata davanti ti appoggi con la
testa sulla mia coscia mentre scendono lacrime brucianti
dei ricordi..
non nascondere mai i tuoi sogni …
non nascondere mai i tuoi occhi …
non piangere…
non sbiadire il tuo sogno …
magari il mio sogno è uguale al tuo …
e due sogni insieme diventano realtà …
Non dimenticate mai che la forza più potente sulla terra è l’amore.
sguardi che si incrociano …
mani che si cercano …
labbra che vogliono ma non possono …
labbra che possono ma non vogliono …
Solitudine,
mia compagna sola, dea del prodigio,
che hai voluto farlo non richiesta!,
di dare la parola alla mia voce, dimmi:
con chi parlo? Rifuggo ormai la chiassosa
brigata e senza amici solo pena c’è con te,
signora, nel viso velata, sempre velata se parli con me.
Non muterò per quanto mi rinnovi, penso;
non è l’enigma quel sembiante che nell’intimo
specchio appare nuovo, altro è il mistero:
la tua voce amante.
Discoprimi il tuo volto ch’io li trovi fissi
su me i tuoi occhi di diamante
*
Un rabbino riunì i suoi allievi e domandò loro:
“Come possiamo conoscere il momento preciso
in cui finisce la notte e comincia il giorno? ”
“Quando, a una certa distanza,
siamo in grado di distinguere una pecora da un cane,
” disse un ragazzino.
“In verità,
si può affermare che è ormai giorno quando,
a una certa distanza, siamo in grado di distinguere un olivo da un fico,
” replicò un altro allievo.
“Non sono soluzioni particolarmente convincenti. ”
“Qual’è la risposta giusta allora? ” domandarono tutti.
e il rabbino disse:
“Quando si avvicina uno straniero e noi lo confondiamo con un nostro fratello,
ponendo fine a ogni conflitto.
Ecco, questo è il momento in cui finisce la notte e comincia il giorno. ”
Godi sulle ..
riflessioni sul tempo
che scorre lento
durante situazioni meravigliose..,
mentre …
troppo graditi o quando godi
della compagnia di chi ti ama,
mentri attendi..che ti accarezzi..
Godi sempre con ansia il momento che ti fa sua..
dove perdi il tempo,la realtà,
e riesci ad ascoltare solo le sensazioni
che il corpo ti invia alla mente..e gode..
ti trascina senza fatica…
in un tunnel illuminato
da tanti puntini colorati di luce..
e godi..di lui,di te stessa..
(da notti silenziose-A.D.G.)
Io…
guarnita,ora solo dalla mia ingordizia.. della gola.. mentre il desiderio di ingurgitare più di
quanto io possa necessitare…si fa forte, ora condannata in una sfrenatezza e ormai più
senza controllo di me stessa..
Tu..
ne diventi schiavo..perdendo la memoria, senza più..passato..godi..sfrontato,
di questo presente..usando il corpo come l’unico mezzo per gustare..
per far vivere..i sensi completamente, usando tutto quello che l’istinto..
ti suggerisce..mentre unito a me..ti senti elevare in una nebbia calda..
In…un Peccato immorale nascosto agli occhi di tutti…chiuso in un nodo stretto..
(Peccati ingordi-(A.D.G.)
La gioia nasce da un sorriso…
Ti ho vista.. ritagliata nello specchio della finestra.. illuminata dall’ultimo lampione che, sornione, ancora sfidava le prime luci dell’alba… quando hai voltato la testa verso di me, fermandola sopra la spalla, c’era una luce vivida nei tuoi occhi, indecifrabile, di sfida, di invito e di curiosità nel vedere cosa avrei fatto. Ho sentito il tuo odore mentre mi avvicinato a te, ho sentito la tua pelle liscia e delicata quando le mie mani hanno artigliato con forza i tuoi fianchi fino a conficcarci le unghie, ti ho vista piegarti in avanti quasi a voler nascondere, pudica, il volto alla luce di quel lampione, lasciando che i capelli scendessero liberi ai lati del viso, ho sentito le tue carni aprirsi mentre, lentamente, centimetro dopo centimetro, entravo in te e la tua schiena si piegava all’indietro facendoti risollevare la testa di scatto mentre i tuoi capelli, come lingue nere, cercavano il mio viso, ho visto le tue braccia alzarsi in alto e poi ripiegarsi all’indietro fino a poggiare le mani dietro la mia nuca e tirarla con forza per impedirmi di uscire da te Così mentre ti prendevo venivo preso, mentre ti possedevo venivo posseduto.. in una fusione totale, inscindibile dove non era più possibile capire dove finiva il mio corpo e iniziava il tuo.. in un’unica spirale di emozioni e passioni dove quelle di ognuno di noi erano il nutrimento per l’altro.. di una sete che non dissetava e una fame che non saziava… (G.) |